L'ANALISI
07 Giugno 2023 - 05:25
CREMONA - Un omicidio, lotte fratricide, parricidi, un sistema che governa il mondo ma ha le basi friabili, intrighi, corruzione, lusso e ‘giochi pericolosi’. Una storia ambientata nella ricca e gaudente penisola sorrentina, in cui gelosia e ambizione, sete di ricchezza e di potere, segreti di famiglia e intrighi politici sono le note di un canto ammaliatore che, come quello delle sirene, conduce inesorabilmente alla rovina. Elio Sparziano, soldato fedelissimo di Roma e dei suoi valori più nobili, bibliofilo accurato, recensore di bordelli e storico di fama, si muove in questo clima nel 306 dopo Cristo. A ben vedere, però, potrebbe essere uomo dei giorni nostri. E forse Ben Pastor, che di Spaziano è la madre letteraria, voleva significare proprio questo parallelismo con la sua nuova avventura, ‘La morte delle sirene’.
Come sempre ‘viaggia’ sul crinale che separa uno splendido giallo e il racconto della grande Storia e di piccole storie di uomini e donne assetati di ricchezza e di potere. Non è un caso se come epigrafe per ogni capitolo l’autrice ha scelto frasi da ‘I fratelli Karamazov’ di Fëdor Dostoevskij, la storia del violento conflitto tra un padre e i figli che si conclude con un delitto e un errore giudiziario. Un romanzo, anche questo di Pastor, accuratissimo nel raccontare luoghi e avvenimenti, una autentica ed efficace lezione di storia, dalla scrittura raffinatissima, colta, mai banale e senza sbavature, dovuta anche alla bravura del traduttore Luigi Sanvito (Pastor scrive in inglese). L’autrice italo americana ne parla con Paolo Gualandris nella videointervista ‘Tre minuti un libro’ online da oggi sul sito www.laprovinciacr.it.
Dunque, non c’è niente di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire in prima battuta. «Sante parole - risponde -. È notizia di questi giorni come all’interno delle famiglie si possa svolgere ogni genere di crimine efferato. Ugualmente, la politica presenta anche episodi opachi, quando non ha addirittura di sopraffazione e di corruzione. Quindi sicuramente potremmo essere nel 306 dopo Cristo o, comodamente, anche oggi». L’Impero romano sta attraversando uno dei suoi periodi più bui, e nel passaggio dalla Prima alla Seconda Tetrarchia la lotta per la successione è a dir poco feroce. Determinato a mantenere l’ordine, l’imperatore Galerio affida al suo ufficiale Elio Sparziano una delicata missione: consegnare un plico al giovane e ambizioso Massenzio, che si trova a Roma, in cui quest’ultimo viene apparentemente invitato a non comportarsi da usurpatore e a rispettare l’attuale, fragile equilibrio di potere.
In attesa di essere ricevuto, Sparziano si ferma alle pendici del Vesuvio, a Surrentum, ritenuta l’antica dimora delle sirene, creature mitiche, messaggere di sventura e incantatrici di uomini. Qui si dedica alle sue attività parallele di storico, quando un ricco mercante, Pelagio Teodoro, viene trovato assassinato. Mentre cerca di districarsi tra moventi e false piste, Sparziano ha un incontro inaspettato, che rovescia le sorti della sua missione. Mosso come una pedina di uno scacchiere più grande, riceve un ordine che non può rifiutare ma che metterà a repentaglio la sua stessa vita.
«Sicuramente è il momento in cui tutto cambia - spiega la scrittrice -. È un topos che ritroviamo nei gialli: molto spesso niente è come sembra e dopo questo niente sarà lo stesso. In realtà il 306 d.C siamo proprio in equilibrio tra due posizioni completamente diverse, quelle di una tetrarchia, un governo a quattro, che aveva portato stabilità a questo impero immenso che va da una parte all’altra del mondo allora conosciuto e un momento di inquietudine totale all’interno del quale ci sono i giovani turchi, come si direbbe oggi, cioè ragazzi che vogliono prendere il posto dei vecchi, che si chiamano Costantino e Massenzio. Due giovani che vogliono avere la loro chance di un ruolo imperiale. All’opposto, abbiamo i vecchi che non vogliono farsi da parte».
E che cosa c’entrano le sirene? «Nella penisola sorrentina ci sono molti luoghi che derivano il nome proprio da queste semi divinità marine foriere di problemi per i marinai, perché si sa che il canto delle sirene incanta al punto tale da fare sbattere sugli scogli le navi dei malcapitati». Quindi il nostro eroe può essere distratto da quel canto nel corso delle sue missioni. Riesce a resistere perché è uno stoico, un uomo particolare per passione e dedizione a Roma in una terra dove le tragedie vengono vissute con disincanto, dove la qualità della vita è alta, dove il pettegolezzo vince su tutto. Dove, insomma, gli abitanti si godono la vita. «La caratteristica umana che lo salverà, a parte la sua educazione stoica, è la sua modestia».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris