CALCIO
07 Settembre 2021 - 22:12
CREMONA - Francesco De Gregori sul palco di piazza del Comune canta e si racconta. E riavvolge il nastro del tempo fino agli anni degli esordi: "Era comodo questo fatto che uno prende la chitarra e la carica in macchina, in treno, dove vuole... Poi suona e viene pagato. Quasi sempre. Venditti invece aveva il piano e per lui era tutto più problematico", scherza il Principe, subito dopo aver offerto alla platea una versione in solitaria di Cose, brano recuperato dall’album Mira Mare 19.4.89. Poi si lancia in un aneddoto che somiglia a un apologo: "Facevo anche da spalla ad artisti più famosi di me. Mi ricordo un gruppo in particolare, con un chitarrista straordinario che suonava ad un volume pazzesco: tipo strano, affascinante, vestito in maniera stravagante, anche un po' fluido diremmo oggi. Col pubblico aveva un rapporto di natura fisica. La gente tirava di tutto sul palco: pezzi di panini, pallette di carta, sigarette accese...".
"Io, alle prime armi, mi sentivo abbastanza imbarazzato con questi selvaggi. Di solito durante le mie esibizioni c'era un brusio di disattenzione in cui galleggiava qualche insulto. Come mi dicessero: se non lo sa Alice, che ca**o ne sappiamo noi? Ma loro, d'altra parte, erano indaffarati a mettere da parte i proiettili da tirare ai loro beniamini". Poi prosegue: "Il mio impresario mi diceva: minimo devi fare tre canzoni, se no non ti paghiamo. Ma se il pubblico è entusiasta puoi fare anche la quarta. Non l'ho mai suonata. Così ho imparato una cosa: mai fare più di tre canzoni per chitarra e voce, se sei da solo in scena". De Gregori rimane sul palco in compagnia della sua Gibson acustica per eseguire L’uccisione di Babbo Natale e A pà, prima dell'ingresso della band. Nella scaletta si srotolano cinquant'anni di carriera con Scacchi e tarocchi, La testa nel secchio, La storia siamo noi, Caterina, Atlantide e poi classici come Titanic, Il cuoco di Salò, Alice, Sangue su sangue, Generale, Pezzi di vetro e Rimmel. Una serata memorabile.
IMMAGINI: FOTOLIVE - SALVO LIUZZI
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