L'ANALISI
02 Febbraio 2024 - 11:50
CASALMAGGIORE - «Sono un cantautore in abito rock». Così si definisce Stefano Savazzi, parlando del suo primo lavoro solista ‘In ogni battito’. Un album di dieci canzoni con l’omaggio a quel modo di essere rocker che va 'dalla via Emilia al West', con il cuore che batte tra la bassa Lombardia e l’Emilia e la testa che pulsa frenetica sui ritmi del rock’n’roll e del blues a stelle e strisce. Savazzi, storico musicista e autore di Casalmaggiore – da molti anni è l’anima degli Acrimonia –, ha realizzato dunque il grande passo con il suo primo album solista. Il rocker casalasco racconta e soprattutto si racconta in dieci canzoni dal sapore autobiografico, mettendo a nudo anima e cuore.
«Ho registrato questi pezzi durante il lockdown, come provini, che poi sono diventati i brani dell'album, concentrandomi molto sui testi. Rispetto al passato ci sono canzoni più intimiste, che parlano di me». L’album è stato anticipato da tre singoli, con relativi video, nei mesi scorsi: ‘La mia Irlanda’, ‘Non mi conosco più’ e ‘A Leon’ (quest'ultimo pubblicato il 15 dicembre scorso con la regia del casalasco Alessandro Zaffanella). «Ho scelto di fermarmi qui. Gli altri brani dell’album non saranno in formato digitale, ma fisico e chi vorrà ascoltare l'intero cd deve contattarmi alla mail stefano@acrimonia.com».
«È un album – prosegue Savazzi — in cui non c’è un genere uniforme, ma ho spaziato liberamente tra gli stili che sono più vicini al mio modo di essere. ‘A Leon’, per esempio, è una ballata dedicata a mio figlio e quando ne parlo mi emoziono sempre. L’ho scritta in cinque minuti ed è la più importante eredità che gli possa lasciare. Faccio fatica a scrivere canzoni che parlino di me, che, tra l’altro, dovrebbe essere l’argomento in assoluto che meglio conosco al mondo. Ma scavarsi dentro è difficile ed è ancora più difficile non essere banale, ma mettere in musica questo ti costringe a guardare con nuove prospettive. L’altro sforzo che ho fatto è stato quello di raccontare altro». L’‘altro’ sono le amicizie intrecciate negli anni, come ne ‘Il gigante’ dedicata a una persona che non c'è più, oppure i riferimenti umani coltivati negli anni come in ‘Felicia’ che parla della mamma di Peppino Impastato.
Dieci canzoni che nascono senza compromessi, nell’intricata relazione che mente e cuore intrecciano tra loro negli anni. E poi ci sono le emozioni e le ispirazioni che una canzone può dare a chi le ascolta. È il caso di ‘Per una Strato Foam Green’ un brano in perfetto stile ZZ Top che ha fatto nascere un racconto breve di Nicola Barili, collaboratore del giornale La Provincia intitolato ‘Era un po’ caldo per essere inverno’ che narra del viaggio di una rockstar in un luogo dove l’andata è spesso scontata, ma il ritorno molto meno. ‘In ogni battito’ è un album intenso, che regala emozioni, con Savazzi che apre il libro della sua anima per farsi leggere, farsi conoscere nelle pieghe più intime e regalare sorprese. E come canta in ‘Per una Strato Foam Green’ inneggiare alla vecchia e cara passione di una vita: «Di rock’n’roll sono malato».
Ad accompagnare Savazzi in questa avventura gli amici di sempre: Giovanni Tumino alla batteria e Dario Cavalli al basso (ovvero gli altri due membri degli Acrimonia) e Calogero ‘Kalo’ Siracusa alla chitarra. Ma l'album è anche ricco di ospiti: Andrea ‘Cucchia’ Innesto, storico sassofonista di Vasco Rossi, Anchise Bolchi, violinista per tanti anni di Ligabue, Alevtina Matveeva, violoncello, Gilberto Vicini, Hammond, Marco Micolo, pianoforte e tastiere, Enrico Sarzi Madidini, cori, e Roberto Aldrigo, percussioni.
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