SOS ACQUA
27 Aprile 2022 - 05:20
CREMONA - Ironia, tristezza, riflessioni sulle cose della vita, ma anche una piccola luce in fondo al tunnel. È questo il registro narrativo di Roberto Livi, che viene confermato anche nel suo ultimo romanzo, «Solo una canzone», che presenta nella videorubrica «Tre minuti un libro», curata da Paolo Gualandris, online da oggi sul sito www.laprovinciacr.it. Una storia sull’infelicità diffusa e sul desiderio di superarla, in cui ogni personaggio vive di vita propria grazie alla bravura dell’autore.
«Sta proprio nel contrasto tra l’amarezza dei protagonisti e un minimo di comicità, forse involontaria, il mio modo di raccontare», conferma lo scrittore pesarese che, oltre a scrivere romanzi, nella vita costruisce strumenti musicali. Il protagonista è un ristoratore non esattamente stellato. «Anzi è proprio il contrario perché purtroppo si ritrova a fare questo mestiere nel suo locale La luna nel pozzo senza avere un minimo di vocazione. È stanco di servire cibi scongelati di bassa qualità e di ricevere recensioni negative, e stanco di tornare a casa da una moglie che lo rimprovera, perennemente insoddisfatta di lui. Un lavoro difficilissimo, si dice che sia in assoluto il più faticoso del mondo. Oltretutto esposto al giudizio altrui da quando ci sono le e possibilità di lasciare recensioni sui vari siti specializzati. E connesso alla fatica, c’è quindi anche il pubblico ludibrio, cioè il rischio di essere esposto a recensioni terribili. Il nostro ha grande difficoltà ad affrontare questi giudizi, se la prende a male, li considera attacchi personali, si offende e finisce per odiare sempre di più i suoi clienti e quindi serve a servire il cibo sempre più scadenti ai pochi che gli restano». Inoltre prende, diciamo così, recensioni negative anche da sua moglie Ave, una sapientona che sa sempre tutto.
Spiega Livi: «Sposarsi è stato un altro errore della sua vita, oltre al mestiere sbagliato ha scelto anche la moglie sbagliata, ma ne è stato attratto dal fatto che è una persona istruita, è una paleontologa che quindi conosce i misteri profondi della vita dell’esistenza». Avelo considera essenzialmente un fallito, lo accusa di non avere interessi, di non aver amici, di non avere - in una parola sola - desideri. In realtà lui ne ha uno, grande: «Vorrebbe scrivere almeno una canzone che sia talmente bella da non poter essere giudicata, qualcosa che riesca a sfuggire al giudizio delle persone. Perché anche a lui capita di ascoltare una melodia talmente bella da non poter essere giudicata. È tutta la vita che ci prova a scrivere un brano capace di far venire i brividi, di appassionare talmente l’ascoltatore da emozionarlo. A lui basterebbe riuscire a trovare il ritornello che ha già in testa, che intona nel ristorante di notte, o sull’acqua, tra le gole dei monti, sognando un pubblico che non c’è». Lui vorrebbe cantare per Agnese. Se riuscisse «a farle venire le carni cappone, potrebbe smettere di vestirsi sempre di nero, potrebbe fare quel che non ha mai fatto». Ha conosciuto Agnese a La luna nel pozzo: è l’amante del Quercia, il suo nemico giurato, spaccone e nullafacente. A differenza del tizio con cui s’accompagna, lei è gentile e ama la musica: la canzone può essere un buon modo per far colpo su di lei. Da qui si dipana la trama fino alla sorpresa finale, che naturalmente non verrà svelata. Diciamo che se per lui è una canzone, per l’autore è un libro lo strumento del possibile riscatto. «Naturalmente anche scrivendo ci si offre al giudizio delle persone. Io ogni tanto i fatti mi diverto a leggere le recensioni di grandi libri come per esempio La coscienza di Zeno. È divertentissimo andare a vedere quelle di certe persone che lo stroncano. Demolire Svevo è una cosa che non dovrebbe essere possibile. Quindi, quando vedo che qualcuno lascia una brutta recensione sul mio libro dico ‘vabbè, mi rassegno, se hanno stroncato Svevo, possono farlo anche a me».
Per dirla in tutta sincerità, proprio non ne possiamo più di questo mondo di stroncatori. «Questo è vero - conclude Livi -. Però è anche vero che bisogna riuscire ad accettare. I fondo il lettore ha sempre ragione: dal momento che compra un libro ne diventa il padrone, lo costruisce, comincia a immaginarsi personaggi e paesaggi e dialoghi le voci dei protagonisti».
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