L'ANALISI
31 Ottobre 2013 - 16:34
CASALMAGGIORE - «Ho sbagliato, e ho anche chiesto scusa all’arbitro, ma quel che è scritto nel referto è inventato».
Stefano Busi, l’assistente all’arbitro squalificato per tre anni dal giudice sportivo del comitato regionale dell’Emilia Romagna, è infuriato per quel che, a suo dire, non è accaduto nei termini descritti nel referto arbitrale, e che ha portato alla maxisqualifica. La vicenda risale al match Fontanellatese-Casalese degli Juniores regionali (girone A, Emilia Romagna) giocato sabato 26 ottobre e finito 3 a 2 per i locali grazie ad un rigore assai contestato. Il fallo era stato commesso da Gabriele Busi, figlio del dirigente, espulso per proteste e squalificato due turni. «E se li è meritati – afferma il padre -, il rigore non c’era ma sono cose che succedono, e lui non doveva reagire. Detto questo, io ho un’attività in città per cui sono conosciuto, e ho ricevuto tantissime mail da parte di chi per fortuna sa chi sono e come mi comporto».
Ma cosa è accaduto sabato? «La partita era finita tranquillamente, mi sono avvicinato all’arbitro e gli ho detto che la sua direzione di gara era stata indecente. Lui era parecchio agitato, e mi ha detto per due volte “Lei taccia”, al che gli ho risposto che parlavo quando ne avevo voglia. La seconda volta ha alzato la fronte verso la mia, al che con una mano, la destra, l’ho spinto via all’altezza del collo». Nessun tentativo di strangolamento quindi. «Macché. Il tutto è durato non più di un minuto, dopo di che l’allenatore Marco Mantovani mi ha portato via. In seguito ho chiesto scusa all’arbitro per la spinta, e lui nell’uscire mi ha stretto la mano. Quindi il Fontanellato ha organizzato il 'terzo tempo' e abbiamo mangiato e bevuto insieme, poi l’addetto degli avversari lo ha accompagnato all’auto, che era vicina al nostro pulmino, e ci siamo salutati. Mai avrei pensato che in seguito avrebbe scritto un tale referto. Se davvero io avessi agito come scritto, avrebbe chiamato i carabinieri al campo, mentre addirittura quelli del Fontanellato non si sono quasi accorti di nulla».
Cosa intende fare per far valere le sue ragioni? «Innanzitutto ho scritto alla Federazione chiedendo un incontro urgente, in caso contrario agirò per diffamazione. Non mi interessa la pena sportiva, la priorità è quella mediatica, quindi chiedo che sia rivisto il referto e che riporti quel che è realmente accaduto. La mia reazione è stata sbagliata, ma è scaturita dal comportamento provocatorio dell’arbitro».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris