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IL FUTURO DELL'AUTOMOTIVE: IL VIDEO
26 Maggio 2022 - 17:57
SAN MARTINO DEL LAGO - Il futuro dell’automobile è elettrico, con alimentazione a batteria o forse anche a idrogeno, ma che si arrivi effettivamente al 2035, come vorrebbe l’Unione Europea, con la messa al bando delle vetture a benzina, diesel e ibride, è ancora da vedere. Perché da più parti viene chiesta la cosiddetta “neutralità tecnologica” e perché l’elettrico pone un problema enorme: avremo tutta l’energia necessaria per alimentare le auto di quel tipo? Interrogativi emersi stamattina nel corso del convegno «Start the Future. Una nuova era per l’automotive?», organizzato all’Autodromo Cremona Circuit dal Comitato Piccola Industria di Cremona.
Affollata la nuova sala convegni, alla presenza di imprenditori e autorità, tra cui il presidente di Confagricoltura Lombardia e Libera Associazione Agricoltori Cremonesi Riccardo Crotti, il sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni, quello di Torre de’ Picenardi, Mario Bazzani, il comandante della Compagnia carabinieri di Casalmaggiore, maggiore Fabrizio Liberati. A coordinare i lavori Gian Luca Pellegrini, direttore di Quattroruote, che ha stimolato i relatori nella tavola rotonda che ha fatto seguito all’intervento introduttivo di Paolo Aramini, presidente del Comitato Piccola Industria, e del video messaggio del ministro Giancarlo Giorgetti.
Marco Bonometti, presidente e amministratore delegato delle Officine Meccaniche Rezzatesi spa, è stato molto schietto: «Il settore dell’auto è in una situazione difficile e delicata, ma non possono essere fissati dei paletti imponendo solo la diffusione delle auto elettriche, perché servirebbe il doppio dell’energia. Ci dicano dove e come verrà prodotta, allora. Se puntassimo tutto sull’elettrico, perderemmo milioni di posti di lavoro. Per questo le regole devono sostenere la neutralità tecnologica».
Per Fabrizio Longo, direttore di Audi Italia, «costruire elettrico è costoso ma la direzione è quella. Noi stiamo cercando di orientare l’ecosistema prevedendo la installazione di 3800 colonnine elettriche». Bisogna decidere con chiarezza quale direzione prendere, però. Radek Jelinek, direttore e ceo di Mercedes-Benz Italia, ha lamentato un eccesso di burocrazia che ingabbia i processi produttivi. Ma, anche per lui, si va verso l’elettrico. Fabrizio Giugiaro, designer, ha rimarcato che in futuro non ci saranno più le supercar «ma le prestazioni delle auto elettriche sono notevolmente superiori a quelle dei motori termici. La trazione del futuro sarà senz’altro elettrica».
I problemi più grandi sono in via di superamento, secondo Longo: «Quello più importante, la velocità di ricarica, è in via di superamento, perché se si arriverà, come sta avvenendo a poter ricaricare di 100 chilometri l’auto in 10 minuti, gli alibi crollano. Tanto più che l’altro problema, l’autonomia, è ormai superato: ormai si producono vetture in grado di percorrere 600-700 chilometri con una carica». Chiusura con una intervista all’europarlamentare Massimiliano Salini che ha sottolineato la necessità che a guidare i processi di cambiamento «sia la società e non la politica». L’ex presidente della Provincia ha anche anticipato che la proposta più recente, al voto il 6 e 7 giugno, è quella di portare al 90 per cento e non più al 100 la diffusione dell’elettrico per il 2035.
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