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CREMONA AL BALLOTTAGGIO

Salvini in redazione: «Per Portesani una grande occasione»

Il vicepremier esulta nel giorno del via libera all’autonomia differenziata: «Risultato storico: è una vittoria della Lega per la Lombardia e per tutta l’Italia»

Andrea Gandolfi

Email:

agandolfi@laprovinciacr.it

20 Giugno 2024 - 05:25

CREMONA - Ha coinciso con un giorno storico per la Lega la tappa cremonese del leader, vicepremier e ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini a sostegno di Alessandro Portesani,
«L’approvazione definitiva dell’autonomia differenziata - ha detto ieri presso la redazione de La Provincia - è una vittoria della Lega per tutta l’Italia, e per i milioni di lombardi che 7 anni fa avevano chiesto con un referendum di poter far fruttare merito e capacità: ora per ogni regione c’è l’occasione di vedere remunerata la propria efficienza ed i risparmi che ne conseguono con un minor carico fiscale. Dopo 30 anni di lotte, sono contento di essere proprio nella mia Lombardia per la prima intervista su questo tema».

Si avvicina l’ultimo atto del voto per il sindaco di Cremona. Sarà anche l’occasione - come ha ipotizzato Portesani - per avviare la riscossa del centrodestra nei comuni della Lombardia?
«Questa è soprattutto una partita cremonese, non parlerei di esperimento con una valenza più ampia — spiega Salvini — . Faccio i complimenti a Portesani e ai suoi elettori: il vantaggio conquistato dal centrodestra nel primo turno è importante, e alla vigilia quasi nessuno ci avrebbe scommesso. Tornerò da ministro con Portesani sindaco (sono scaramantico, ma lo chiamo così) per proseguire l’impegno sui dossier cremonesi che più direttamente mi riguardano: dal potenziamento della linea ferroviaria all’autostrada Cremona Mantova, fino alla navigabilità del Po. Condivido il progetto di rinforzare l’organico della Polizia Locale, di garantire più sicurezza e decoro in città, di valorizzare ulteriormente CremonaFiere nel segno di un crescente coinvolgimento territoriale e di soggetti pubblici e privati».

Quindi ‘promuove’ il programma di Portesani?
«Certo. Non si perde in promesse ‘mirabolanti’, ma è appropriato e realistico, vuole prendersi concretamente cura della città e farla crescere; a partire da un centro storico davvero bello che tuttavia ha bisogno di potenziare la sua attrattività e la presenza di eventi nel corso dell’anno. Il commercio si può aiutare solo così. Penso che al primo turno i cremonesi abbiano dato un segnale importante della loro volontà di cambiamento, c’è un bell’entusiasmo; credo inoltre che la sinistra abbia già espresso tutto il suo potenziale in termini di voti. Stiamo a vedere. Il nostro candidato ha fatto una bella campagna elettorale, concentrata sui temi e composta nei toni. Mi sembra che dall’altra parte sia andata diversamente, cedendo alla tentazione di attacchi personali e provocazioni. Portesani fa bene a lasciar perdere; spero comunque che in questi ultimi giorni le cose ritornino sui binari giusti».


La lista del centrodestra ha espresso un candidato civico e - voti alla mano - è trainata da Fratelli d’Italia. Per la Lega può essere un problema?
«A me piace ragionare sulle cose e sui risultati concreti. Oggi - con questo governo e questa Lega - abbiamo approvato l’autonomia differenziata dopo 30 anni di battaglie. Sto ottenendo di più per la Lombardia e per l’Italia adesso, con il 9% e in un governo di centrodestra, che non quando avevamo il 30% dei consensi e c’era l’esecutivo con i Cinque Stelle. Allora non è mai una questione di numeri. Bossi insegnava che i voti non si contano ma si pesano; e se i voti della Lega risulteranno determinanti per avere Alessandro sindaco a Cremona ne sarà felice. Del resto, a livello di coalizione ci sono un progetto ed un programma comune. Avere magari il triplo dei voti e non ottenere nulla non mi interessa proprio. Detto questo, è altrettanto evidente che l’obiettivo generale è quello di tornare ad essere il primo partito in Lombarda ed in Italia: nessuno gioca per rimanere indietro. Ma intanto abbiamo altri tre anni di governo...».

Col problema interno del caso-Bossi, che in occasione delle elezioni europee ha annunciato il voto per Forza Italia...
«Torno a dire che bado ai fatti. In mezzo a mille difficoltà siamo cresciuti rispetto alle politiche, abbiamo conquistato tanti nuovi sindaci e stiamo per giocarci i ballottaggi. Faccio il ministro delle infrastrutture e mi occupo di cose concrete, non ho tempo da perdere con le polemiche. Spiace se qualcuno di noi si attarda su altro... Ma il risultato storico dell’autonomia differenziata lo dobbiamo a tutti i militanti che non hanno mai mollato nel corso degli anni. Perché qualcuno chiacchiera, qualcuno lavora; e io preferisco chi lavora».

Come giudica l’andamento delle trattative che porteranno a formare la nuova Commissione Europea?
«Ciò che sta accadendo è assolutamente incredibile: a Bruxelles stanno andando avanti come se nessuno avesse votato... Cercano di prepararci una ‘fregatura’, riproponendo le stesse persone che c’erano 15 giorni fa. Stanno decidendo ancora Macron e Scholz, come se nulla fosse: proprio quelli che hanno perso, perché il voto degli europei è andato in direzione contraria; con le conseguenze che sappiamo, a partire dal voto politico anticipato in Francia. E ancora si parla di Ursula von der Leyen, una catastrofe per l’agricoltura e non solo. Infine, vogliono ‘chiudere’ prima delle elezioni transalpine. Come a dire che il popolo vota, ma la volontà che ha espresso non interessa a nessuno. Quello che sta arrivando in queste ore dall’Unione Europea è proprio un segnale di arroganza che penso verrà punito. Se inizia così il suo mandato, la nuova Commissione Europea parte davvero debolissima...».

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