CALCIO
23 Marzo 2015 - 15:46
Guido Moreschi
‘L’argine al volo’
Nuova Editrice Cremonese
200 pagine, € 12
«Non volevo scrivere un’autobiografia, bensì raccontare la storia di un gruppo di ragazzi che attraverso lo sport hanno vissuto esperienze indimenticabili e sono cresciuti divertendosi e imparando a rispettarsi». Cosi diceva Guido Moreschi, durante la presentazione del suo primo romanzo — ‘L’argine al volo’, 200 pagine edite dalla Nuova Editrice Cremonese (12 euro) — avvenuta il 24 gennaio scorso. Nel libro di Moreschi, casalese doc e storico collaboratore de ‘La Provincia’, ci sono ricordi famigliari — si percepisce durante tutta la lettura la delicata, ma comunque immanente, assenza-presenza del padre scomparso prematuramente, una della chiavi di lettura dell’opera — e dell’epoca in cui l’autore era adolescente, gli anni Settanta. Ci sono personaggi reali e altri di fantasia, ma comunque appartenenti a quel contesto in cui vissero un’epopea spensierata ma non inconsapevole. Un’epopea incardinata sullo sport: il calcio, e le figurine Panini, ma anche le bocce — ed ecco la figura del padre del protagonista Bruno che lo instrada ad una pratica affascinante — il tennis, l’atletica declinata nelle ‘olimpiadi dell’argine’, il ciclismo (e le biglie dei campioni). Dunque romanzo di formazione, generazionale, che si inserisce nel filone della narrativa sportiva. Con un gustoso accenno al ‘fair-play’ praticato da Bruno: approfittare di un ritardo della (imbattibile) squadra avversaria e vincere a tavolino? Macchè, «meglio giocare». Se dovessimo trovare una bussola letteraria per chi si accinge ad aprire le pagine del libro — che fin dai primi giorni ha ottenuto una calorosa accoglienza dai lettori casalaschi — potremmo dire che ci troviamo a mezza via tra un ‘I ragazzi della via Paal’ della Bassa, scevro però dei toni drammatici del classico di Ferenc Molnár, e il campionato mondiale di ‘pallastrada’ di Stefano Benni nel suo ‘La Compagnia dei Celestini’.
Un libro che è davvero per tutti, sebbene sia indubbio che qualcuno abbia un vantaggio nel goderne appieno tutte le sfumature. L’identikit di questi ‘privilegiati’ è presto fatto: maschi e nati negli anni Sessanta. I cosiddetti ‘baby-boomers’ sapranno apprezzare le numerose citazioni d’epoca — atleti, canzoni, telefilm — che aprono uno squarcio sull’Italia e sulla Casalmaggiore di allora, dove, tra una partita e l’altra, emergono i rapporti tra gli amici e tra genitori e figli e prende corpo il difficoltoso salto dall’adolescenza all’età adulta.
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