L'ANALISI
19 Aprile 2023 - 14:57
CREMONA - «Il migliore giocatore con cui ho giocato? Per la carriera direi Zlatan Ibrahimovic nel Milan, per il potenziale Kylian Mbappè ai tempi del Monaco». Basta questa risposta per capire che l’universo di Soualiho Meité è molto lontano rispetto a quello in cui la Cremonese è stata abituata a vincere in questi anni. A 29 anni senza dubbio è il giocatore dei grigiorossi con il passato più illustre, ma ora quello che conta è il presente e il numero 28 sta regalando ottime prestazioni. «Dobbiamo crederci in questa salvezza. Abbiamo tanti giocatori che per la prima volta affrontano la serie A e non è mai semplice. Mi sento bene qua e voglio continuare a lavorare con impegno, voglio imparare sempre. Con mister Ballardini c’è un ottimo rapporto e lo spogliatoio è compatto».
Dopo due vittorie la prossima tappa sarà a Udine.
«Stiamo spingendo forte in vista dei bianconeri. Sappiamo che l’Udinese è una squadra forte, sia fisicamente che tecnicamente. Dobbiamo avere fiducia e continuare con questa intensità».
La squadra sta attraversando un ottimo momento.
«Sì, ma contro l’Empoli non sono stato troppo soddisfatto. Abbiamo vinto e questo è quello che contava ma potevamo giocare meglio. L’Udinese non è una squadra che fa regali e quindi dobbiamo essere più precisi, più chiari e provare a giocare la partita come sappiamo fare».
Mister Ballardini ha detto che lei non si rende conto delle potenzialità che possiede...
«Più passano le giornate e più prendo fiducia. Cerco sempre di fare il massimo, cercando sempre di imparare cose nuove e migliorarmi».
Ha giocato in tanti ruoli nella Cremonese. Sembra aver trovato la collocazione giusta basso davanti alla difesa.
«Non è un ruolo che ero abituato a fare. Sono sempre stato una mezz’ala, giocando più avanti. Il mister però mi vede in questo ruolo e sono felice di poter dare il mio contributo».
La sua ex squadra, il Milan, ha raggiunto la semifinale di Champions. Se lo aspettava?
«Ho visto la partita e sono contento. Ho ancora tanti amici nei rossoneri. Hanno fatto quello che sanno passando meritatamente il turno. Hanno giocato due gare di grande compattezza. Sono contento per Rafa (Leao, ndr) che all’inizio ha fatto fatica a dimostrare le sue qualità e adesso sta facendo la differenza. È un giocatore importante».
Come sta andando l’adattamento alla Cremonese?
«Bene. Ho trovato un bellissimo spogliatoio. Tutti scherzano con tutti e il clima è quello giusto. Si lavora duro ma c’è lo spirito ideale. Dobbiamo essere sempre così compatti anche in campo. Nel calcio si può vincere e si può perdere ma conta sempre come affronti le partite. Se sei unito puoi ottenere risultati anche contro avversari più forti».
Il suo rapporto con il gol non è proprio idilliaco. Al di là di tutto calcia pochissimo in porta.
«Tutti me lo dicono... Alla fine dell’allenamento spesso faccia una sessione di tiro e i miei compagni si stupiscono che calci bene e mi chiedono come mai non lo faccia anche durante le partite. Ci devo lavorare. In realtà mi piace molto di più fare un assist che segnare un gol. Certo, ogni tanto non farebbe male andare in gol...».
Torino, Milano, Lisbona. Tante grandi città. Come va a Cremona?
«Sono nato a Parigi ma ho iniziato la mia carriera a Auxerre che è una piccola città, più piccola di Cremona. Sono abituato a vivere in realtà più contenute».
La Cremonese si può salvare?
«Ci crediamo fortemente. Ci sono ancora tante partite e tanti scontri diretti. In più anche con le formazioni di alta classifica abbiamo dimostrato di potercela giocare. Dal Milan alla Roma (che abbiamo battuto due volte). Ci proveremo fino alla fine. Vogliamo fare qualcosa di importante».
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