L'ANALISI
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04 Ottobre 2022 - 18:04
CREMONA - Alessandro Quarta, violinista di livello internazionale, è ospite nella redazione del quotidiano La Provincia in vista della sua imminente partecipazione sotto i riflettori dell'Auditorium Arvedi per la decima edizione dello Stradivarifestival l'8 di ottobre. Risponde alle domande del direttore Marco Bencivenga.
Stradivarifestival festeggia un traguardo importante, ovvero il suo decimo compleanno, e Alessandro Quarta onora una promessa.
«Tra me e il direttore artistico Codazzi c'è una grande stima. Un giorno di due anni fa l'ho chiamato e gli ho proposto il duo con mio fratello Massimo, con cui non ho mai, mai suonato! Lui mi ha chiesto di prometterglielo, e una promessa è una promessa. Per me e mio fratello sarà la prima in assoluto ed è per noi un grande onore aprire uno dei festival musicali più importanti al mondo».
Si chiama Stradivari ma Quarta non suonerà uno Stradivari.
«In realtà sotto un certo aspetto sì: questo violino è un Gagliano, allievo di Stradivari. È tutto fatto da Alessandro Gagliano, ma la vernice è del maestro Stradivari, quindi lui almeno per un 30% c'è».
Se dovessi raccontare a qualcuno che non ti conosce "chi è Quarta" ti descriverei con la parola "energia". Ti ci ritrovi?
«Grazie per questa definizione, ma io preferisco un'altra parola: "passione". L'energia la vedo come un risultato della combinazione di sacrificio e disciplina, che però non possono essere l'unico fondamento di una professione, altrimenti non si va da nessuna parte. Il talento non basta, sacrificio e dedizione devono essere mossi solo dalla passione».
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