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IL FUTURO DEGLI ALLEVAMENTI

Giovanni Filippini: «Le sfide tante e difficili, fare squadra è decisivo»

Il capo della Direzione Generale della salute animale del Ministero traccia la rotta: «Sanità e agricoltura interconnesse». Rilanciare la competitività nel sistema One Health

27 Luglio 2024 - 05:00

CREMONA - La salute prima di tutto, anche per gli animali, nel segno della sinergia tra sanità pubblica e allevamenti. È arrivato il momento di formulare strategie capaci di garantire il benessere animale nel Paese e la competitività degli allevamenti, temi per i quali il territorio cremonese, dove l’allevamento è una delle strutture portanti dell’economia, vuole essere un modello. L’equazione è semplice e verificata: allevamenti sani, fatturato sano. Nella sala briefing del quotidiano La Provincia, alla presenza del direttore del quotidiano, Paolo Gualandris, del presidente della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, Cesare Soldi, del vicepresidente della Libera, Ernesto Zaghen e di Davide Berta, presidente della sezione suinicola di Confagricoltura Lombardia, ieri mattina si è tenuto un forum sul tema della salute degli allevamenti: protagonista Giovanni Filippini, capo della Direzione Generale della salute animale presso il Ministero della Salute.

Filippini è giunto da Roma per fare il punto con gli specialisti del settore. L’incontro è stato estremamente utile: collegare Roma a Cremona permette a tutti di chiarirsi le idee di fronte a una serie di sfide a dir poco rilevanti. «Ringrazio i presenti – ha esordito Riccardo Crotti, ex presidente di Confagricoltura Lombardia – perché, al di là dell’amicizia che mi unisce a molti di voi, mi trovo a parlare con persone a cui sono legato da tanti anni. La vostra professionalità e competenza è sempre stata vicina al sistema degli allevatori; non sempre figure di questo genere hanno questa visione della zootecnia e del mondo allevatoriale. Questo fa loro onore. Mi auguro che non ci si fermi a questo incontro; al contrario, spero che la data di oggi sia un punto di partenza per costruire un dialogo continuo. Solo così potremo affrontare le problematiche che ci sono poste di fronte. È grazie al confronto – ha concluso Crotti – che si possono affrontare questioni difficili; la barca è di tutti e accoglie il Made in Italy».


L’idea di sposare sanità e allevamento è assolutamente innovativa. «Abbiamo cominciato da tre mesi – spiega Giorgio Varisco, direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia –. La linea è tanto nuova quanto incoraggiante. Questo momento è particolarmente favorevole, perché lavorare con questa équipe permette di portare avanti progetti che coltiviamo da tempo e che sono giunti ad un giro di boa a livello nazionale, regionale ed europeo. Finalmente l’Italia può portare il frutto della sua ricerca in termini di scelte strategiche alle politiche europee». La linea garantirà all’Italia una competitività senza precedenti, e saprà premiare chi ha profuso gli sforzi maggiori.

«Abbiamo creduto in questo sistema – ha proseguito Varisco – che ci permetterà di posizionarci in maniera precisa nel contesto Europa, a differenza di altri Paesi, che pure, all’apparenza, godono di maggiori riconoscimenti; non è facile raggiungere il livello imposto dall’Europa, e molti di questi Paesi non ce l’hanno fatta. Ovviamente, non ci limitiamo a questo; abbiamo grossi impegni a livello di sicurezza alimentare, ma anche con i nostri laboratori, che abbiamo potenziato per dare risposte routinarie e per sviluppare in modo approfondito la ricerca sui patogeni che sono di interesse per l’allevamento italiano. Su alcuni di questi patogeni bisogna porre attenzione, anche perché sono pericolosi per i bambini; stiamo lavorando con regione Lombardia, anche studiando le acque reflue».

La risposta a questa sfida è, anche in questo caso, promuovere la ricerca. «Regione Lombardia ci ha permesso di raccogliere dati, grazie ai quali possiamo monitorare il sistema One-Health (uomo, ambiente e animale). Stiamo puntando anche alla competitività internazionale: abbiamo capacità, persone e conoscenze. Abbiamo costruito un network capace di dare risultati di ricerca al di là del contributo universitario. Il territorio è l’obiettivo, anche a livello di sanità pubblica». Lo sguardo al futuro, tuttavia, punta anche «al benessere animale: abbiamo trovato evidenze oggettive della sua evoluzione e del suo posizionamento. Stiamo preparando azioni importanti, anche per coniugare il tema benessere al tema farmaco. A Brescia, il 15 ottobre, apriremo il G7 veterinario; lì parleremo con esperti del tema benessere e consumo del farmaco, che deve essere ridotto nei limiti del possibile».


Sul fronte economico, rilevanti le parole di Rudy Milani, presidente della sezione suinicola nazionale di Confagricoltura: «Abbiamo parlato della questione farmaco in abbinamento al problema ecoscanning e all’emergenza sanitaria PSA. Anche il tema del taglio delle code è spinoso; riceviamo i complimenti dell’Unione Europea, ma li abbiamo ottenuti con sudore e sangue. Ricordiamoci sempre che a livello europeo i Paesi promotori del taglio code si sono defilati». Il coinvolgimento del settore allevamento è fondamentale, perché le nuove linee guida rischiano di essere penalizzanti. Per scongiurare il rischio si può ricorrere a Classyfarm, la cui importanza è stata sottolineata da Loris Alborali, direttore sanitario dell’Istituto profilattico sperimentale di Lombardia ed Emilia.

