L'ANALISI
07 Settembre 2024 - 16:45
CREMONA - Questa volta nessuno si è trovato in barca a schivare tronchi e ramaglie: l'allarme ha funzionato e le enormi cataste che questa mattina hanno invaso il Po, da Monticelli a Casalmaggiore, passando da Cremona, non hanno fatto danni. Almeno per ora, visto che un grande 'iceberg' di legna e rifiuti si è incastrato sotto il primo pilone del ponte e incombe sulla Baldesio, la Mac e la Cmc.
L'allarme è scattato attorno alle 10, a causa del maltempo che ha flagellato il nord della Lombardia. Questa mattina anche i volontari del Nibbio, con il loro presidente Fabio Guarreschi, stavano controllando le rive. Dai fiumi affluenti diretti o indiretti del Po è sceso a valle di tutto: tronchi enormi, alberi sradicati, ramaglie, rifiuti di ogni genere, una massa di materiali che è stata fermata dalle paratoie della diga di Isola Serafini, a Monticelli d'Ongina.
La pressione è enorme, tra l'altro con il Po in crescita (al Ponte della Becca segnava -88 centimetri dallo zero idrometrico e a Piacenza più due metri e 50, a Cremona meno due), la diga ha contenuto fino a quando ha potuto, le ruspe in dotazione all'impianto, ha recuperato quintali di materiale, ma poi si è reso necessario alleggerire le paratoie.
Dalla centrale è partito l'avviso alla prefettura di Cremona: dobbiamo aprire per rilasciare il materiale. Gli uffici hanno immediatamente avvisato Aipo e Comune di Cremona che a loro volta hanno allertato le canottieri e tutti gli operatori fluviali. «Siamo stati avvisati in tempo - conferma il presidente di Assocanottieri e della Flora, Pierangelo Fabris - abbiamo allertato tutti i colleghi, per il momento non si registrano danni, però abbiamo visto passare di tutto, non so come, ma sarebbe meglio evitare situazioni del genere. Ma ripeto, almeno il sistema di allarme ha funzionato».
Nelle società sono stati affissi cartelli di divieto di navigazione (in alcune, per prudenza sono state ritirate le chiavi delle barche) e poi gli addetti si sono precipitati sul Lungo Po Europa per mettere in sicurezza attracchi, imbarcazioni, le altre strutture e vedere il fiume completamente ricoperto di legna, detriti e rifiuti, in parte già passato dalle canottieri a monte del ponte, Flora, Bissolati, Tamoil e Dfl, in parte trascinato ancora dalla corrente nella 'curva 45', quella prima del pennello del mandracchio.
Anche questo secondo 'assalto' però è passato quasi indenne, gli uomini delle canottieri hanno ritirato prontamente gli attracchi, qualche tronco è finito sotto la chiglia di alcune barche facendole 'saltare', ma senza provocare danni, anche perché gli addetti sono andati avanti e indietro per metterle in sicurezza, nonostante i grandi mulinelli che cercavano di inghiottire tronchi e quant'altro.
L'iceberg di legna dopo il passaggio delle quattro canottieri si è scontrato con i primi piloni in riva sinistra del ponte, dove il fondo del fiume si alza. Una parte si è frantumata in mille pezzi spargendosi per sull'acqua e per tutto il pomeriggio detriti e tronchi sono sfilati da Gerre, da Brancere, dall'Antenna di Stagno, San Daniele, Motta, fino a Casalmaggiore, per poi dirigersi ancora oltre. Ma un'altra parte, molto consistente si è fermata, incastrandosi, sotto il pilone.
Sul Lungo Po è intervenuta anche una pattuglia della protezione civile che ha controllato la situazione e riferito alla centrale. Il problema rimane per Baldesio e società motonautiche distanti dalla catasta poche centinaia di metri. Catasta, che se dovesse rimanere ferma sotto il ponte, si verificherà poi, come sempre è accaduto, il rimbalzo della competenza per chi debba rimuoverla.
I detriti e i rifiuti passati invece, andranno a depositarsi sulle rive e nelle golene, zone che da qualche tempo sembravano ripulite da plastica o altro, se non del tutto, neppure lontanamente da ciò che si vedeva fino a qualche anno fa.
VIDEORIPRESE: Associazione di Protezione civile Il Nibbio
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