L'ANALISI
08 Dicembre 2021 - 06:00
CREMA - È ambientato ad Amatrice, è uscito cinque anni dopo il terremoto che distrusse e portò morte al confine tra Lazio, Marche e Abruzzo, ma non è un libro sul terremoto. «È essenzialmente incentrato sulla natura, sull’animo umano e sulla capacità di resistenza-resilienza che l’uomo può mettere in campo», spiega Franco Faggiani, autore del romanzo «Tutto il cielo che serve», protagonista della videorubrica «Tre minuti un libro» in rete da oggi.
Di questi elementi qual è il prevalente?
«La ripartenza, ne abbiamo tanto bisogno, soprattutto adesso sotto tutti gli aspetti… La natura è il filo conduttore di tutte le mie storie, di tutti i miei libri e poi questo desiderio di ripartire anche dopo catastrofi immani come possono essere quella del terremoto e anche quello della pandemia, evidentemente». Un romanzo sulla forza della natura e sulla capacità dell’uomo di adattarsi a questa legge, dunque, ambientato in una delle zone meno conosciute e più belle d’Italia. La protagonista, Francesca Capodiferro, geologa e caposquadra dei vigili del fuoco di Roma, si trova in missione sui monti della Laga.
Il nome la autodefinisce.
«È un personaggio forte e aveva bisogno di un nome adeguato. Il suo migliore amico, uno tosto anche lui, si chiama Ferraioli: come dice il loro vecchio professore di filosofia, insieme avrebbero potuto aprire un meraviglioso negozio di ferramenta».
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