L'ANALISI
JUKEBOX GRIGIOROSSO. LA FINALE
31 Maggio 2024 - 14:35
CREMONA - Ho in mano l’ultimo gettone da infilare nel jukebox grigiorosso, e in testa mi frullano dischi di Patty Pravo, degli Stones, di Aznavour, dei New Trolls… Ma alla fine schiaccio il tasto zero uno, e parte il vecchio hit di Rocky Roberts, Stasera mi butto. Perché a volte nella vita tocca proprio buttarsi. E questa è una di quelle volte.
Certo, si rischia di farsi male, ma non ci sono santi. Se vuoi provare a prendere in corsa il treno dei desideri, prendi tutto il coraggio che hai e buttati.
E’ quello che farà la Cremo al Penzo, nell’ultima sera del campionato. Una sera alla quale il pareggio dello Zini delega tutto intero il verdetto. Al Venezia resta il vantaggio di poter fare festa anche se l’equilibrio non si dovesse spezzare nemmeno al Penzo. L’onere di frantumarlo è tutto sulle spalle della Cremo. Dura, come negarlo.
Già allo Zini il Venezia ha mostrato i muscoli, governando a lungo la partita, in modo non elegante ma efficace. E senza rimetterci nemmeno uno degli otto titolari diffidati.
Però, se lo chiedi a Patty Pravo, magari lei ti risponde che nella testa della Cremo frulla un 'Penziero' stupendo, e anche un po’ matto, diciamo pure una piccola sanissima follia all’ultimo stadio: fare triste Venezia.
Giocare fuori casa per la squadra di Stroppa non è mai stato un problema. E poi già allo Zini, pur in una partita complicata, prosciugante e non ispiratissima nei piedi buoni grigiorossi, Joronen ha dovuto fare quattro salti in padella per non farsi friggere, due con il Lider Massimo, due con gli uomini di fascia, Zanimacchia e Sernicola. Mentre Saro si è dovuto preoccupare più dell’incolumità personale che di quella della sua porta.
E proprio la solida prova della difesa è la prima stampella della voglia grigiorossa. Un golletto, uno solo, può fare tutta la differenza del mondo.
Lo dice anche Mick Jagger, non sempre puoi avere quello che vuoi, ma se ci provi, chissà.
Lunedì mattina il sole sorgerà ancora, e come cantavano i New Trolls qualcuno riderà, ancora un po’ brillo dopo una notte di baldoria, un altro dovrà smaltire la ‘balla’ triste. E’ la vita. Ma bando al fatalismo, il gioco del pallone ha fatto milioni di capriole ben più spettacolari di quella di cui abbiamo bisogno noi.
La Cremo ha ben saldi certi valori, a partire dalla tenuta difensiva, ma le serve qualcosa di più, magari i colpi di Coda che all’andata ha tirato fin troppo bene per fare gol, magari il graffio rimasto in canna a Vazquez, magari quel gioco sulle fasce che allo Zini è tornato ai nemmeno tanto antichi fasti.
I margini ci sono, il Venezia è squadra più di lotta che di governo, ricca più di impulsi che di razionalità. Se dovesse pensare troppo che ha due risultati dalla sua potrebbe snaturarsi un pochino. Non contiamoci troppo, ma certe situazioni sono scivolose.
Sarà anche una partita di sacrificio, la spia della riserva lampeggia sul cruscotto di entrambe le squadre, che devono continuare a prendersi a spintoni finché una cascherà giù, sull’ultima torre c’è posto solo per una.
Dai Cremo, giocati al meglio l’ultimo gettone. Prova a schiacciare il tasto zero uno e vediamo un po’ che musica viene fuori. Se è quella giusta ce la prendiamo noi, la balla allegra.
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