L'ANALISI
29 Settembre 2025 - 19:34
CREMONA - Dopo quattro giornate di campionato, la classifica racconta già qualcosa di inatteso. Solo tre squadre sono ancora imbattute: Juventus, Atalanta e Cremonese. Due nomi, i primi, che non sorprendono: i bianconeri di Tudor hanno fatto dell’affidabilità il loro marchio di fabbrica e la Dea di Juric si conferma squadra solida. Ma è il terzo nome a far stropicciare gli occhi: la Cremonese. Una neopromossa, attesa a un torneo di sofferenza, che invece sta viaggiando a ritmo europeo, con nove punti già in cassaforte e una tenuta difensiva che sta sorprendendo tutti (tre gare in trasferta e due in casa). La fotografia del cammino è chiara. La Juventus ha costruito la propria imbattibilità sulla forza d’urto casalinga (due successi e un pari). L’Atalanta ha alternato esplosioni offensive (il 4-1 rifilato al Lecce) a prove di carattere come lo 0-3 a Torino, fermandosi solo contro Juventus e Parma. La Cremonese, invece, ha viaggiato a ritmo costante: l’impresa inaugurale a San Siro contro il Milan, vittoria che ha fatto il giro del Paese, poi il 3-2 casalingo contro il Sassuolo e due pareggi di sostanza con Verona e Parma, fino all’1-1 di Como. Una marcia che nessuno avrebbe pronosticato.
DIFESA: BIGLIETTO DA VISITA
A colpire non è solo la classifica, ma il modo in cui i grigiorossi la stanno costruendo. Quattro gol subiti in cinque giornate: un bottino che racconta di una squadra che sa chiudere gli spazi e non concede quasi nulla. Il 3-5-2 disegnato da Davide Nicola, che spesso diventa un 5-3-1-1 nelle fasi di contenimento, è già diventato marchio di fabbrica. Una tela solida su cui il resto della squadra si muove con disciplina. La chiave è la chimica trovata dal trio difensivo Terracciano-Baschirotto-Bianchetti. Tre interpreti diversi, ma complementari. Le parole di Silvestri, che a Como ha giocato al posto di Audero, sono state eloquenti: «Si è trovata una chimica perfetta dietro, anche inserirsi all’ultimo momento diventa molto semplice».
NICOLA, IL REGISTA NASCOSTO
Dietro questo avvio sorprendente c’è la mano dell’allenatore. Davide Nicola, uomo che ha costruito la sua carriera sulle imprese impossibili, ha plasmato la Cremonese a sua immagine. Squadra corta, grande intensità, pochi fronzoli, sincronismi curati nei dettagli. A Como, pur cambiando qualche interprete, la Cremo ha mostrato lo stesso spirito. Ha sofferto nei momenti difficili, ha saputo abbassarsi senza andare in panico e ha trovato la forza di colpire quando l’occasione si è presentata. Un segno di maturità per un gruppo che sulla carta avrebbe dovuto pagare dazio all’impatto con la Serie A.
LA CLASSIFICA FA SOGNARE
Nove punti in cinque giornate equivalgono, se proiettati su un’intera stagione, a una quota salvezza centrata con largo anticipo. Con una media di 32 punti stimata per mantenere la categoria, la Cremonese ha già incassato quasi un terzo del necessario. E se i conti sono ancora prematuri, la sensazione è che questo avvio tolga pressione all’ambiente e permetta di lavorare con maggiore serenità. Non si parla, ovviamente, di Europa. Nicola stesso lo ha ribadito più volte: l’obiettivo è salvarsi, con umiltà e consapevolezza dei propri limiti. Ma è innegabile che l’attuale posizione, a ridosso delle grandi, faccia brillare gli occhi ai tifosi.
L’ESAME INTER
Il calendario ora propone un’altra tappa di prestigio: sabato la Cremonese torna a San Siro, stavolta per affrontare l’Inter. Un test di altissimo livello, ma anche un’occasione per misurare quanto i grigiorossi siano cresciuti in poche settimane. In ogni caso la Cremonese arriverà a Milano con la testa libera: ha già superato le aspettative iniziali e può giocarsi le proprie carte senza ansie di classifica.
UN GRUPPO PRAGMATICO
La vera forza di questa squadra sembra risiedere nello spirito collettivo. Non ci sono prime donne, non ci sono giocatori che cercano ribalte personali. Tutti si sacrificano, tutti partecipano. Il centrocampo lavora in copertura, gli esterni macinano chilometri, l’attacco è spesso più utile in fase di pressing che in termini realizzativi. Ogni punto è frutto di sudore, ma anche di una convinzione collettiva che, per ora, sembra incrollabile.
REALISMO E ENTUSIASMO
Il futuro resta incerto, perché la Serie A è lunga e le difficoltà arriveranno. Ma ciò che sorprende è il modo in cui la Cremo si è presentata al grande palcoscenico: non come comparsa, ma come protagonista credibile. Con i piedi per terra, ma con la capacità di vivere sogni che solo pochi mesi fa sembravano impensabili.
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