L'ANALISI
06 Maggio 2020 - 11:53
CARAVAGGIO (29 aprile 2020) - «Santo io, magari ci vedremo all'inferno». E' diventata un caso nazionale la frase pronunciata da papa Francesco in una telefonata a Andrea, un ragazzo di Caravaggio affetto diversamente abile con tratti autistici, e alla sua mamma Maria Teresa Baruffi Pirotta. L'audio della telefonata, pubblicato da La Provincia, sta rimbalzando in ogni angolo del web. Una battuta, forse inopportuna, al termine di una lunga chiacchierata che ha emozionato Andrea e la sua famiglia. Battuta che, se letta all'interno del contesto, ascoltando integralmente l'audio, assume un significato differente rispetto alle polemiche che si sono innescate nelle ultime ore.
LA STORIA
Il Pontefice voleva parlare con Andrea gli aveva scritto una lettera per “rimproverarlo”. Gli chiedeva di non pronunciare più, durante la celebrazione dell’Eucarestia, la frase “scambiatevi il segno della pace”, perché in tempi di Coronavirus si dovrebbe evitare la stretta di mano e aveva espresso anche il desiderio di avere in regalo una papalina. Francesco - che ha citato il giovane di Caravaggio in una omelia - ha così telefonato alla mamma di Andrea, ha parlato con il ragazzo.
Un'emozione grandissima per Andrea e i suoi genitori, famiglia legata da un particolare legame d'affetto a don Umberto Zanaboni, parroco di Derovere, Cella Dati e Pugnolo. Sacerdote che durante il periodo come vicario nella città bergamasca ha seguito, conosciuto ed apprezzato le doti umane di Andrea attraverso attività di ippoterapia e lezioni di nuoto con l’associazione Gloria.
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