L'ANALISI
23 Agosto 2023 - 18:10
VOLTIDO - C’è una sorta di piscina naturale nel sotterraneo del municipio di Voltido. Una situazione decisamente inconsueta, mai vista da altre parti, almeno in questa zona, causata da vari fattori che si protraggono da decenni e decenni, che il sindaco Giorgio Borghetti ha deciso di risolvere una volta per tutte. Oggi abbiamo fatto un ‘viaggio’, sicuramente singolare, in questi locali allagati.
“Sono due anni che ci stiamo lavorando e a dovremmo finalmente ripartire per concludere entro l’anno l’intervento previsto, sotto la guida dell’architetto Flavio Cassarino”, spiega il primo cittadino. “L’intervento ha un costo complessivo tra i 100 e i 150mila euro, coperti da contributi, senza i quali non saremmo mai riusciti ad effettuare i lavori necessari”.
Com’è nato questo problema? “Tutta l’acqua proviene dal lato sud del municipio - dice Borghetti -. C’è la falda a due metri e venti centimetri sottoterra mentre il sotterraneo è a meno tre, e questo è già un primo problema. Poi altra acqua, in parte, arriva dal tetto, ma l’aspetto più grave è quello che riguarda il fosso posto tra il cortile del municipio e il campo a sud. Quando si riempie quel canale, l’acqua finisce nel sotterraneo. Per questo collocheremo una canalina di cemento per portare l’acqua lontano dal municipio”.
Quando il sindaco ha preso in mano la situazione, il primo passo è stato eliminare tutta la terra che si trovava nel sotterraneo: “Inizialmente si scendeva nel sotterraneo con una scala posta in corrispondenza di quella usata per salire al primo piano del municipio - ricorda il sindaco -. Quando si decise, intorno, suppongo, al 1920, di non utilizzare più il sotterraneo, gli scalini vennero tolti, in modo da non poter più accedere a questi ambienti, che vennero riempiti di terra e niente altro. Ci sono voluti tre mesi di lavoro manuale con le carriole per togliere tutto quel materiale, grazie al prezioso lavoro di due bravissimi ragazzi che ci ha segnalato don Antonio Pezzetti. Hanno tolto circa 150 metri cubi di terra: uno strato di un metro e mezzo per gli 80 metri quadrati del sotterraneo, la metà della superficie del municipio. Non c’erano altri rifiuti”.
Scendendo al piano più basso, “ci sono due accessi. Uno alla ghiacciaia, che non era nel progetto originale del palazzo del 1885, per cui si potrebbe pensare che fosse preesistente o che per qualche motivo il progetto venne modificato ma non sulla carta; l’altro porta a un corridoio che porta a due stanze simmetriche e speculari. A corollario, mi permetto di dire che l’architettura era molto importante e rigorosa, probabilmente migliore di rispetto a certe costruzioni attuali. Perlomeno, io ho questa percezione”. La ghiacciaia, una costruzione circolare di circa 10 metri di diametro con una acustica suggestiva, veniva fornita “con ogni probabilità da una ditta produttrice di ghiaccio di Piadena, la Palvarini”.
Il secondo passaggio “è stato chiedere alla Soprintendenza l’autorizzazione per procedere al restauro. Una volta tolta la terra, si trattava di capire da dove arrivasse tutta quell’acqua e così abbiamo coinvolto Padania Acque e anche un geologo. Ed è apparso chiaro che i fattori sono diversi. Padania Acque ha verificato che gli scarichi fognari sono a posto”.
Una delle questioni da sistemare riguarda un pozzetto esterno al municipio che in sostanza non riesce a smaltire l’acqua che viene convogliata, per una questione di altezze e di livelli. Il progetto dell’architetto Cassarino prevede anche la realizzazione di alcuni pozzetti per tenere sotto controllo la situazione, una operazione preliminare al lavoro di restauro vero e proprio. A drenare l’acqua che continua a penetrare, soprattutto in caso di pioggia, è stata posizionata una pompa.
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