L'ANALISI
03 Ottobre 2025 - 11:01
Luca Bechi
CREMONA Se il livello non è lo stesso poco ci manca. La JuVi Ferraroni dopo essersi inchinata a Brindisi, ospita al PalaRadi (domani, ore 18) un’altra corazzata del campionato come Rimini che è scivolata incisa contro Rieti.
«Ricordo bene - racconta il coach oroamaranto Luca Bechi - che l’anno scorso Rimini si presentava a Cremona proprio all’indomani di una sconfitta ed era partita forte. Quindi anche questa volta mi aspetto lo stesso atteggiamento, ovvero battaglia fin dalla palla a due per indirizzare il risultato. Siamo pronti a questo e siamo pronti per arginare la loro voglia di chiudere la gara quindi combatteremo fin dal primo possesso».
La JuVi non si butterà allo sbaraglio. Il ko contro Brindisi ha dato indicazioni di cui Bechi e la squadra faranno tesoro.
«La seconda gara casalinga segue una prova difficile come quella di Brindisi, contro un avversario in grande spolvero che voleva onorare la prima partita di fronte al suo pubblico e ci ha messo sotto inequivocabilmente nei 40 minuti. Dobbiamo ripartire da questo schiaffo, rialzarci, prendere coscienza di un livello al quale dobbiamo tendere per avere una performance accettabile. Brindisi gioca un campionato diverso dal nostro, come società abbiamo obiettivi diversi, ma dobbiamo amare il livello di competitività. Rimini lo ritengo allo stesso livello di Brindisi, quindi dobbiamo verificare nella gara se ci sono stati passi avanti da parte nostra, come la comprensione di alcuni dettagli. Rimini è una squadra di grande qualità e ha un obiettivo dichiarato, ma noi abbiamo fatto molto bene contro Forlì e dobbiamo andare avanti per crescere. Questo è il nostro obiettivo. Non eravamo campioni dopo aver battuto Forlì e non siamo brocchi dopo aver perso contro Brindisi. Siamo una squadra nuova che cerca equilibri e assetti per far sentire i giocatori a loro agio in questo contesto. Rimini è la prima gara di un ciclo intenso, l’obiettivo è presentarci al meglio e rendere difficile la vita a questa corazzata. Alla fine vedremo come è andata».
Con la grande differenza che si gioca al PalaRadi e la risposta del pubblico è già stata convincente.
«Il pubblico della prima giornata è stato una bella sorpresa, perché ci ha sostenuto. Credo che stagione dopo stagione si percepisca da parte dell’opinione pubblica la serietà del progetto della famiglia Ferraroni, che si impegna verso tutta la città e non solo. Emerge però anche l’impegno da parte di giocatori e staff per preparare al meglio le partite. Mi auguro che questo apprezzamento si traduca in presenze sempre maggiori sugli spalti».
Quali saranno i dettagli sui quali porrete più attenzione?
«Contro Rimini la gara sarà improntata sull’uno contro uno dal punto di vista difensivo. Rimini ha giocatori completi e abili che ti lasciano poche tattiche da fare. Marini, Denegri, Simioni, Tomassini sono dei top per la categoria senza contare gli americani. Inutile allungare la lista, si parla di avversari top che richiedono concentrazione individuale per vincere i duelli. Poi servono energia e determinazione per colmare il gap. Cose che nella JuVi ho già visto ma a tratti, ora chiedo di farlo per 40 minuti».
Bechi non dovrebbe avere problemi di scelte anche se ammette che «la settimana è trascorsa con qualche acciacco, ma nulla di rilevante. Lo strascico della trasferta di Brindisi si è fatto sentire, ma nel fine settimana si attenua. Sale l’adrenalina della prossima gara e confido di avere tutti a disposizione al massimo della forma».
Forlì, Brindisi, Rimini e poi ci sarà Avellino: non un avvio facile. A livello di budget pare che si giochino due campionati diversi. C’è qualche squadra rivelazione fra quelle che investono meno?
«Riflessione giusta, ma è prematuro dire qualcosa adesso perché il trend si capirà fra sei o sette giornate. Ho visto quasi tutte le squadre giocare nella preseason e tra quelle di seconda fascia mi hanno dato buone sensazioni Mestre e Torino. Mi sono sembrate le più pronte. Se guardo la classifica vedo due squadre a punteggio pieno, le altre sono sullo stesso piano come punti e questo denota che al momento regna tanto equilibrio».
Una delle voci negative contro Brindisi è stata la guerra persa a rimbalzo. Avete lavorato su questo?
«La statistica è corretta ma va completata con la percentuale dei rimbalzi rispetto ai tiri, perché se Brindisi tira con il 60% vuol dire che ha pochi rimbalzi perché escono poche palle. Indubbio che abbiamo faticato nei rimbalzi ma non tiro la croce addosso ai lunghi perché tutti hanno faticato. Quella ormai è una gara da archiviare, penserei alle prossime tre in arrivo».
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