L'ANALISI
08 Dicembre 2023 - 05:25
CREMONA - Il sorriso è quello di una volta, quello che ha fatto innamorare l’Italia a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Novella Calligaris adesso è una donna elegante, da nuotatrice è diventata giornalista, ma continua nel suo impegno per lo sport. Rappresentante degli Azzurri d’Italia è stata ospite della sezione di Cremona ieri sera e nel pomeriggio nella redazione de La Provincia accompagnata dal presidente Maurizio Mondoni.
Ci spieghi il suo legame con Cremona.
«È una città che conosco bene e che mi rievoca ricordi belli. Sono molto amica del grande Oreste Perri, una persona davvero divertente oltre che un grande ct. Conosco anche Valentina Rodini, canottiera e oro olimpico. Qua da voi lo sport funziona».
Lei è stata il simbolo del nuoto azzurro, la prima a vincere alle Olimpiadi. Ora come va il movimento?
«Il nuoto italiano sta molto bene, abbiamo tanti ragazzi di talento. Io sono sempre una grande tifosa, ma di tutti gli sport. Appena vedo il colore azzurro mi batte il cuore, ovviamente per il nuoto ho una predilezione Ma è proprio lo sport che è nel nel mio Dna».
Ha fatto da poco l’attraversata dello Stretto di Messina, un bel messaggio.
«Era un modo per sensibilizzare tutti sull’uguaglianza e sull’importanza di fare attività anche con persone disabili. Riuscire a fare sport anche quando si è superata l’età dell’agonismo è importantissimo, sempre ovviamente dopo aver seguito i protocolli medici. Anche per noi diversamente giovani è fondamentale restare sempre in movimento. L’attraversata è stata divertente, come me c’erano ben nove medaglie olimpiche, di cui quattro d’oro, ma anche una ragazza diversamente abile e una azzurra con il Parkinson».
Chi sarà la nuova Calligaris?
«Abbiamo tanti giovani interessanti. Credo che Thomas Ceccon abbia le qualità giuste per entrare nella storia. Sa fare bene tanti stili e in più è un bellissimo ragazzo, il che non guasta per la costruzione del suo personaggio».
Lei si è sempre impegnata a favore dei giovani.
«Sono la nostra risorsa e lo sport rappresenta una scuola di vita. Il problema delle nuove generazioni è la socialità. Sono sempre curvi sui cellulari, ma il vero modo di stare insieme è quello di praticare un’attività. Ti dà la possibilità di confrontarti con altre persone, condividere uno spogliatoio, a volte una stanza di albergo. Si impara il valore della vittoria e anche quello della sconfitta e si studia per capire come evitarla. Nello sport si creano legami che durano per tutta la vita. Una rete di amicizie che con il passare degli anni diventano fondamentali. Di certo serve cambiare mentalità».
In che senso?
«La scuola deve diventare un luogo dove si studia l’attività sportiva che ormai prevede tutte le sfaccettature della società. C’è una parte di legge, una di diritto, una di studio delle metodologie di allenamento. Bisogna essere preparati e servono le strutture per poter lavorare. A Cremona siete fortunati, ci sono molte altre realtà che hanno pochissimi luoghi dove fare sport. Serve un cambio culturale che ci porti a vedere lo sport come un’attività sia fisica che mentale. Così come serve fare una piccola rivoluzione anche per il concetto di donne. Il patriarcato esiste, ma sono le mamme che devono contribuire a estirparlo crescendo i propri figli con la concezione di parità di genere. Le cose devono cambiare, ma bisogna metterci impegno in ogni ambito».
Il professor Mondoni ha toccato con mano tante realtà straniere.
«Sono appena tornato dal Messico e lì, come negli Stati Uniti, lo sport appartiene a un concetto diverso e legato alla scuola. Forse anche da noi servirebbe tornare ai tempi dei Giochi della Gioventù».
Importante il concetto di obiettivo?
«È fondamentale. Serve porsi delle mete raggiungibili e lavorare per poter arrivarci. Una volta centrato quello si alza l’asticella. La regola è fare un passo alla volta. Io come pensate che sia arrivata al record del mondo? Uno step dopo l’altro senza pormi obiettivi esagerati che rischiano di lasciarti distrutto alla prima delusione».
Che risultati potrebbe fare la Calligaris di allora nel mondo di oggi?
«Ogni tempo ha i suoi campioni. Decontestualizzare sarebbe sbagliato e i paragoni diventano impossibili da fare oggi. Io sono stata fortunata sotto tanti aspetti».
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