L'ANALISI
09 Giugno 2021 - 06:30
CREMONA - Sofia Manvati imbraccia il Vesuvio di Stradivari sola al centro del palco, avvolta dalle onde lignee dell’auditorium Arvedi. Le poltroncine sono vuote, eppure ad assistere all’esibizione del talento del conservatorio Monteverdi ci sono più di 400 persone. Che per posto a sedere hanno un letto d’ospedale: nelle stanze del Maggiore le immagini del concerto scorrono sugli schermi televisivi mentre la musica fluisce dagli auricolari. Quello ideato dall’Ufficio Comunicazione dell’Asst di Cremona è un vero e proprio live a distanza, una sessione di terapia musicale, quasi un esperimento di telemedicina sonora. Con le note di Vivaldi, Bach e Paganini che penetrano nello spazio più intimo della sofferenza per farsi cura e per portare sollievo.
L’idea (splendida) si è meritata anche i pubblici elogi del governatore lombardo Attilio Fontana, che ha dedicato «un plauso all’Asst di Cremona, al Museo del Violino e a tutti i partner» che hanno contribuito all’iniziativa. Alla performance della giovane violinista hanno assistito degenti reduci da un intervento chirurgico, pazienti oncologici, ricoverati per Covid... ma anche partorienti e neo-mamme che hanno coccolato i loro piccini con le carezze dell’archetto incantato di Manvati. Come Ivonne con al fianco il piccolo Edoardo, nato prematuro, ma beatamente addormentato nella sua culla. O come Elisa, che sulle frequenze delle corde stradivariane ha allattato Alessandro, venuto al mondo appena una manciata d’ore prima. E la spinta della musica è servita anche ad accendere nuove vite: quelle di Stella e Luce — nomi luminosi, promesse di un futuro splendente — che stanno per nascere proprio in queste ore dopo che le loro mamme, Chiara e Micol, hanno strofinato sui pancioni le cuffie che stavano diffondendo intense melodie di violino.
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