L'ANALISI
01 Aprile 2017 - 12:35
Ostuni. O Houston, come si diverte a chiamarla il fisarmonicista Vince Abbracciante. Un giro nella città bianca, dai tetti per guardarla nel suo candore di calce alla cattedrale del Quattrocento, bel gotico fiorito con, all'interno, una pala d'altare lignea dei quattro protettori della città: Sant'Oronzo, Biagio, Agostino e Irene. A custodire la città, però, nel silenzio del Museo delle civiltà preclassiche, c'è anche la Donna di Ostuni: scheletro di madre in attesa di un figlioletto e unico esemplare di consanguinei del Paleolitico. È la mamma più antica del mondo rinvenuta nel parco archeologico di Agnano, in una zona a quell'epoca dedita al culto della Grande Madre. Ostuni ha una doppia identità: collinare come si evince percorrendo la Strada dei Colli, appunto, fino al santuario di Sant'Oronzo, e marina. Così, scendendo verso Torre Pozzella, è il caso di dedicare una suonata al mare
(Antonella Gaeta)
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