L'ANALISI
09 Settembre 2025 - 18:16
Nicola Rocchelli con Aljami Durham
CREMONA - Andrea Conti aveva già detto come sarebbe andata a finire. Non era nemmeno la metà di luglio quando il general manager Vanoli annunciava l’arrivo di Aljami Kian Durham per affidargli la regìa della squadra: «In campo sarà un giocatore fondamentale al fianco di Willis», aveva detto. Il campo è pronto a confermare tutte le qualità del play alto 193 centimetri che si presenta con il sorriso sulle labbra e una semplicità disarmante. L’esperienza maturata a livello europeo sembra quasi un dettaglio irrilevante perché Aljami ha tutta l’aria di uno che non vede l’ora di cominciare come fosse la prima volta. Forse perché al suo fianco troverà appunto Payton Willis «con cui il rapporto è iniziato tra il 2017 e il 2018, quando ci incrociavamo sui parquet del college».
E allora la domanda sorge quasi spontanea: con Willis al proprio fianco, Durham è uno più propenso a segnare o passare?
«Domanda dura — dice sorridendo — diciamo che farò tutto quello che serve per portare la vittoria alla squadra».
Semplice, chiaro, umano. Ma anche a proposito di questo aspetto, Andrea Conti si era già espresso e ieri lo ha ribadito: «Nella costruzione della squadra abbiamo badato alle qualità dei giocatori ma anche alle doti umane. Una realtà piccola come la nostra, da anni protagonista in Serie A, vuole portare persone che abbiano qualità. Aljami ha qualcosa da raccontare anche fuori dal campo. Dal punto di vista tecnico invece vanta diverse esperienze in Europa e nonostante i suoi 27 anni può aiutarci a raggiungere gli obiettivi».
Terminata la preparazione, Durham è contento del primo impatto con la realtà italiana che affronta per la prima volta.
«Sta andando molto bene — dice —. Le prime settimane a Cremona e in Italia sono state molto buone, sono contento della chimica di gruppo tra i compagni, non potevo desiderare di meglio».
Quanto al livello del campionato che lo aspetta, il play nato in Georgia sa bene cosa aspettarsi.
«Credo sia molto competitivo, per me è una nuova sfida ma mi sento pronto. Non vedo l’ora di poter debuttare in campionato, credo sia una delle leghe più toste d’Europa».
Quali insegnamenti porta con sé un giocatore che ha girato mezzo continente?
«Crescere, dare il meglio come giocatore e lavorare duro ogni giorno. La chiave è restare concentrati, mantenere spirito e grinta davanti agli alti e bassi. Conta restare focalizzati sugli obiettivi della squadra».
Tra le statistiche di Durham spicca quella sui rimbalzi. Uno dei punti di forza da sfruttare?
«Nonostante io sia un play riesco a prendere molti rimbalzi, questa è una delle chiavi che mi fa capire che posso impattare nella maniera giusta in ogni gara».
La casacca Vanoli di Durham porterà il numero 42.
«Una scelta in omaggio di mio padre che aveva quel numero. L’ho voluto sulle mie spalle perché è stato lui ad avvicinarmi al mondo del basket».
Fuori dal campo Durham porta avanti un proprio brand di moda.
«Amo la moda e quando ero giovane ho deciso di partire con un marchio insieme a mio fratello. Lo abbiamo fatto sei anni fa, è un’attività collaterale rispetto al basket. Moda e basket sono tra le cose che amo di più».
Il rapporto con coach Brotto è già a buoni livelli.
«Mi trovo bene con Gigi perché c’è una bella connessione. Quando è arrivata la chiamata di Cremona credevo che il coach fosse duro e severo poi ho capito che è una delle persone più gioviali. È semplice parlare con lui di basket, è uno dei migliori coach che abbia avuto».
La Vanoli ha presentato Aljami Durham grazie al partner Randstad che ha ospitato il giocatore insieme ad Andrea Conti e a Roberto Spagnoli, manager del marketing biancoblù. A fare gli onori di casa Nicola Rocchelli, regional director di Randstad.
«Siamo contenti — ha detto Rocchelli — per aver rinnovato la partnership con Vanoli che ci ha permesso di realizzare contenuti concreti: con la divisione sport di Randstad vorremmo mettere a disposizione del territorio di Cremona anche corsi di coaching e leadership».
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