L'ANALISI
15 Maggio 2025 - 05:25
CREMA - Guido Manfredi, laurea in medicina e chirurgia all’università di Parma, specializzazione nello stesso ateneo e un dottorato di ricerca in fisiopatologia e genetica delle malattie osteometaboliche, è il responsabile del dipartimento di area internistica e primario del reparto di gastroenterologia ed endoscopia dell’ospedale Maggiore. Nel curriculum, esperienze professionali a Tokyo, Tel Aviv e Helsinky.
Quando un approfondimento diagnostico come la gastroscopia si rende necessario?
«Quando sospettiamo che ci sia una patologia organica, ovvero una malattia che ha un corrispettivo anatomico, visibile con tecniche di immagini, oppure anche con la semplice endoscopia».
Quali sono le lesioni o comunque le patologie che riuscite a identificare con questo tipo di approfondimento?
«Sono molteplici. Come ad esempio l’ulcera, che tutti noi abbiamo ben presente. Oppure la gastrite, ossia l’infiammazione della mucosa dello stomaco, ma anche le lesioni sanguinanti, i polipi. E, purtroppo, lesioni tumorali».
Il reparto che dirige ospita, annualmente, il corso Gastroquality. Di che cosa si tratta?
«È un corso ormai alla sesta edizione, in cui ospitiamo medici da tutta Europa, per approfondire la gastroscopia di qualità. Si tratta di un esame, comunemente inteso come molto semplice. Ma purtroppo, sappiamo che si è veramente efficaci nella prevenzione della malattie più impegnative, come quelle tumorali, solo se le diagnostichiamo precocemente. È un corso su come si possa giungere a una diagnosi che sia veramente precoce».
Nel suo reparto vengono impiegate tecnologie avanzate, di cosa si tratta?
«Le lesioni tumorali, anche agli esordi, sono veramente microscopiche, quindi difficili da riconoscere. Per questo la tecnologia ci viene incontro con strumenti ad alta definizione: la cromoendoscopia e la magnificazione sono gli argomenti principali proprio del nostro corso. La cromoendoscopia è un’endoscopia che usa un’emissione di luce particolare, che risalta alcuni aspetti tipici della mucosa, soprattutto patologica: alterazioni vascolari o un epitelio, cioè il rivestimento interno dello stomaco alterato. E la magnificazione ingrandisce fino a 130-136 volte la mucosa. Ovvero, cerchiamo di studiare al meglio con tutte le nostre ‘armi’ lo stomaco, per trovare le lesioni e quindi trattarle in modo molto efficace».
Quindi una diagnosi precoce è fondamentale per una cura più efficace?
«Assolutamente sì, è corretto. Una diagnosi avanzata offre cura certamente, ma le possibilità di cura e di guarigione sono notevolmente aumentate da una diagnosi precoce. Trovare una lesione, possiamo definirla invisibile, fino a pochi anni fa era fantascienza. Adesso ci sono metodi molto efficaci e questi corsi, che noi organizziamo, sono ad esempio utili per sensibilizzare, allenare l’occhio del partecipante, dare l’entusiasmo di una continua ricerca per scoprire lesioni minime. Ciò costa fatica in termini culturali, di studio e di applicazione. Ricordo che la nostra zona presenta un’incidenza medio-alta del cancro dello stomaco e quindi, siamo convinti che valga la pena di questo sforzo».
Quando sarà il prossimo appuntamento con il corso a livello internazionale?
«Proprio in questi giorni (oggi e domani Ndr), faremo una full immersion con lezioni teoriche, confronti, diffusione di notizie e casi clinici. Ci coadiuveranno anche i colleghi giapponesi, che da sempre sono i massimi esperti nella gastroscopia di qualità».
Qual è il ruolo degli stili di vita, nella prevenzione delle patologie gastrointestinali?
«Sono fondamentali. Purtroppo ci sono dei rischi che sono ineliminabili, ad esempio la predisposizione genetica non possiamo cambiarla. Ma tutti i fattori di rischio che possiamo eliminare vanno tolti di mezzo. Ad esempio un consumo eccessivo di alcol, il fumo di sigaretta. Probabilmente esistono anche altri fattori di rischio, ma va prestata attenzione a uno stile di vita corretto, con attività fisica, che consigliamo anche per altri tipi di prevenzioni. Oltre a una dieta varia e bilanciata. Fortunatamente, noi abbiamo la dieta mediterranea, che è la migliore in tutto il mondo per la prevenzione, per la longevità. In oltre, se sappiamo di avere una predisposizione, una gastrite cronica, un’infezione da helicobatter che è quel germe che dà gastrite e ulcera, allora è bene sottoporsi a controlli endoscopici regolari, in base a quanto dice il nostro medico».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris