L'ANALISI
21 Marzo 2025 - 05:20
CREMONA - Perdere non fa mai bene. Perdere quando giochi meglio e farlo negli ultimi secondi di partita è ancora peggio. Inoltre, non sempre le gare sono decise da un tiro sbagliato o da una difesa pigra, ma anche da errori arbitrali. In questa stagione è successo spesso. Il presidente Enrico Ferraroni (con il cugino Maurizio) è stato ospite del giornale La Provincia e ha toccato molti argomenti tra passato, presente e futuro.
Partiamo dalla situazione di classifica.
«Le altre squadre purtroppo stanno facendo risultati importanti e noi invece siamo stati condannati da episodi in troppe sfide. Abbiamo commesso degli errori, ma anche gli arbitraggi hanno influito pesantemente».
A Brindisi si è forse toccato il fondo con 37 liberi contro 10 e quello sfondamento di Polanco a 6” dalla fine...
«Dà fastidio, quello sì. Demoralizza quando hai un trattamento così poco equilibrato. Le partite in questo momento sono tutte tirate e commettere degli errori è normale. Certo, quando la direzione è a senso unico è evidente. Così come nelle scelte dei falli nei momenti più caldi. A Brindisi siamo stati penalizzati, contro Cividale è successa più o meno la stessa cosa. Ma in generale è una stagione in cui siamo poco fortunati con gli arbitri. Noi siamo una famiglia che ama lo sport, che investe, che fa sacrifici. Vorremmo solo avere un trattamento più equo sul campo».
È soddisfatto della Juvi?
«Molto. Abbiamo avuto netti miglioramenti da parte di tanti giocatori. Prendo Morgillo come esempio: lo scorso anno giocava pochi minuti, in questa stagione è uno dei protagonisti principali e il suo rendimento è in continua crescita. Altro esempio è Massone, che arrivava da un infortunio e ha avuto qualche problema alla schiena all’inizio. Ora sta bene e sta dimostrando il suo valore. Conosciamo pregi e difetti di questa squadra. Sicuramente ci manca ancora un piccolo gradino per poter vincere le partite con margine quando lo meritiamo, evitando di ritrovarci negli ultimi secondi a giocarci tutto su un possesso. Spesso abbiamo qualche problema con l’inizio gara e con l’avvio del secondo tempo».
Avete avuto qualche vicissitudine con il secondo straniero...
«Brown stava rendendo bene, poi ha avuto qualche ‘mal di pancia’ dovuto a certe richieste. Con Almeida è evidente che non abbiamo fatto la scelta giusta. Ora è arrivato Washington, che è stato subito gettato nella mischia per esigenza. Aveva bisogno di riprendere la condizione migliore dopo qualche tempo di stop. Ora sta bene e sarà importante da qui alla fine della stagione».
Il prossimo turno sarà contro la corazzata Udine.
«Non dobbiamo avere timori. Dobbiamo giocare da Juvi: aggressivi, convinti, veloci. Udine è una grande squadra, ma non imbattibile. Contro Cento ha perso e la cosa ci deve far capire che nessuna partita è impossibile. La nostra è una squadra che, quando viaggia al 110%, diventa difficile da affrontare».
Avete già programmato il futuro, indipendentemente da come finirà la stagione?
«La nostra è una società che si basa sulla famiglia. Ci confrontiamo spesso. Dobbiamo però analizzare con più attenzione la situazione nei prossimi giorni. Servirà capire lo scenario del prossimo anno. Ogni stagione, a inizio campionato, si stabilisce un budget e ogni volta è difficile poterlo rispettare... Serve essere bravi e fortunati a centrare i giocatori giusti. Per questo chiediamo di essere rispettati anche dagli arbitri. La nostra è una società sana, che fa sacrifici e, a volte, una partita può cambiare una stagione».
Siete una delle poche realtà con una proprietà che lavora sul territorio.
«Lo facciamo con il cuore, ma siamo aperti anche a confrontarci con chi vuole bene alla Juvi. Lo sport aiuta ad avere visibilità e, se qualcuno vuole avvicinarsi al nostro progetto, ne saremmo ben felici».
L’ipotesi di creare un settore giovanile unico per tutta la città sembra prendere piede?
«C’è già stato un approccio con la Vanoli. Io lascio sempre una porta aperta. Lo faccio per il bene della città e, soprattutto, per il bene dei tanti ragazzi che amano la pallacanestro. Cercheremo di capire il nostro futuro e quello della Vanoli, ma si può parlare con più attenzione di questa possibilità. Sono contento del percorso del nostro settore giovanile, sia come numeri che come risultati. Serve dare il meglio ai nostri giovani, creando una proposta perfetta sotto ogni dettaglio. Il discorso di creare qualcosa insieme è sicuramente interessante».
Come va a livello di strutture?
«Dopo un periodo complicato con l’utilizzo di un PalaRadi sovraffollato, adesso il PalaCava è la nostra casa. Abbiamo aumentato le ore settimanali a 40. Abbiamo una bella sala pesi e possiamo programmare al meglio ogni allenamento. Ci sono tante scuole che si appoggiano a noi avendo una struttura così bella, ci sono richieste importanti e per questo motivo stiamo cercando di aumentare lo staff con nuovi istruttori».
Avete mai pensato di aggiungere posti a sedere per poter giocare al PalaCava le partite ufficiali?
«Servirebbero dei lavori di adeguamento. Non ci abbiamo mai pensato in modo concreto».
Si avvicina il rush finale. Avete parlato con la squadra?
«Abbiamo incontrato lo staff e i ragazzi. La squadra sa che c’è grande vicinanza della società. Siamo vicini a tutti e pronti a caricarli per dare il massimo. Non dobbiamo demoralizzarci se le cose non vanno sempre per il verso giusto, ma spingere ancora di più. Abbiamo le capacità per fare grandi partite».
Servirebbe il popolo juvino anche sugli spalti.
«Coach Bechi ha spesso fatto appelli. Per noi anche 150 persone in più al palazzetto sono importanti. Sappiamo che la città propone tante attività sportive di livello, ma chiediamo ai nostri appassionati di starci vicino nelle ultime gare. Noi ci mettiamo passione e risorse e vorremmo avvicinare sempre più persone a una società storica come la Juvi».
Avete parlato con coach Bechi?
«È un allenatore di esperienza. A fine anno ci troveremo. Ha la fiducia della società».
La partita che più l’ha delusa?
«Le due con Piacenza. Quelli sarebbero stati quattro punti fondamentali. All’andata non abbiamo praticamente giocato, nel ritorno abbiamo dominato per poi gettare tutto nell’ultimo minuto...».
E quella più bella?
«Contro Orzi, Nardò e Rieti. Partite giocate a ritmo elevato, con super difese e lucidità in attacco».
La classifica vi vede nei playout attualmente. Ha fatto una tabella di marcia?
«Nessuna. Ogni partita deve essere giocata al massimo. Dobbiamo vincere le gare in casa e cercare di fare qualche colpaccio in trasferta».
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