L'ANALISI
04 Luglio 2021 - 16:44
CREMONA - Dopo una rapida consultazione del meteo e nonostante la certezza di una doccia gelata, i vogatori cremonesi hanno deciso di navigare lo stesso sul Po. E hanno fatto bene: la regata Cremona-Monticelli per barche alla veneta è stata una magnifica opportunità per riprendere la stagione remiera - bloccata dal Covid da quasi due anni - in un'occasione speciale, i 100 anni della canottieri Ongina. Alla festa hanno partecipato tutte le società rivierasche cremonesi: Ferrovieri, Flora, Baldesio, Bissolati, vogatori del Cral Tamoil. In acqua quasi tutte le ammiraglie: la Berta della Flora, l’Ottobella della Baldesio, la Caronte della Bodinco con a bordo un equipaggio Ferrovieri, le quattro della Bissolati. La flottiglia era scortata dal motoscafo del presidente (per antonomasia) Armando Catullo, che visti i nuvoloni neri che si addensavano sul Po non ha mollato un minuto la sorveglianza. Non hanno mollato neppure gli equipaggi, che hanno risalito il fiume per quasi nove chilometri con grande spirito di amicizia e una straripante voglia di mettersi ai remi assieme.
La barche si sono fermate per una sosta sullo spiaggione del Cristo e dopo le foto ricordo e i saluti calorosi (Covid permettendo, ma «siamo tutti vaccinati» è stata la parola d’ordine) hanno ripreso la rotta con le bandiere sociali a poppa. L’arrivo all’Ongina è stato particolarmente caloroso, sulla zattera d’attracco ad accogliere i barcaioli cremonesi il presidente Sergio Montanari e tanti amici vogatori piacentini, spesso gemellati con i cremonesi nelle gare, nei raid, nelle vogalonghe. I barcaioli dopo una doccia rinfrescante, ma sempre guardando il cielo, hanno preso posto alle grandi tavole preparate dal personale e dai cuochi (con in testa la provetta vogatrice Mariolina Maserati): i piatti e i vini tipici piacentini hanno sciolto ancora di più l’atmosfera, in terra almeno, mentre quella in cielo si faceva sempre più frizzante, con vento e qualche goccia. Poi la bufera, che non ha scalfito di un niente la festa, continuata sotto tendoni e gazebo. In tarda serata, considerato che le condizioni atmosferiche erano proibitive e che sarebbe stata impossibile la discesa notturna sul fiume, gli amici piacentini hanno accompagnato in auto alcuni cremonesi fino in città a recuperare le auto, poi sono tornati a Monticelli a prendere il resto degli equipaggi: anche in questo caso «la fratellanza del Po» ha funzionato benissimo.
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