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BASKET SERIE A

Un lottatore per la Vanoli

Presentata la nuova ala Veronesi: 'Prima viene la squadra'

Carlo Caianiello

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18 Settembre 2025 - 20:48

Un lottatore per la Vanoli

Arnaldo Ghisotti, Giovanni Veronesi e Oliviero Sabato

CREMONA «Prima viene sempre la squadra». Nella sede di uno degli sponsor, il Bcc Credito Padano, la Vanoli ha presentato il neoacquisto Giovanni Veronesi, ala classe 1998 proveniente da Sassari, ma da sempre molto legato a Cremona per il suo trascorso in maglia Juvi. È proprio questo senso di appartenenza che accomuna le realtà produttive del nostro territorio con le nostre eccellenze sportive, così come sottolineano il presidente Arnaldo Ghisotti e il direttore generale Oliviero Sabato del Bcc Credito Padano: «Ringraziamo la Vanoli per questa opportunità, di permetterci di essere anche in questa nuova stagione vicini alla squadra. Essere parte di un territorio significa valorizzarne le eccellenze. Siamo convinti che da questa partnership potremo trarne beneficio entrambi, ma soprattutto l’intera comunità di appartenenza».

Anche il dg della Vanoli, Andrea Conti, conferma: «devo poi dire che il brand Bcc sta benissimo sulle maglie», ma poi il focus passa ovviamente su Giovanni Veronesi. «Seguivamo Giovanni già quando giocava in A2 a Piacenza - prosegue Conti - ed è stato il nostro primo acquisto in questa stagione. Gigi Brotto lo ha già allenato proprio qua a Cremona quando giocava per l’altra squadra cittadina e ne apprezza le qualità. Qui a Cremona gli vogliamo dare opportunità di crescita, giocando con più continuità rispetto a Sassari. Farà parte del quintetto base. Lui incarna dei valori molto importanti per noi, dedizione al lavoro, serietà, professionalità e leadership nello spogliatoio nonostante l’età ancora molto giovane».

Ma a questo punto le domande sono tutte per il volto nuovo biancoblù partendo dal passato e di come è cambiato dall’ultima volta che è stato a Cremona: «Devo dire che sono passati ben sei anni e l’esperienza che ho maturato nel frattempo mi ha cambiato. il fatto di essere tornato nel mio territorio di appartenenza (è nato a Brescia dove ha iniziato a giocare, ndr), mi permette di concentrami solo sul basket e sulla mia crescita personale. Negli anni ho fatto tutte le categorie e questo mi ha permesso di migliorare come giocatore, sempre attraverso l’etica del lavoro che per me è da sempre l’unico modo per ottenere i risultato. Ora ho maggiore consapevolezza e ambisco a fare il salto di qualità insieme ai miei compagni».

L’obiettivo della squadra è abbastanza chiaro, Veronesi parla del suo: «Non ho un obiettivo specifico. L’unica cosa che conta è giocare nel migliore dei modi e aiutare sempre la squadra. È importante avere sempre molta costanza, grazie ad essa possono arrivare i risultati».

Poi il rapporto con coach Brotto: «Sono passati diversi anni e anche lui come tutti è cambiato tanto. Ma per me è sempre Gigi. Per i suoi giocatori non è solo un coach, è più un padre e come ogni buon padre crede tantissimo nei suoi ragazzi. Il rispetto nei suoi confronti è sempre altissimo, non è mai mutato».

Le sue caratteristiche sono sempre le stesse per le quali la abbiamo conosciuto anni fa, cioè grande fisicità e grinta: «Chiaramente quelle rimangono caratteristiche importanti nel mio modo di giocare. Si sa quando si è molto giovani tutto è più esasperato, nel bene e nel male. Ora ho più equilibrio, ho limato un po’ gli eccessi. Ma in base alle situazioni farò quello che serve di più alla squadra. Il fatto di essere tornato qua a Cremona per me rappresenta molto sia sul piano sportivo che personale. Appena la Vanoli mi ha contattato sono stato molto felice di accettare, per me è una sorta di cerchio che si chiude. Queste sono cose che aiutano a sviluppare la serenità nei giocatori, Qui ho anche vinto per due volte il Memorial Telli, sono dei ricordi incancellabili».

Poi i cambiamenti rispetto a Sassari: «Le realtà sono diverse e molto diverso è anche il modo di interpretare il gioco da parte degli allenatori. A Sassari, soprattutto nella prima parte di stagione sotto la guida di coach Nenad Markovic il gioco era molto tattico. Ora con Brotto il modo di giocare è differente. Ci chiede cose diverse, più intensità e più velocità. Questo modo di intendere il basket è molto più simile a quello che praticavo quando giocavo a Piacenza. Ci sono abituato. Mi piace».

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