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CREMONA. IL VIDEO

Giovanni Soldini: «Il mare non è infinito. Dobbiamo imparare a rispettarlo»

Il celebre navigatore solitario è intervenuto questa sera al nuovo campus del Politecnico di Cremona per un incontro dedicato alla sostenibilità. «Si tratta di una parte fondamentale del pianeta: va difeso. Stiamo perdendo equilibrio e biodiversità, serve più ascolto verso la scienza»

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

07 Novembre 2025 - 17:38

CREMONA - Dai mari, dagli oceani alla Bassa Padana, nel nuovissimo campus del Politecnico Giovanni Soldini stasera a Cremona per parlare di sostenibilità e protezione del mare.
Qual è che nesso c'è e qual è il suo impegno in questo senso?
«Visto che ho passato molto tempo in mare. Il mare è la mia passione e sicuramente il mare è anche buona parte del nostro pianeta e quindi va assolutamente difeso».
Qual è il ricordo delle sue navigate in solitaria e ne ha nostalgia? Cosa hanno cambiato nella sua vita e nel senso del navigare o nel promuovere il rispetto dell'ecosistema?
«Sicuramente quando si naviga in solitario, ma anche in equipaggio, si passa del tempo in un ambiente che non è il nostro, ma è anche un ambiente che ci fa vedere, forse, anche il vero posto dell'uomo e la vera dimensione rispetto alla natura».
Quindi è sicuramente un'esperienza che ti aiuta anche a pensare alla natura, all'equilibrio che l'uomo deve trovare e che forse ha un po' perso. E il progetto che sta portando avanti in cosa consiste?
«Non non c'è nessun progetto, semplicemente ho avuto la fortuna di incontrare tanti scienziati che mi hanno illuminato, mi hanno spiegato tutto quello che sta succedendo oggi in mare e quindi ho potuto approfondire le attività che si stanno facendo, le possibili soluzioni e quello che sta che sta accadendo in questi decenni. Il mare è messo male, perché lo sfruttiamo senza un progetto. Il mare non è infinito e se non saremo capaci di metterci d'accordo e di gestire le risorse marine in una maniera un po' più intelligente, sicuramente andremo incontro a grossissimi problemi. Il mare ora è molto caldo perché ha assorbito gran parte del calore della Terra negli ultimi 50, 100, 200 anni e quindi ha tanti problemi. Stiamo perdendo molte barriere coralline che sono un po' come le foreste del mare da dove la biodiversità si riproduce. Per fortuna c'è la scienza con tantissimi scienziati in giro per il mondo che cercano di combattere e che studiano questi fenomeni. Bisogna solo dargli retta un po' di più, ma è difficile farsi ascoltare».
La sua esperienza può aiutare a il rapporto fra l'uomo e il mare?
«Faccio quello che posso e appunto sono molto contento di aver collaborato, nel mio piccolo, con la comunità scientifica e soprattutto sono contento di aver conosciuto delle persone molto preparate e appassionate».
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