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I Vichinghi di laguna hanno costretto i grigiorossi ai playoff

Alla Cremo resta il compito di tenersi stretto il quarto posto, a cominciare dall’impegno del primo maggio all’ora di pranzo con il Pisa, a sua volta a caccia di spareggi

Giovanni Ratti

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redazione@laprovincia.it

27 Aprile 2024 - 15:20

CREMONA - C’erano una volta i Vichinghi. Quelli con l’elmo con le corna e la barba rossa, che mettevano a ferro e fuoco i villaggi dove le loro navi con la testa di drago li portavano. E poi i Vichinghi di casa nostra, il quartetto cremonese con il mio indimenticato amico Gian Paloschi alla batteria, e che a cavallo fra anni cinquanta e sessanta fece ballare l’Italia. Ma di Vichinghi ce ne sono anche adesso, e quelli che giocano a pallone sotto le bandiere veneziane hanno messo a ferro e fuoco l’ultima velleità grigiorossa di evitare la roulette russa dei playoff. I loro nomi sembrano urla di guerra: Joel Pohjanpalo, finlandese, il loro incendiario leader e trascinatore; Christian Gytkjaer, danese, che ha dato il primo colpo d’accetta; Bjarky Bjarkason, islandese, che ci ha dato la pugnalata fatale; Jesse Joronen, finlandese, che ci ha spento in faccia l’ultima speranza.

Un altro quartetto, come i Vichinghi di Cremona, ma questo non fa ballare, questo salta alla gola di chi trova sulla sua strada. Anche a rischio di giocarsi a sua volta la pelle, come è successo con la Cremo. La squadra di Stroppa è stata brava a reggere i primi assalti già roventi, e a colpire con chirurgica precisione a metà primo tempo con Vazquez, il quale l’unico gol prima di Venezia lo aveva fatto a Cittadella, e dunque sembra trovare nell’aria del Veneto l’ispirazione per risvegliare il suo genio che troppo spesso dorme.

Ora, se non ti lasci impressionare dai loro modi selvatici, i vichinghi in fondo sono uomini come gli altri, anche loro si possono smarrire. E il Venezia al gol grigiorosso ci è rimasto così male che per tutto il resto del primo tempo non lo si è più visto. Ma la Cremo ha commesso l’errore fatale. Ha riaperto la porta. Il che è stato come prestare l’accendino a un piromane. Il Venezia ha pareggiato, e si è infiammato come il supereroe dei fumetti Marvel che si chiama Torcia Umana; e a costo di rischiare a sua volta di farsi colpire un’altra volta d’incontro è tornato all’assalto: due volte il bravo Saro ha fatto muro, poi quando la difesa grigiorossa ha sbandato si è arreso anche lui.

La Cremo ha avuto il merito di non uscire dalla partita, e dato che i vichinghi sono molto più a loro agio quando attaccano che quando difendono il pareggio è sembrato nell’aria fino alla fine. Ma al minuto novantatré Joronen ha compiuto le due uniche, consecutive, determinanti parate che hanno negato a Ciofani il ritorno al gol. E alla Cremo un pareggio che avrebbe avuto molti significati. Così invece i vichinghi di Vanoli possono continuare nella loro caccia al secondo posto; per la Cremo danni limitati, dato che il Catanzaro a Pisa si è fatto rimangiare il doppio vantaggio.

Ora il secondo posto è faccenda fra vichinghi di laguna e marinai d’acqua dolce. Chi resta a piedi, sarà il cliente più scomodo nei playoff. Alla Cremo resta il compito di tenersi stretto il quarto posto, a cominciare dall’impegno del primo maggio all’ora di pranzo con il Pisa. Cliente che non va snobbato, dato che è a sua volta a caccia del posto per gli spareggi. Bisogna farlo ballare alla nostra musica. Ho un’idea, mettiamo sul piatto quel vecchio disco dei Vichinghi.

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