L'ANALISI
11 Novembre 2025 - 10:22
Tajion Jones e Billy Garrett
CREMONA - È stata, quella scorsa, una settimana ad alta tensione emotiva per la Vanoli. Ma è stata anche, nonostante due impegni durissimi contro formazioni di prima fascia quali Trento e Trapani, la settimana della conferma dell’ottimo spessore tecnico, caratteriale e mentale che la formazione allenata da Gigi Brotto ha saputo costruire in questa prima parte di stagione, così come dell’ottima reputazione ormai riconosciuta a livello nazionale. La settimana è terminata con il bellissimo e convincente successo di giovedì al PalaRadi sulla Dolomiti Energia Trentino e con la sconfitta più che onorevole della domenica a mezzogiorno sul campo dello Shark Trapani; sarebbe piaciuto vedere cosa fosse successo se la squadra di Repesa avesse giocato a Napoli anch’essa giovedì anziché mercoledì e se nella sfida con la Vanoli i padroni di casa non avessero potuto contare sull’“aiutino” da parte in particolare dell’arbitro Attard, episodi che rivisti in alcuni replay televisivi sono sembrati alquanto dubbi. Ma tant’è… Trapani non ha certo vinto per questo: ha meritato, essendo stata più concreta e precisa nel finale al cardiopalmo.
Nell’incontro infrasettimanale la squadra del patron Aldo Vanoli è stata quasi perfetta, dominando a rimbalzo (48-33 per Cremona, di cui 13 di Anigbogu e 7 di Ndiaye) e confermando le ottime percentuali di tiro che sono la costante di questo avvio di campionato. Ma è il gioco di squadra che ha fatto la differenza, contro una squadra sì giovane, ma allenata benissimo e forte atleticamente. È emersa la stazza di Anigbogu, la costruzione del gioco da parte di Casarin (10 assist) e Durham, la caratura tecnica di Willis, la voglia di fare insieme qualcosa di importante da parte di tutti gli interpreti biancoblù. È andata meno bene, nel risultato finale, nella trasferta in Sicilia, ma Trapani ha dovuto sudare le proverbiali camicie per venire a capo dell’ingarbugliata matassa proveniente dalla Lombardia. La Vanoli è partita fortissimo, ma quando la squadra di casa ha ritrovato il vantaggio e l’allungo che pareva decisivo, capitan Burns e compagni non hanno mai mollato, penalizzati questa volta dalla inferiore precisione nel tiro dalla lunga distanza: 9/30 (30%) contro il 13/30 (43,3%) dei giocatori di Repesa. Proprio le triple hanno spostato il piatto della bilancia di un match giocato su livelli di equilibrio notevole, contro una formazione con una panchina più lunga rispetto alla Vanoli, che Brotto riesce comunque a far girare alla perfezione nonostante gli eventi negativi.
È lapalissiano: perdere non piace a nessuno, ma dipende come si viene sconfitti. Stavolta dobbiamo dare i dovuti meriti a Trapani, ma i ragazzi della Vanoli devono essere orgogliosi di quanto fatto prima giovedì e poi domenica e di quanto di positivo stanno facendo, con determinazione, coraggio e una solidità impressionante. Caratteristiche da coltivare con costanza, anche alla luce del prossimo impegno che vedrà la Vanoli ospitare sabato (ore 20:30) al PalaRadi la pericolosa Pallacanestro Trieste di coach Israel Gonzalez e dell’ex Michele Ruzzier. Inutile dire che dopo i successi ottenuti con Sassari, Treviso e Trento, bisogna scendere in campo concentrati al massimo e cercare di mantenere l’importantissima imbattibilità casalinga.
Due punti d’oro massiccio, dal peso specifico elevatissimo soprattutto per l’incredibile equilibrio che regna nell’attuale campionato di serie A2. Un vero colpaccio, quello della Ferraroni JuVi a Monza sul campo del Gruppo Mascio Bergamo, ottenuto al termine di una partita brutta, sporca e cattiva, contro un’avversaria che aveva appena sostituito l’allenatore e che voleva dare una risposta efficace alle critiche anche feroci degli ultimi tempi. Dal canto suo la squadra di coach Luca Bechi arrivava a questo appuntamento – dopo le due pesanti sconfitte (numericamente) subite a Cento e al PalaRadi con la capolista Pesaro – animata dalla voglia matta di riprendere in mano il proprio destino, di cancellare i due episodi negativi e dimostrare, dopo l’ottimo avvio stagionale, di aver ritrovato la forza del collettivo, a partire dall’organizzazione difensiva. Il punteggio finale (66-65 per Cremona, con tripla dei padroni di casa a fil di sirena) la dice lunga su quanta tensione aleggiava attorno a questo match valido per la decima giornata, una gara da considerare a tutti gli effetti come uno scontro diretto visto che le due contendenti vi sono arrivate con lo stesso bilancio (4 vittorie e 5 sconfitte). L’importanza della vittoria la si intuisce dal fatto che salendo a quota 10 in graduatoria, la Ferraroni JuVi si trova esattamente nel baricentro, a sei punti di distanza dalla capolista Pesaro e ad altrettanti dalla coppia Roseto e Urania Milano che chiude la classifica a quota 4. Insomma, quello attuale – in realtà non molto distante come andamento rispetto agli ultimi - è un campionato cadetto nel quale non ci si può distrarre, non ci si possono permettere pause altrimenti si rischia di venire risucchiati verso il fondo; in considerazione poi del fatto che ci sono pochissime pause, il calendario non concede tregue, tanto è vero che già questa settimana si torna al doppio impegno. E i giocatori cari alla famiglia Ferraroni dovranno cimentarsi con due scontri, entrambi da disputare al PalaRadi, contro due tra le compagini che viaggiano nei piani alti della classifica, domani alle 20.30 la Tezenis Verona e domenica alle 18 la Sebastiani Rieti.
Coincidenza vuole che proprio queste due formazioni si siano affrontate domenica scorsa a Verona, con la Sebastiani del tecnico Franco Ciani che ha praticamente dominato il big-match dal primo all’ultimo secondo. I veneti (attualmente a quota 12 in graduatoria) hanno sicuramente la scusante di aver dovuto mutare l’assetto originale del quintetto, dovendo sostituire l’infortunato Justin Johnson con il nuovo ala-centro lettone-statunitense Andrew Smith, giocatore 32enne che conosce molto bene il basket italiano avendo militato a Ferrara, Brindisi e recentemente Vigevano. Inserire in un meccanismo ben oliato un nuovo ingranaggio porta inevitabilmente a un contraccolpo iniziale, ed è quello cui ha dovuto sicuramente fare fronte contro Rieti la squadra di Cavina, che rimane comunque tra le più indiziate al salto di categoria, squadra molto forte le cui qualità tecniche la Ferraroni JuVi ha già potuto testare nel corso del precampionato. Sette vinte e tre perse è il bilancio della Sebastiani Rieti, squadra che ha cambiato molto rispetto allo scorso anno e che si è indubbiamente rinforzata inserendo giocatori fisici, tecnici ed esperti, molto pericolosa nel tiro dall’arco (12 su 17 a Verona e 40% complessivo) e consistente nel pitturato (54%).
Una doppia sfida settimanale ad altissima difficoltà per la Ferraroni JuVi che spera di recuperare il capitano Alessandro Panni (non schierato contro Bergamo per una distorsione alla caviglia rimediata nei giorni scorsi).
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