«Il percorso che ClassyFarm sta vivendo è di progressivo adeguamento. Coinvolge il mondo dell’allevamento, oltre che parte della sanità pubblica e della salute. Siamo in un momento di congiuntura astrale anche dal punto di vista della combinazione delle strategie, che diventano molto precise e molto ben selezionate. Il Ministero dell’Agricoltura e quello della Salute contribuiranno a raggiungere lo stesso obiettivo: ridurre il consumo di farmaci e porre un freno all’antibiotico-resistenza. ClassyFarm nasce con questo scopo; dal 2022, visto l’accordo tra i due ministeri, è diventato un modus operandi interessante. Dal momento in cui è entrato in vigore l’ecoschema 1 livello 1, con riduzione degli antimicrobici, è iniziato il percorso degli allevatori, puntuale e preciso. Ogni trimestre, l’allevatore ha il consumo esatto dei giorni di trattamento in cui gli animali vengono sottoposti».


Il parametro da seguire per gli allevatori non sarà, però, regionale, bensì nazionale; l’idea è proprio quella di non ledere gli interessi degli allevatori più virtuosi. «Il riferimento, finora, era stato la mediana regionale – ha spiegato Alborali – e ora ne conosciamo bene i limiti; statisticamente, la mediana funziona bene, ma non è sicuramente un criterio adeguato per valutare i virtuosi sugli allevamenti. Da quest’anno, i due ministeri hanno sviluppato un sistema che parte dai giorni di trattamento, ma che usa come riferimento le soglie nazionali. Si va a favorire la riduzione dell’antibiotico partendo da chi ne consuma di più. La soglia garantisce di partire da chi consuma molto, non da chi consuma appena sopra la mediana. Questo non significa che non dobbiamo mantenere l’obiettivo, ovvero ridurre i trattamenti farmacologici degli animali; ma, nello stesso tempo, non vogliamo creare problemi a chi si trova a usare il farmaco e ne ha assoluta necessità. Non vogliamo penalizzare i virtuosi».


«Il clima è ispirante,- ha detto il presidente della Libera, Soldi - e abbiamo gli uomini giusti ai posti giusti. Faccio, però, una richiesta: bisogna portare qui lo zooprofilattico di Cremona. La referenza è sugli allevamenti intensivi, e in un territorio come il nostro è importante averla». Ha chiuso l’incontro Filippini. «Grazie a tutti per gli spunti che ci avete dato. Voglio comunicarvi la direzione che il Ministero porterà avanti. Ci tenevo molto ad essere qui, anche perché questa è la mia prima uscita ufficiale. Al Ministero ho trovato tanto da fare; stiamo cercando di portare avanti tanti percorsi che hanno un discreto spazio nel settore. Mi rendo conto che abbiamo diverse sfide da seguire, considerato anche l’approccio per ora incognito della politica europea».

Filippini ha proseguito facendo riferimento alla sua esperienza precedente, in Sardegna, contro la Peste Suina Africana. «Ho sempre affrontato tutte le sfide che mi si sono presentate; cerco sempre di trovarmi affiancato da persone competenti. In Sardegna mi sono occupato di PSA e l’ho fatto, come spesso dico, da allenatore; di solito, da allenatore, decido chi deve giocare, e se uno non gioca bene viene immediatamente sostituito. Sono convinto che sia importante avere sempre un’équipe pronta a performare». È impossibile giungere a risultati concreti senza una cooperazione proficua con gli addetti del settore: «Credo molto nelle collaborazioni – ha detto Filippini -, come avrete capito: questa, in particolare, tra Ministero della Salute e Ministero dell’Agricoltura, mi sta molto a cuore. L’agricoltura sta lanciando politiche, con il nuovo piano strategico nazionale, che non possono non essere integrate con il piano salute. L’Europa spinge sul fatto che l’allevatore riceve denaro solo se ha la garanzia del risultato».

In ultima analisi, il punto va fatto sulla consapevolizzazione e sulla partecipazione attiva delle imprese: «non dimentichiamo che gli ecoschemi sono una formula volontaria; dobbiamo essere noi in prima persona a coinvolgere gli allevatori. Dobbiamo stare attenti a non alzare troppo l’asticella; inoltre, questi soldi, agli allevatori, li dobbiamo pur dare. L’allevatore deve essere pronto ad affrontare il cambiamento, anche dal punto di vista economico». Le novità prevedono piani dello sviluppo rurale, su cui ancora c’è molto lavoro da fare; su salute e agricoltura ci saranno manovre a favore del reddito delle aziende agricole, che fungeranno da ulteriore punto di contatto con il mondo del primo settore. «Serve formazione e presenza da parte nostra: salute e agricoltura sono mondi interconnessi e interdipendenti».

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