L'ANALISI
26 Ottobre 2025 - 17:02
CREMONA - Fin che la barca va tu non remare, cantava l’immarcescibile Orietta Berti. E invece la Cremo rema, eccome se rema. E la barca grigiorossa va, piano, con visibile fatica ma va. Anche l’Atalanta deve rinunciare ad affondarla, e anzi per qualche minuto teme di essere lei a finire in bocca ai pesci. Poi finisce pari, risultato che sta diventando la specialità di entrambe. Ma se per l’Atalanta un punto a partita è poca cosa, per una squadra i cui sogni sono rigorosamente limitati alla salvezza questo rendimento da formichina fa morale, classifica e anche reputazione di squadra dura da mettere sotto.
Anche quando si presenta con un assetto affidato all’inventiva dell’allenatore e alla duttilità dei giocatori. Già senza Collocolo, senza Grassi, e anche senza Bondo a sorpresa per quasi tutti, Nicola si è dovuto inventare Van de Putte centrale di mediana, con Zerbin e Payero compagni di reparto. Il piccolo diavolo belga fin che ha avuto carbone da spalare nelle caldaie ha tenuto molto bene la rotta. Sulle fasce molto bene Barbieri, esplosivo nella voglia di celebrare la prima da titolare, e bravo Floriani ad adattarsi sulla mancina al posto di Pezzella, nonostante la pochissima confidenza fra il suo piede sinistro e il pallone.
Difesa a tenuta stagna per quasi un tempo, dico quasi perché il finale della prima frazione è stato allarmante e il secondo è stato pura sofferenza, sopportata con uno spirito al limite dello stoicismo da Baschiroccia, Terracciano e Faye, anche lui positivo al debutto da titolare. Dovevano battersi contro cannoni di grosso calibro, ma per un bel po’ sono riusciti a bagnargli le polveri da sparo. Poi, bè, poi è stata sofferenza, ma non si è mai smesso di remare, e di soffiare con tutta l’aria rimasta nei polmoni per gonfiare la vela grigiorossa quanto è bastato per farla arrivare in porto.
Davanti, meglio il vivace anche se a volte naif Paquero del poco incisivo Sanabria; e soprattutto, davanti, Vardy e la sua voglia matta di gol, ma anche di fare gioco con i compagni. Esemplare Jamie, premiato dal gol che per qualche minuto ha fatto sognare di interrompere l’imbattibilità della Dea. E bene i subentrati, compresi i pochi preziosi minuti di Vazquez.
Per Silvestri primo tempo sereno e secondo da bersaglio del tirassegno. Se l’è cavata bene, ringraziando anche la mira strabica degli atalantini, anche quando al tiro ci sono arrivati con preoccupante frequenza. Atalanta come ci si attendeva, abbondante in potenzialità ma non ancora in grado di sfruttarle fino in fondo. Fatti loro, naturalmente. Noi ci godiamo questa ciurma che risponde al meglio possibile agli ordini di Nicola. E che di partita in partita capisce di poter reggere il confronto un po’ con tutti.
Adesso Genova, il Genoa stranamente ultimo e prevedibilmente col pelo arruffato dopo la beffa col Toro. Ci sarà fatica nelle gambe di tutti, molto dipenderà dalle risorse nervose e allora siamo sereni perché carattere e determinazione collettiva sono fra le specialità della casa grigiorossa. Speriamo che Nicola abbia qualche nome in più da scrivere sulla distinta. Si va a Genova per fare bottino, mica per visitare l’acquario.
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