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CASALMAGGIORE. OSPEDALE OGLIO PO

Con i clown il sorriso è una cura

Da quasi 20 anni i volontari con il naso rosso frequentano i reparti di Pediatria e Cardiologia. Allegria e leggerezza nel percorso per alleviare ansia e solitudine

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

17 Maggio 2025 - 15:58

CASALMAGGIORE - Ogni sabato una squadra di clown volontari entra in punta di piedi nell’ospedale di Casalmaggiore, portando con sé nasi rossi, pupazzi, palloncini e parole gentili. Sono i volontari dell’Avulss di Mantova, che da quasi vent’anni portano la clown terapia nei reparti di Pediatria, Pronto soccorso pediatrico e Cardiologia. Lo fanno con costanza, empatia e una convinzione incrollabile: il sorriso è una forma concreta di cura.

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Da quasi due decenni, ogni sabato mattina, la clown terapia accompagna le giornate dell’ospedale Oglio Po, trasformando i corridoi in piccoli spazi di leggerezza. I clown volontari dell’Avulss– con nomi come Frittella, Domino, Drilli, Pop Corn, Pinky, Violetta e Penna – non portano solo colori e pupazzi, ma ascolto, attenzione e presenza. «Il nostro obiettivo è donare sorrisi – racconta Frittella, alias Valentina Falavigna –. Giochiamo, facciamo magie, modelliamo palloncini, mimiamo animali, parliamo con i bambini. Le loro storie sono infinite. E quando ci salutano con una stretta di mano e un sorriso, capiamo che il nostro esserci ha un senso. È emozionante!».

Il loro intervento non si limita al reparto di Pediatria. Anche in Cardiologia, i clown trovano spazio, ma con un approccio diverso. «Lì non si gioca – spiega ancora Frittella –. Portiamo magari un palloncino, ma soprattutto ascoltiamo. Le persone ricoverate hanno spesso solo bisogno di qualcuno che li ascolti, che li faccia sentire visti. Qualche parola e un sorriso possono davvero spezzare il silenzio di una giornata difficile».

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La clown terapia, quindi, non è solo un diversivo: è un ponte relazionale, come sottolinea Claudio Cavalli, direttore della Pediatria aziendale dell’Asst di Cremona. «Da decenni, in Europa e Nord America, la presenza della gioia nei reparti pediatrici è riconosciuta come un elemento fondamentale per il benessere emotivo del bambino. Il clown in ospedale non è un intrattenitore, è un ponte relazionale. Un bambino chiuso nella paura può ritrovare apertura e fiducia».

Anche per il personale medico e infermieristico, il lavoro dei clown è parte integrante del processo di cura. Barbara Lunardini, caposala della Pediatria dell’Ospedale Oglio Po, spiega: «Il bambino che si trova in ospedale, lontano da casa, ha bisogno anche di sentirsi accolto. Anche l’ambiente è parte della cura. Tutto il nostro personale lavora per rendere gli spazi belli, colorati e sereni. I corridoi e le stanze cambiano addobbi a seconda del periodo dell’anno, perché anche questo aiuta a rendere l’esperienza del ricovero meno traumatica, anzi, il più possibile positiva».

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Dietro ogni sorriso c’è un incontro, un frammento di umanità condivisa. Lo ricorda con voce rotta dall’emozione Domino, uno dei clown storici del gruppo: «Mi ricordo quando siamo entrati nella stanza di un signore non vedente. Era solo, senza nulla attorno. Abbiamo cantato insieme. Ci ha preso le mani e piangeva. Anche noi piangevamo. In quei pochi minuti ha rivissuto un pezzo della sua giovinezza. È stato un momento che non dimenticherò mai».

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