L'ANALISI
24 Novembre 2025 - 17:47
Coach Luca Bechi
CREMONA - La calma come punto di partenza. È questo il messaggio che Luca Bechi vuole trasmettere alla sua Juvi Ferraroni alla vigilia della seconda trasferta consecutiva, mercoledì in Toscana contro Livorno. Una sfida complessa, contro una delle rivelazioni del campionato: una squadra solida, con americani che stanno facendo la differenza e un gruppo italiano di grande affidabilità. Su tutti, Tozzi, il vero valore aggiunto della vecchia guardia. Dopo la beffa di Mestre, Bechi prova a riportare equilibrio, fiducia e lucidità all'interno di un gruppo che, nonostante le sconfitte nelle ultime volate, rimane perfettamente dentro i propri obiettivi stagionali.
Partiamo dalla sconfitta di Mestre: come l'ha assorbita la squadra?
«L'intensità è arrivata a tratti e in quei momenti abbiamo tirato male da tre e anche ai liberi. Come già successo a Roseto, sarebbe servita più precisione e un po' di fortuna negli ultimi tiri. C'è rabbia, questo sì, perché abbiamo perso le ultime partite nel finale e questo pesa. Però bisogna essere realisti e guardare la classifica: il nostro obiettivo è salvarci e possibilmente farlo senza passare dai playout. In questo momento saremmo salvi direttamente e questo conta. Ho cercato di portare serenità nei ragazzi: siamo in linea con gli obiettivi. Certo, possiamo giocare meglio, ma serve calma ed equilibrio. Chi sta dietro di noi dovrebbe essere più preoccupato di noi».
Del Cadia è ancora alle prese con un problema fisico. Come sta?
«Convive da tempo con un problema al piede. È un punto interrogativo, inutile nasconderlo. Le gare ravvicinate non aiutano e dobbiamo gestirlo giorno per giorno. Vedremo come reagirà nelle prossime ore.»
Domani vi aspetta Livorno, squadra rivelazione della stagione. Che partita pensa possa essere?
«Livorno è una squadra che ha trovato subito la sua identità. Gli americani stanno facendo un'enorme differenza e il gruppo italiano è di livello: giocatori solidi, esperti, concreti. Tozzi è probabilmente quello che sta spostando più di tutti, rappresenta il valore della vecchia guardia, uno che sa indirizzare le partite. Dovremo fare attenzione a molte cose».
Come si prepara una sfida così? Su quali aspetti sta puntando nello specifico?
«Dobbiamo tornare a fare bene le cose che conosciamo. Sembra scontato, ma non lo è. Difensivamente, ad esempio, dobbiamo essere più efficaci, più presenti. E poi dobbiamo correre, perché quando corriamo come sappiamo, diventiamo una squadra diversa. Prima ancora di pensare agli altri, dobbiamo pensare a noi stessi. Ritrovare le nostre certezze, la nostra disciplina, la nostra energia».
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