L'ANALISI
24 Settembre 2014 - 11:21
L’articolo di Tuttosport con la fotografia della spettacolare vittoria di Fontanella nel 1956 a Torino
Il ricordo degli amici Toninelli e Levi: «A Torino fece una vera impresa»
PIADENA — ‘Fontanella è la grande rivelazione dell’atletica italiana, assieme a Volpi’, scriveva il 16 giugno 1956 Enrico Spinozzi di ‘Tuttosport’. Fontanella è Beppe (Giuseppe all’anagrafe), classe 1935 (nato il 26 maggio), piadenese, campione italiano di atletica, nei 1500 metri, scomparso il 31 luglio scorso a Cernusco sul Naviglio, a 79 anni. Notizia che a Piadena a più d’uno è sfuggita. Lo ricordano due suoi grandi amici, Franco Toninelli, pure piadenese di origine, e Teramo Levi, originario di Torre de’ Picenardi e residente a Casalmaggiore.
«Beppe lo abbiamo conosciuto quando era studente», spiega Toninelli (che ora vive a Castiglione delle Stiviere). «Era un grande atleta. Da ragazzo prendeva il treno alle 7 a Piadena, tornava alle 8 di sera, mangiava una minestra e si andava ad allenare. Lo aveva scoperto Castellini di Piadena: lo aveva notato quando giocava a calcio. Non era lo sport di Beppe, il calcio, ma la corsa. Fu un dirigente Inps, Venini, un tecnico di atletica, a prenderlo come suo ‘pupillo’». Allenamenti duri, intensi: «Beppe correva da Piadena a Calvatone e ritorno, seguito in bicicletta. Nelle campestri sbaragliava tutti».
Memorabile fu la vittoria di Fontanella nei 1500 in una gara di Torino, la finale del campionato società. Nella gara dominata fin quasi alla fine da Gianfranco Baraldi, il piadenese fu protagonista di una incredibile rimonta. «Siamo all’imbocco del rettilineo d’arrivo — si legge in una cronaca dell’epoca —. Baraldi ha sempre quindici metri di vantaggio; ma la sua azione è meno brillante, quasi automatica, c’è poca spinta, pochi riflessi; come se viaggiasse ‘in folle’. Alle sue spalle l’imprevisto; un felicissimo imprevisto: Fontanella, freschissimo, lucido, potente, sprinta in una rincorsa impossibile. L’azione di Fontanella, anche se più basata sulla forza che sull’agilità, è entusiasmante. La tribuna schizza in alto, avvinta, dall’azione del piccoletto. Mancano venti metri, Fontanella piomba su Baraldi, lo supera, taglia il traguardo con un metro di vantaggio: 3’54’’4 per Fontanella, 3’54’’6 per Baraldi. Una sorpresissima. Fontanella eguaglia il tempo di quindici giorni fa; cioè si conferma campione. Evviva!». Negli 800 Fontanella giunse secondo, dietro Baraldi. «In un anno — scrive Enrico Spinozzi — Fontanella è diventato il miglior mezzofondista italiano dopo Baraldi». Un tipo «di media statura, dalle gambe robuste e i polpacci gonfi, alla Barthel, con una testa che la gran massa di capelli incolti fa sembrare più grande del vero, con un viso quadrato e aguzzo, spiritato, che esprime come una consunzione continua. A 15 anni già correva le sue brave campestri: insieme a Denti e compagni, aveva il suo bel da fare per ‘chiudere’ Barili, altra cara conoscenza pure lui del cremonese». L’attività sportiva di Fontanella non era disgiunta dallo studio: «Mi disse: ‘se tu mi insegni ragioneria, io ti insegno la matematica’», ricorda Toninelli. «E così abbiamo fatto. Entrambi ci siamo laureati in Economia e Commercio. Lui è diventato commercialista». Fontanella ha una sorella, Ernestina, di dieci anni più giovane, che vive a Drizzona.
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