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CASALMAGGIORE. IL VIDEO

«Riaccendiamo l’ospedale»: in 500 ci mettono la faccia

Successo della manifestazione a difesa del nosocomio. «Promesse disattese, ora risposte»

Andrea Setti

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asetti@laprovinciacr.it

14 Ottobre 2023 - 19:33

CASALMAGGIORE - Sono stati i tamburi e le trombe del Gruppo storico Il Torrione ad annunciare l’inizio della manifestazione: alle 16.58 l’arrivo davanti alla chiesa di San Francesco per il corteo che si sarebbe poi diretto verso il Listone. Non meno di 500 persone ‘ci hanno messo la faccia’, accettando l’invito del Coordinamento cittadine e cittadini per l’ospedale Oglio Po a scendere in piazza per difendere la sanità del Casalasco-Viadanese. Che ha nel nosocomio di Vicomoscano un insostituibile perno. «Non vogliamo bandiere di partito», avevano chiesto gli organizzatori e così è stato. Tante facce comuni, di quelle che incontri al supermercato, in tabaccheria, sull’autobus o, appunto, all’ospedale.

comitato

Tanta gente ha aderito all’invito del Coordinamento cittadine e cittadini per l’ospedale Oglio Po (FotoLive/Stefano Tarlao)

Un successo per niente scontato che ha testimoniato la grande preoccupazione rispetto a un sistema sanitario che, fra tagli e depotenziamenti, fatica enormemente a tenere il passo di un servizio, anche solo minimamente dignitoso. Concetto ribadito da Laura Passerini dal palco. «È una grande emozione vedervi così in tanti, ma è anche il termometro delle difficoltà in cui versa l’ospedale. Io, infermiera, vedo fra di voi molti colleghe e colleghi con cui ho condiviso il passaggio dai tre ospedali (Casalmaggiore, Viadana, Bozzolo, ndr) a quello unico. Ho vissuto tutte le fasi e devo dire che ora è grazie alla generosità della gente se si riescono a garantire alcuni servizi e attrezzature. Così non va, vogliamo riaccendere il nostro Oglio Po».

Scrosci di applausi hanno sottolineato i vari interventi, fra cui quelli di Annise Grandi e Pasquale De Luca che hanno acceso i riflettori sul disagio che operatori sanitari e popolazione stanno vivendo ormai da anni, alle prese con disservizi e liste d’attesa sempre più insostenibili. Per non parlare delle «promesse disattese», espressione che ha risuonato come protesta e monito verso chi «ha la responsabilità ma non se l’è presa, dichiarando al contrario che qui tutto va bene e funziona a meraviglia».

Insomma, un ‘parlare chiaro’ che ha coinvolto ed emozionato la folla di piazza Garibaldi fra cui svettavano striscioni, cartelli e manifesti delle varie associazioni aderenti. È stata Maria Luisa Paroni a declamarne i messaggi dopo che i Casalmattori hanno ripercorso la storia dell’Oglio Po, fatta «purtroppo più di ombre che di luci», nonostante le premesse iniziali.

Le richieste sono dunque quelle di un recupero della piena funzionalità dei reparti, il ritorno del punto nascite — «con la messa in sicurezza dei parti e la cura delle donne» —, il superamento dello stallo della «casa di comunità di Casalmaggiore, dove c’è la targa ma mancano i servizi annunciati», lo sviluppo del distretto sanitario interprovinciale Casalasco-Viadanese secondo le coordinate illustrate nei mesi scorsi, con una autonomia finanziaria e conseguenti responsabilità di direzione. «Siamo qui fisicamente e non solo con un clic», è stato il ragionamento di De Luca, a testimonianza che «molte facce possono cambiare le cose» mentre l’isolamento riduce gli spazi della consapevolezza.

«Ora si attende la risposta, ineludibile, delle istituzioni. Noi la faccia l’abbiamo messa, è tempo che ci si occupi seriamente di questo territorio e della sua gente».

VIDEORIPRESE: DAVIDE BAZZANI

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