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Psicologia, ti ami di più se conosci te stesso

«Il coraggio di far fiorire le tue risorse», dalla psicologa cremasca Lara Zucchini un facile «manuale» per l’autostima

Paolo Gualandris

Email:

pgualandris@laprovinciacr.it

19 Ottobre 2022 - 05:25

CREMA - Insicuri, indecisi e severi con se stessi, eccessivamente preoccupati per le opinioni altrui, poco assertivi, fanno fatica a dire «no» e a esprimere i propri bisogni, manifestano comportamenti di evitamento a causa della paura di fallire o commettere errori, pagando però poi spesso con rimpianti e sensi di colpa per le occasioni perse, tendono a idealizzare gli altri o, all’opposto, a maltrattarli: in poche parole persone, magari dotate di grandi qualità, ma a bassa autostima. «Un fenomeno più diffuso di quanto non si pensi - spiega la psicologa cremasca Lara Zucchini -, persone che meritano di avere la loro chance». Ne parla nel libro «Il coraggio di far fiorire le tue risorse, una nuova via per la tua realizzazione», che illustra nella videorubrica «Tre minuti un libro» online da oggi sul sito www.laprovinciacr.it conversando con Paolo Gualandris.


L’autostima è l’insieme dei giudizi e delle valutazioni che facciamo di noi stessi, il grado di apprezzamento e di valore con il quale ci auto-etichettiamo, una lente che può deformare la visione di sé. Eppure è importante, perché quel che sentiamo di essere influisce in tutte le nostre scelte più significative, influenzando anche le relazioni che intessiamo con gli altri. «Il mio orientamento è la psicologia positiva, in cui si sposta il focus dal riparare ciò che non funziona al costruire qualità positive per potenziare preventivamente le capacità personali e raggiungere un maggior benessere personale», spiega la giovane professionista, che nel 2018 è stata proclamata miglior laureata di facoltà in tutta l’Università Cattolica in Italia, vincendo il Premio Gemelli.


«Abbiamo spesso la convinzione che se ciò che desideriamo non si realizza, non dipende da noi, ma dal caso, dalla sfortuna, dal destino. Questo libro ci aiuta a cambiare prospettiva, a vedere le cose da un’angolazione più funzionale al nostro benessere, ricordandoci che siamo noi gli artefici di quel che ci accade. Prendere coscienza dei meccanismi psicologici che ci condizionano ci mostra che il nostro sguardo su noi stessi e sul mondo spesso è frutto delle trappole della mente: i pensieri autosabotanti, le emozioni negative da cui ci lasciamo sopraffare. Le paure di non essere all’altezza, di perdere il controllo, di non essere accettati e amati sono trappole da cui possiamo liberarci».


Zucchini parte da un’osservazione maturata nel suo lavoro quotidiano: «Mi sono accorta, anche su me stessa, che le persone non vedono ciò che realmente sono, non si vedono con le loro risorse. In realtà la ricerca ha dimostrato che a fare la differenza è il lavorare su quello che già c’è, che sta funzionando, che hai come qualità protettiva e che funziona. Ma per lo più non siamo abili a vedere tutto ciò, siamo molto più pronti a sottolineare quello che ci manca, a fare un confronto con le altre persone dove noi usciamo sempre perdenti». La frase guida, spiega Zucchini, è la frase di William Gibson che recita «Prima di diagnosticarti depressione o bassa autostima, assicurati di non essere circondato da stronzi».

È come se gli altri possedessero lo scettro del potere nel definirci. E gli altri -famiglia, colleghi, amici...- hanno veramente poi un grande potere su come noi. «Ma talvolta, questi altri possono essere disfunzionali o tossici». Il libro riporta molti esempi, nel quale ognuno può trovare un caso per cui riflettere. «Devo ammettere - prosegue Zuchini -, che a colpirmi di più sono le persone che da fuori vedo come incredibilmente in gamba, senza apparenti difficoltà nella loro vita, ma che non si riconoscono neanche in un grammo di quanto io vedo in loro». E allora che fare? Nel libro vengono dati esercizi, molto semplici, per lavorare su se stessi.

«Il cambiamento - conclude Zucchini -, non avviene tramite l’ascolto, ma attraverso quelle che vengono definite esperienze emozionali correttive. Quindi devo vivere su di me, sulla mia storia e sulla mia pelle quello che è un sentire differente e io posso sentire in modo diverso se agisco. Da qui l’idea di proporre degli esercizi. Tra l’altro, come dimostrano tutte le ricerche, scrivere è terapeutico, fare gli esercizi consente di iniziare un percorso, ‘sentendo’ cose diverse puoi iniziare ad avere una percezione differente e magari il fare il primo passo in un cammino che ti porta ad agire per qualche tipo di cambiamento per la tua vita. Sono esercizi semplici, ma che richiedono riflessività».

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