CALCIO
01 Settembre 2021 - 21:18
CREMA - Andrea Orlando, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, ha fatto il suo ingresso nell’aula degli Ostaggi alle 20.30, accolto dal sindaco Stefania Bonaldi, dal presidente provinciale Mirko Signoroni e dal segretario provinciale del Pd Vittore Soldo. In platea i rappresentanti delle categorie economiche cittadine, cremasche e provinciali, oltre a politici e cittadini.
Ministro Orlando, uno dei temi caldi è il reddito di cittadinanza. Qualcuno lo ha ribattezzato ‘reddito del passeggio’. Lega e Italia dei Valori lo vogliono cancellare.
«Di solito sono persone che hanno passeggiato tutta la vita. Il punto fondamentale è che il reddito di cittadinanza è uno strumento che ci ha consentito di colmare una lacuna. Saremmo stati l’unico Paese, insieme alla Grecia, a non avere uno strumento significativo di contrasto alla povertà. Dopodiché, va verificato il suo meccanismo di capacità inclusiva effettiva dal punto di vista sociale, prima ancora che delle politiche attive. E sulle politiche attive la discussione è posta molto male».
Ovvero?
«In generale, in molte realtà italiane non ci sono politiche attive, quindi è difficile che possano funzionare per il reddito di cittadinanza. Abbiamo il Recovery Plan che oggi ci dà degli importanti strumenti per intervenire in questa direzione. Vanno messe delle condizioni chiare a fronte di politiche attive, perché il reddito sia fortemente connesso, sapendo, anche, che una parte significativa di quella platea non è occupabile, perché ci sono persone con forti problemi di carattere psicologico, ci sono persone che non hanno più un’età da occupabilità. C’è un 8% che non ha la quinta elementare. Tutti elementi che ci devono far fare una discussione che sia basata sui numeri, non sulla battaglia ideologica. Gli occupabili che prendono il reddito di cittadinanza devono incrociare delle politiche attive che funzionino e nel caso in cui rifiutino questo incrocio, va messa in discussione la percezione del reddito».
Le imprese dicono di faticare a trovare candidati ma lamentano anche una inadeguata preparazione.
«Torniamo al tema delle politiche attive. Nel Recovery ci sono quasi 5 miliardi che sono destinati a questo; 3 milioni è il target delle persone che dovranno essere raggiunte da questi provvedimenti. Anche qui c’è un tema di politiche attive, poi c’è anche un tema salariale, perché in alcuni comparti il lavoro è pagato meno di quello che deve essere pagato».
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