L'ANALISI
09 Febbraio 2024 - 08:35
CREMONA - Sapere e saper fare sono strettamente connessi, così come devono esserlo mondo della formazione e mondo della produzione. Ad esserne fermamente convinta è l’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, Simona Tironi, espressione di Forza Italia, ieri in città e in visita alla redazione del quotidiano ‘La Provincia’, accolta dal presidente di Confagricoltura Lombardia e della Sec, Riccardo Crotti. Ad accompagnare l’assessore regionale, il sindaco di Soncino e coordinatore provinciale ‘azzurro’, Gabriele Gallina e Gianni Rossoni, sindaco di Offanengo e presidente dell’Area omogenea cremasca.
«I nostri corsi di Istruzione Formazione Professionale interessano a livello regionale 70mila ragazzi, cui si devono aggiungere quelli iscritti ai nostri Its Academy, istituti tecnologici superiori concepiti in stretta sinergia con le aziende e che coinvolgono circa 8mila studenti», ha spiegato. Ed è qui che arriva l’affondo dell’assessore a potenziare l’offerta e la disponibilità della Regione a fornire competenze formative: «La cosmesi, il comparto meccanico e il non meno determinante settore agroalimentare caratterizzano il vostro territorio — osserva —. Regione Lombardia è aperta ad accogliere istanze formative che vengono dalle aziende. Attivare i corsi è importante, ma non basta, bisogna avere la certezza che poi i ragazzi formati troveranno il lavoro a cui si sono appassionati. Per questo dico che la formazione professionale non può essere letta in maniera disgiunta dal tessuto produttivo all’interno del quale si pone e sviluppa».
Subito snocciola il dato: «Il 94% dei nostri iscritti alla fine degli anni di formazione ha il lavoro per cui ha studiato — spiega —. Per continuare su questa via bisogna coinvolgere le aziende, i territori, ma anche agire sull’orientamento, sui ragazzi e sulle famiglie che spesso non conoscono l’opportunità offerta dalla formazione professionale». Sulla riforma dei percorsi tecnico/professionali portati da cinque a quattro anni, non accolta con entusiasmo dall’istruzione statale, Tironi osserva: «È una necessità, dobbiamo adeguarci al resto del mondo, siamo, forse, gli ultimi in Europa. Fare quattro anni non vuol dire fare sconti sulla formazione, la qualità rimane. Non dimentichiamo che almeno la metà delle ore gli studenti le passano in azienda, a tal punto che spesso gli imprenditori vorrebbero assumerli, prima di aver chiuso il percorso di studio. Regione Lombardia vuole stare al passo con i tempi».
La novità degli Its Academy deve ancora trovare una sua collocazione negli interessi delle famiglie «e per questo il prossimo anno con un’apposita web app entreremo in tutte le scuole per orientare e far conoscere il mondo dell’Its Academy per far capire che questa è un’opportunità che ti insegna un mestiere, coltivando l’intelligenza delle mani. I ragazzi che frequentano l’Academy al termine hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato, spesso nelle aziende che li hanno accolti da studenti». E se il lavoro è l’obiettivo, la formazione è lo strumento per raggiungerlo e infatti «basta parlare ai nostri studenti per capire come l’autostima cresca insieme alle competenze che di volta in volta acquisiscono. Scoprire di saper fare e farlo bene fornisce un’energia incredibile al ragazzo e alle aziende in cerca di capitale umano formato che possa rappresentare un valore aggiunto».
E fra le novità delle Academy ci sono i corsi di autoimprenditorialità, ma c’è anche l’attenzione a chi non lavora né si forma con il progetto di creare sportelli ad hoc per intercettare il drop out universitario: «siamo impegnati anche a intercettare quegli studenti che iscritti all’università non finiscono il percorso per offrire loro un’alternativa altra all’interno dei nostri Its Academy — continua —. È l’attenzione ai bisogni e l’elaborazione di una soluzione che muove il nostro modo di agire».
Un altro fenomeno importante e in crescita è quello dei neet, ovvero ragazzi che né lavorano né si formano, ed in merito l’assessore sottolinea: «Stiamo cercando di prendere il problema di petto. Proprio lunedì abbiamo pubblicato un avviso per creare una task force di psicologi e e pedagogisti che aiutino i nostri ragazzi e le loro famiglie ad analizzare le scelte fatte a prendere in considerazione come tornare a credere in se stessi e vincere la fragilità che spesso nasce da una profonda disistima di sé. L’orientamento è invece un altro strumento che ci permette di far conoscere le opportunità formative e capire la vocazione di ognuno». In tutto questo il rapporto con l’istruzione statale non è facilissimo: «Consapevole di ciò ho voluto che ogni filiera dovesse per forza essere composta da una scuola professionale statale , una regionale e un Its per fare in modo di correre alla stessa velocità per il futuro dei nostri ragazzi, sviluppando percorsi ad hoc per ognuno».
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