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JUKEBOX GRIGIOROSSO

Il carrozzone macina strada, anche a suon di zero

Due partite senza gol, senza farne ma anche senza prenderne. La Cremo non aspira a essere la rivelazione del campionato, ma è determinata a essere una competitrice credibile. Sarebbe già rivoluzionario

Giovanni Ratti

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redazione@laprovincia.it

22 Settembre 2025 - 12:11

CREMONA - Il mulino grigiorosso continua a macinare, macina partite faticose e ne ricava farina buona per impastare la sua classifica. Si tratta di farina di tipo zero, anzi zero a zero. Due partite senza gol, senza farne ma anche senza prenderne. Due partite diverse nel grado di sofferenza e anche nella prestazione, a Verona si è passata la sera scolando le parate di Audero, con il Parma qualcosina di più e di meglio.

Spavento iniziale sul palo di Pellegrino, fatica per tutto il primo tempo. Non si era in emergenza fissa in difesa, ma nei rilanci non c’era la precisione necessaria per sorprendere gli avversari, a loro volta molto attenti a non regalare spiragli al contropiede.

Secondo tempo più aperto e alterno, un paio di parate di Audero tanto per non perdere il vizio, ma anche qualche sporadica opportunità offensiva. Chissà dove sarebbe finito quel colpo di testa di Moumbagna nel finale, se non avesse trovato la schiena di Baschiroccia sulla sua rotta verso Suzuki. Il quale proprio al novantesimo ha dovuto fare l’unica parata del suo pomeriggio su una visionaria invenzione di Vazquez.

Ecco, ci siamo arrivati, al Mudo. La sua partita è stata di quelle che valgono il prezzo del biglietto, come si diceva una volta. Peccato per noi, e fortuna per la zoppicante panchina di Cuesta, che non abbia trovato compagni della stessa sua vena.

Ma torniamo al numero zero. Vale di più quello al passivo o pesa di più quello all’attivo? Questa Cremo deve crescere, nell’attesa c’è da accontentarsi, e anche volentieri. Certo, tre tiri in porta cumulativi in due partite suggeriscono che davanti bisognerà trovare il modo di fare di più. Aspettando Vardy, e sembra che se ne parlerà dopo la sosta di ottobre, le soluzioni sembrano limitate al tiro da fuori e ai calci piazzati, magari sbilanciandosi un po’ meno sui calci d’angolo a favore.

Nicola tiene i giocatori di fascia a catena corta, e in mezzo - Vazquez a parte - non circola una classe debordante. Però il doppio foglietto pulito di Audero qualcosa vuol dire. C’è una Cremo che sa serrare i denti e tenere i gomiti adeguatamente alti. Una Cremo che si fa voler bene da chi la segue e si fa rispettare da chi la affronta. Ha limiti evidenti ma ci sta lavorando.


Non è in serie A in gita turistica come in passato. La classifica è lì da guardare, magari con gli occhiali da sole. Non mi farei un problema se non si è agganciata la Juve, o se si è stati raggiunti dall’Atalanta. La Cremo non aspira a essere la rivelazione del campionato, ma è determinata a essere una competitrice credibile. Sarebbe già rivoluzionario. Adesso arriva un ciclo molto duro, a cominciare da due trasferte evocative ciascuna a suo modo, al Sinigaglia e a San Siro.

Nicola ricorda un po’ i macchinisti delle vecchie locomotive a vapore, mi sembra di vederlo in settimana tutto sporco di carbone e lubrificante che avvita martella spala per far marciare come si deve la sua creatura. Che ogni tanto maltratta, come si fa con quelli a cui si vuole bene sul serio, quando se lo meritano. La sua Cremo ha incominciato dando un po’ i numeri, ma non ha mai perso l’umiltà, e questo le permette di apprezzare anche gli zero che sta mettendo in fila. L’importante è che il carrozzone macini strada, anche a suon di zero.

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