L'ANALISI
17 Novembre 2024 - 15:14
CREMONA - Il torrone, dolce simbolo delle festività natalizie italiane, racconta una storia affascinante che attraversa l'intero Stivale. Paolo Massobrio, noto giornalista gastronomico, ha recentemente offerto una panoramica su questo dolce dalle molteplici sfaccettature, evidenziando le differenze tra i torroni del Nord e quelli del Sud Italia. Un viaggio tra tradizione, innovazione e cultura, che esplora le diverse varianti di torrone che caratterizzano ogni angolo del Belpaese.
La prima curiosità che emerge dal racconto di Massobrio riguarda la principale differenza tra i torroni del Nord e quelli del Sud Italia: gli ingredienti. "I torroni del Nord, come il celebre torrone piemontese, utilizzano nocciole Tonda Gentile delle Langhe, un'eccellenza del territorio, insieme al miele e all'uovo", spiega Massobrio. Questa tipologia di torrone si distingue per il sapore ricco e la consistenza compatta, frutto di una tradizione che affonda le radici nella cultura agricola e artigianale del Piemonte.
Al contrario, nei torroni del Sud, in particolare in Campania e Sicilia, l'ingrediente principale è la mandorla. "Il torrone siciliano è un omaggio alla cultura araba, dove il miele è il collante che lega i sapori e le tradizioni di queste terre", continua Massobrio. In queste regioni, la mandorla è l'ingrediente principe, che conferisce al torrone una fragranza unica e una croccantezza inconfondibile.
Massobrio evidenzia come la storia del torrone sia un viaggio che unisce l'Italia da Nord a Sud, ma anche oltre i confini nazionali. "I torroni siciliani, con il loro legame con la cultura araba, raccontano una storia che affonda le radici nella tradizione mediterranea", afferma il giornalista. Il miele, ingrediente fondamentale in tutte le varianti di torrone, funge da collante tra le diverse tradizioni, creando un filo conduttore che lega le diverse ricette e interpretazioni del dolce.
La storia del torrone italiano è anche legata a eventi storici importanti, come la nascita del torrone a Cremona. Alla fine del 1800, le aziende Vergani e Sperlari, due delle più storiche aziende cremonesi, hanno saputo dare nuova vita al torrone, grazie a un'invenzione che ha reso il dolce popolare e legato alle celebrazioni del Natale. In particolare, la leggenda del torrone di Cremona è associata al matrimonio tra Biancamaria Visconti e il Duca di Milano, evento che ha visto il dolce cremonese come protagonista delle celebrazioni.
Ma dove si inserisce Cremona in questo panorama di torroni italiani? Secondo Massobrio, Cremona si pone come una vera e propria "capitale del torrone", con una tradizione consolidata che affonda le radici nell'industria artigianale. "Cremona è una capitale del torrone, con una sua tipologia distintiva che ha avuto successo sia a livello artigianale che industriale", sottolinea Massobrio. Questa affermazione è supportata dalla storicità e dal successo che le aziende cremonesi come Vergani e Sperlari hanno riscosso nel corso dei decenni.
In effetti, la Festa del Torrone di Cremona, evento che celebra il dolce tipico della città, è considerata la fiera nazionale del torrone, attirando visitatori e appassionati da tutta Italia e oltre. "Cremona, pur essendo legata a una leggenda, ha saputo trasformare il torrone in una tradizione vivente che continua a prosperare, trovando un equilibrio perfetto tra artigianalità e industrializzazione", conclude Massobrio.
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