L'ANALISI
16 Settembre 2025 - 10:28
CREMONA - È vero, è decisamente ancora presto per lasciarsi andare a facili entusiasmi. Ma sapete cosa vi dico? Questa Vanoli mi piace tantissimo. La convinzione personale (immagino già i soliti criticoni di professione che salteranno sulla sedia leggendo queste parole), già maturata nelle settimane precedenti, è accresciuta ulteriormente dopo le due prestazioni che i ragazzi del patron Aldo Vanoli e del coach Gigi Brotto hanno confezionato alla Rimadesio Lombardia Cup di Desio, vittoriosi (88-83) su Varese in semifinali e sconfitti (73-84) nella finalissima contro Cantù. Due match (altro che precampionato) duri e sporchi, giocati a ritmi già parecchio elevati, con nessuna delle contendenti a tirarsi indietro. La formazione cremonese ha sopperito alla mancanza del capitano Christian Burns e di Ousmane Ndiaye facendo ammirare tutta l’energia e la capacità tecnica di cui è in possesso, trovando durante le varie fasi della gara protagonisti diversi.
Contro Varese il successo è stato firmato da tutti i ragazzi di Brotto, con Aljami Durham a dirigere le operazioni dall’alto del proprio valore tecnico e finalizzando spesso avendo una grandissima capacità nel concludere a canestro, anche raddoppiato e con parecchie mani degli avversari addosso. Varese era priva di Oliver Nkamhoua, uno dei protagonisti della favola Finlandia ad EuroBasket, ma ha comunque faticato non poco a contenere le iniziative dei vari Payton Willis, Tajion Jones, Davide Casarin, Giovanni Veronesi, “Air Ike” Anigbogu e Sasha Grant. In finale con Cantù, oltre alle assenze per gli infortuni (Burns e Ndiaye sono stati tenuti prudenzialmente a riposo), la Vanoli ha pagato una situazione falli sfavorevole sin dalle prime battute di gioco, così Gigi ha dato ampio spazio ai ragazzi che in queste settimane stanno dando un importante contributo negli allenamenti, da Filippo Galli (che sarà sempre nei dieci a referto in campionato) ai vari De Gregori e Zanotti. E nonostante le difficoltà, la Vanoli ha tenuto il campo con autorità, mostrando una buona intesa, tanto coraggio e soprattutto una grande volontà da parte di tutti i suoi protagonisti.
Ripeto, mi piace questa squadra, un gruppo che sa trasmettere sensazioni positive e anche emozioni, sebbene all’avvio del campionato manchino ancora quasi tre settimane. Così come ho grande fiducia nel lavoro di Brotto e del suo staff, lo scorso anno riusciti nell’impresa - tutt’altro che semplice - di ribaltare una situazione tecnica e soprattutto psicologica che sembrava davvero compromessa.
I segnali arrivati in questa prima parte di preparazione possono e devono far pensare positivo; certo, il campionato di Serie A lo conosciamo bene, non regala nulla a nessuno, ogni passo in avanti bisogna guadagnarselo lavorando sodo e riuscendo a costruire all’unisono una importantissima chimica di squadra, con la quale è possibile superare certi gap. Dopo il doppio impegno dello scorso weekend, la Vanoli è tornata al PalaRadi per intensificare ulteriormente la preparazione in vista dell’esordio ufficiale stagionale di domenica 5 ottobre (palla a due alle ore 19) al PalaTaliercio di Mestre, ospite dell’Umana Reyer Venezia, mentre la prima gara casalinga è in calendario domenica 12 ottobre al PalaRadi (alle 17.30) con il Banco di Sardegna Sassari. La strada che porta verso i primi appuntamenti in campionato vedrà ora la Vanoli disputare sabato un test amichevole a Orzinuovi contro Brescia.
Il lungo precampionato della Ferraroni JuVi si è dunque concluso sabato scorso a Livorno. Da sabato si comincia a fare maledettamente sul serio – non è che sino ad ora si è scherzato, anzi – ma nell’anticipo della prima giornata in programma al PalaRadi, con inizio alle ore 20.30, contro la forte Unieuro Forlì di coach Antimo Martino (ulteriormente rinforzata dopo essere stata protagonista negli ultimi playoff promozione), i punti conteranno tantissimo da subito in considerazione di quello che è l’obiettivo minimo stagionale, ovvero la conquista della permanenza in A2.
L’ultima settimana juvina è stato un mix di conferme e smentite, nel senso che dopo le tre vittorie consecutive ottenute nei giorni precedenti contro Mestre, Pistoia e Urania Milano, che ci avevano regalato una squadra sembrata in salute e adeguatamente rinsaldata nelle conoscenze reciproche e negli equilibri mostrati sul parquet, dopo quelle positive indicazioni si è andati a sbattere contro le negative sensazioni lasciate dal retour test del PalaRadi con l’Urania. Pur privi di Alessandro Gentile e Amato, tenuti prudenzialmente a riposo, i milanesi hanno da subito dilagato, mostrando una velocità tripla rispetto a quella dei giocatori cari alla famiglia Ferraroni. Sovrastati su ambo le parti del campo, capitan Panni e compagni hanno faticato l’inverosimile a tenere i ritmi impressi dai milanesi, trascinati da uno scatenato Cavallero che ha fatto il bello e il cattivo tempo contro i lunghi di casa (privi, va detto, dell’apporto di Bartoli e Del Cadia, anche loro tenuti a riposo da coach Luca Bechi). Sotto di 25 punti a metà match, la Ferraroni JuVi è poi riuscita a limare lo svantaggio e chiudere con un passivo limitato (76-82). Esperienza insegna che le prestazioni e i risultati del precampionato vanno sempre valutati con il giusto peso, ma anche l’ultimo test di Livorno, terminato con una sconfitta più che onorevole (91-93) su un campo da sempre ostico, fa pensare che coach Bechi e il suo staff debbano ancora far lavorare i giocatori sull’aspetto difensivo, un fondamentale – la difesa – che in un campionato difficile come la A2 assume un ruolo di fondamentale importanza.
Detto questo, rimane comunque intatta la sensazione – nella dirigenza così come tra i tifosi, che hanno partecipato numerosi alla presentazione della prima squadra che si è tenuta giovedì scorso al PalaCava – di quanto sia stata costruita con accortezza e scelte mirate la formazione che sabato prenderà il via alla nuova edizione del secondo campionato nazionale. Un avvio tutt’altro che soft, non vi è dubbio, contro la formazione romagnola già affrontata in precampionato nel torneo di Modena (finita 88-91), che può contare su una rosa di levatura tecnica e molto esperta – Masciadri, Tavernelli, Aradori, Gaspardo, Pepe, Del Chiaro e gli statunitensi Harper, Allen – e con ambizioni dichiarate; ma quest’anno la Ferraroni JuVi è chiamata sin da subito a mettere ben in chiaro le proprie intenzioni e dimostrare che il PalaRadi non può e non deve diventare terra di conquista come capitato troppo spesso la scorsa stagione.
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