L'ANALISI
23 Luglio 2020 - 12:07
CREMONA (23 luglio 2020) - Un pubblico sulle prime sperduto, che prova a riprendere le misure con sé stesso e con una delle sale più accoglienti della città, come chi muove i primi passi dopo il trauma di un pesante infortunio. Alle 21 in punto, quando Lena Yokoyama - la musicista che il mondo ha conosciuto come ‘la violinista sul tetto dell’ospedale’ nei giorni più lividi del Covid – imbraccia lo Stradivari Vesuvio 1727, all’auditorium del Museo del Violino si respira un clima che viene davvero difficile chiamare la nuova normalità, ma che almeno per un po’ di tempo ci accompagnerà. Il Gala Monteverdi, un concerto voluto dall’Istituto Superiore di Studi Musicali Monteverdi, è un nuovo inizio carico di tensione ed emozione nel quale ogni cosa è familiare, ma anche molto diversa. Se infatti tutto è nuovo stasera – con un pubblico completamente mascherato, isolato nelle distanze dei due, a volte tre posti tenuti liberi per ragioni di sicurezza fra una persona e l’altra – è il potere taumaturgico della musica a non essere per nulla cambiato.
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