L'ANALISI
JUKEBOX GRIGIOROSSO. IL VIDEO
26 Maggio 2024 - 14:22
CREMONA - Certe partite fanno venire la febbre. Magari quella febbre che fa girare la testa e tremare le gambe, se pensi troppo al fatto che sì, hai due risultati su tre dalla tua parte, ma il terzo è lì che ti aspetta nel buio come un ladro, per rovinarti qualunque cosa tu faccia, come quando esce lo zero alla roulette.
Ma la Cremo aveva addosso tutto un altro tipo di febbre, la febbre del sabato sera, quella che l’ha trasformata in un Tony Manero grigiorosso, capace di trascinare in pista tutta la sua gente a ballare e cantare con lui.
Il Catanzaro ci aveva preso gusto a recitare il ruolo di matricola terribile; e avrebbe continuato così, se la Cremo gliene avesse lasciato una possibilità. Ma stavolta non c’era la solita Cremo che, come nella vecchia barzelletta sui carabinieri, funziona adesso sì adesso no.
Sorpresa sorpresa, quella di sabato è stata una Cremo mai vista prima, nemmeno in occasione di altre vittorie per distacco. Una Cremo semplicemente ingiocabile. Che non si è fatta nemmeno sfiorare dalla tentazione di puntare a vincere pareggiando.
Come Christopher Lee nel ruolo di Dracula ha puntato subito alla giugulare, e una volta affondati i canini nel collo della vittima le ha succhiato il sangue fino all’ultima goccia, con una vampiresca voluttà in cui ha coinvolto la sua gente.
La Cremo ha capito tutto della partita, e il Catanzaro ha capito che non c’era niente da capire, che stavolta aveva a che fare con una Cremo incontenibile.
La Cremo ha fatto il partitone, senza nemmeno avere bisogno che il Catanzaro collaborasse facendo una partitaccia. Dare una prova di forza nelle partite in cui ci si gioca tutto è una prodezza collettiva, di cui sono capaci solo le squadre che hanno stoffa sul serio. E la Cremo ha urlato anche davanti a Vanoli, allenatore del Venezia in tribuna, che finché si scherza si scherza, ma adesso ci si gioca tutto e la Cremo è pronta a mettere le mani e anche i piedi nel piatto.
A dare il ‘la’ all’orchestra grigiorossa è stato il direttore, cioè il Casta; poi l’assolo del primo violino, Franco Vazquez, con quello Stradivari che ha al posto del suo piede sinistro che finalmente suona con meravigliosa puntualità. E a questa Cremo viene tutto così naturale da fare gol anche con armi non convenzionali, tipo la tibia destra con cui Buonaiuto ha raddoppiato.
Ma in questa Cremo tutti hanno la licenza di uccidere, lo ha ricordato Antov recuperando palla, scambiandola con Vazquez e offrendola al Lider Massimo per il terzo gol. Il quarto, firmato da Sernicola, sarebbe un semplice dato di cronaca se non lo avesse costruito Collocolo, centrocampista totale il cui recupero è prezioso.
Lo Zini alla fine sembrava sul serio una discoteca a cielo aperto, accompagnando il Tony Manero grigiorosso nel suo giro d’onore.
E ora lo stadio non ha nemmeno il tempo di spegnere i fari, perché il gran ballo è al culmine. Arriva il Venezia, arrivano i vichinghi, bisogna ricaricarsi alla svelta perché pareggiare non basta più, bisogna vincere.
L’impresa è estrema, ma secondo te la Cremo di sabato aveva la faccia di una che si spaventa?
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris