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L'INTERVISTA

Trabucchi: «Porto l’orgoglio dei liutai per dare forza alle imprese»

Il neo presidente di Confartigianato Cremona, illustra le sfide che il territorio deve vincere

Giacomo Guglielmone

Email:

gguglielmone@laprovinciacr.it

06 Maggio 2024 - 05:00

CREMONA - È il primo presidente di Confartigianato Cremona che proviene dalla liuteria, e di questo ne va fiero. Considera la sua nomina un ottimo riconoscimento per un comparto in cui batte forte il cuore antico di Cremona, una delle leve a disposizione della città e del territorio per rilanciarsi su tutta la linea, non soltanto sul fronte dell’artigianato. Stefano Trabucchi, 54 anni, origini valtellinesi, da una vita a Cremona, si trova davanti una serie di sfide importanti. Dovrà interpretare, dopo la guida forte e illuminata di Massimo Rivoltini, una fase delicata in cui servono una scossa e una serie di risposte puntuali a uno scenario che presenta non pochi problemi, a cominciare dal progressivo calo delle aziende artigiane.

La sede di Confartigianato Cremona


Quali sono le prime cose sulle quale vorrebbe intervenire?
«Come ho detto nella mia relazione di insediamento, in primo luogo punto ad allargare la base associativa, coinvolgendo il maggior numero di persone possibile, con nuove figure e nuove potenzialità. Altro obiettivo rilevante è seguire bene le imprese associate e lavorare per il territorio in sinergia con tutti gli enti, a cominciare da Comune, CremonaFiere e Camera di Commercio, con il suo futuro sviluppo. Di pari passo, è importante incrementare i servizi forniti, dei quali le aziende devono essere soddisfatte. Così si tengono e si aumentano gli associati, anche tenendo conto della crisi che attraversano molti enti intermedi. Io credo che ogni nuovo imprenditore, ogni artigiano che decide di mettersi in gioco, vada considerato come un gioiello prezioso. Va incontro a un futuro incerto, come si è visto durante la crisi legata al Covid. Per questo va sostenuto, coccolato, seguito sempre».


E anche ‘difeso’ da una burocrazia che lascia il segno un po’ in tutti i settori
«Troppo spesso persone innovative, propositive, che accettano il rischio di impresa e danno lavoro, si trovano davanti a rigidità e pesantezze con le quali è difficile convivere. È come se una parte del sistema tendesse di continuo a tornare indietro. All’opposto ci sono esempi virtuosi legati ad enti e associazioni: iniziative che funzionano e si realizzano attraverso pochi, semplici passaggi. Un esempio lampante è dato da quelle manifestazioni che avvengono in città dove gran parte dei passaggi sono gestiti dalla Camera di Commercio con una semplice richiesta. A volte un dirigente illuminato fa la differenza e permette di realizzare progetti importanti in tempi rapidi».


Lei è il primo presidente di Confartigianato che arriva dalla liuteria
«Essere il primo liutaio presidente di Confartigianato Cremona credo sia un ottimo riconoscimento per il mondo dal quale provengo. Lì, come in associazione e nella squadra che mi affiancherà, ci sono ottimi professionisti dei vari settori tipici dell’artigianato quali quelli relativi alla casa, alla manifattura, gli installatori e i servizi alla persona e tanti altri che mi onoro di rappresentare».


In questa lenta uscita dalla crisi dovuta prima alla pandemia poi alla guerra in Ucraina e, da ultimo, alla situazione in Medio Oriente, una delle costanti da voi segnalate sono le difficoltà relative al credito. Un vero allarme
«È Questo è un grosso problema che le nostre imprese riscontrano di continuo. Per trovare le contromisure è necessario muoversi in sintonia con Confidi, enti e banche. Soltanto così è possibile rimuovere quella grossa tagliola che pende sulla testa delle imprese».


Un altro elemento che tiene banco è la difficoltà della relazione tra chi offre lavoro e chi lo cerca. Quale strada bisogna imboccare?
«Di ricette non ne abbiamo. Quel che è certo è che il problema è concreto e un numero crescente delle nostre ditte si lamenta per la fatica a trovare personale che possa entrare in azienda, in primo luogo per l’assenza di qualifiche. Partendo da questo punto debole, stiamo cercando di lavorare con le scuole e nelle scuole per far conoscere il lavoro artigiano agli studenti delle superiori ma anche a quelli delle scuole medie, così che possano avere più elementi a disposizione al momento di scegliere quale istituto superiore frequentare e quale strada imboccare pensando al lavoro. Nel nostro ambito questo è molto importante perché, lo ripeto, si tratta di un problema grosso: le ditte cercano personale ma non lo trovano, con tutto quello che questo comporta».


E nelle scuole che scenari trovate?
«Noi ci concentriamo nella fase post-formativa. Entriamo nelle aule per far conoscere la bellezza e anche la passione del lavoro, non soltanto quello artigiano. Non nascondiamo le difficoltà alle quali si può andare incontro, peraltro sotto gli occhi di tutti con la crisi del Covid, accompagnata da un calo del 10% delle aziende artigiane. Ogni volta che accendiamo una passione, l’inizio di un percorso, quella tendenza a perdere un patrimonio unico, messo a dura prova anche da un passaggio generazionale notoriamente difficile, può essere invertita».


Altro tema caldo, la difesa del Made in Italy. Lei è un liutaio, una figura professionale senza dubbio indicata ad affrontare questo fronte. Ci sono margini di manovra per proteggere di più i nostri marchi e il nostro saper fare?
«Il Governo ha intrapreso una serie di azioni positive sulla difesa del Made in Italy ma, chiaramente, si può fare di più, soprattutto per far fronte all’italian sounding, l’imitazione delle nostre eccellenze enogastronomiche. È un grande guaio per il settore alimentare. Si fatica a trovare risposte efficaci però bisogna farlo. Noi liutai siamo i promotori assoluti del Made in Italy, soprattutto qui a Cremona, e questa è una delle cose che porto con orgoglio alla presidenza di Confartigianato».


In questo ambito, pensando alla liuteria, considera la Cina un’opportunità o un pericolo?
«Non ho mai avuto paura della Cina e credo che i contatti con quel grande Paese, mi riferisco alla liuteria, possono essere importanti. La loro produzione riguarda per lo più strumenti a basso costo realizzati in serie, un mercato differente rispetto a quanto offrono i liutai a Cremona. Ed è vero che la diffusione di quei violini alimenta una passione che in alcuni casi porta a livelli di eccellenza. Quando un musicista fa il salto di qualità, pretende strumenti di un livello superiore e qui entra in campo la produzione e il saper fare della liuteria cremonese».


Andiamo verso il voto comunale, manca poco più di un mese. Quali sono, secondo lei, i temi che dovrebbero caratterizzare questa campagna elettorale?
«Quelli più rilevanti sono diversi, però io partirei dalla necessità di rendere Cremona più viva, di ridarle centralità. Lo so che è difficile, però dobbiamo fare qualcosa per contrastare il deserto commerciale che sta invadendo le nostre strade e che ora è una delle prime cose che nota un turista. Questo dovrebbe essere uno dei temi prioritari insieme ad altri, quali i trasporti e le infrastrutture. Come ho detto prima, non ci sono ricette, ma sono convinto di una cosa: bisogna lavorare insieme. Le manifestazioni di qualità che portano a Cremona molta gente sono una strada da percorrere, per questo Confartigianato le ha sempre sostenute con vigore. Il Comune dovrà sostenerle ancora di più, perché sono manifestazioni che richiamano in città migliaia di persone. Una vetrina unica».


Un tema strategico che tiene banco nel dibattito elettorale è quello delle infrastrutture e dei trasporti.
«Siamo da sempre favorevoli al massimo sviluppo dei collegamenti e dunque delle infrastrutture, un elemento strategico per le nostre imprese. L’isolamento presenta sempre il conto. Il collegamento ferroviario tra Milano e Mantova va potenziato, come le altre linee. Quanto all’autostrada Cremona-Mantova, auspico che la recente presa di posizione del governatore Fontana, che si è detto del tutto favorevole alla realizzazione dell’opera, fornendo anche indicazioni alle aziende del territorio, imprima quell’accelerazione che serve per centrare l’obiettivo in tempi ragionevoli».

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