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CALCIO: SERIE A

Cremonese, Nicola: «Qua non c’è fumo, ma validi professionisti»

Prime dichiarazioni del nuovo tecnico grigiorosso al Centro Arvedi: «Arrivo assolutamente motivato e adesso devo fare le mie valutazioni sulla rosa»

Ivan Ghigi

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ighigi@laprovinciacr.it

14 Luglio 2025 - 13:56

Cremonese, Nicola: «Qua non c’è fumo, ma validi professionisti»

CREMONA - «Qua non c’è fumo, ma validi professionisti. Conoscevo la Cremonese da fuori, ora che l’ho scoperta meglio sono sicuro della scelta che ho fatto. Ci sono strutture, idee ma soprattutto ho provato un brivido sulla pelle quando ho parlato con il cavaliere Giovanni Arvedi che conoscevo solo sotto il profilo manageriale. Io scelgo in base alle emozioni e a quello che sento. Questo mi ha spinto ad accettare la proposta della Cremonese e adesso tutti insieme dobbiamo lavorare sodo». Davide Nicola inizia così il suo primo giorno di lavoro in grigiorosso, seduto accanto al direttore sportivo Simone Giacchetta nella sala conferenze del Centro Arvedi. «Arrivo assolutamente motivato - dice il tecnico - e adesso devo fare le mie valutazioni sulla rosa».


Nicola avverte subito tutti che il mercato grigiorosso non decollerà immediatamente. «Ho chiesto io alla società di non smuovere nulla della rosa attuale per conoscere bene i giocatori. Qualcuno l’ho già allenato, qualcuno no e li voglio allenare per capirli per scoprire se posso valorizzare qualcuno che ha già fatto bene in un’altra categoria. Sappiamo bene che per un campionato del genere dobbiamo completarci, portando giocatori altamente motivati, ma in una categoria diversa bisogna crescere: è questa la sfida che mi ha mosso, vorrei poter costruire insieme alle persone in modo umile, ma ragionato e ambizioso. Il primo step è il desiderio matto di mantenere la categoria ma non sarà una cosa facile, per farlo serve una crescita».


Che tipo di giocatori serviranno alla Cremonese?
«Sono consapevole che sulla mia figura aleggiano diverse situazioni, ad esempio che sono un collezionista di salvezze perché io ascolto tutto. Io credo di essere motivato a fare il mio lavoro indipendentemente da dove mi trovo. So che posso esprimermi bene ma sono un collezionista di nulla, sono un professionista dedito al mio lavoro e ambizioso per gli obiettivi che mi sono richiesti. Con il Cagliari? Nessuna ferita, ma dopo una profonda riflessione da parte del presidente Giulini abbiamo convenuto che c’erano idee diverse e quando ci sono idee diverse è meglio essere uomini e percorrere strade diverse. Cagliari è un luogo in cui sono stato bene e dove c’è una storia leggermente diversa rispetto a Cremona. Adesso c’è la storia della Cremonese che qualcuno forse conosce meno ma che deve essere scritta da chi è qui e vorrei in maniera ambiziosa scrivere la storia della permanenza della Cremonese in A».


Quanto conta partire dal primo giorno di lavoro e non da subentrato?
«Non ho mai fatto imprese, ma centrato obiettivi, sono stato attore partecipante e le imprese sono funzionali al fatto che la gente ha avuto la possibilità di narrarsi strada facendo. Il 60% delle mie avventure sono cominciate dall’inizio. Certo, nel corso degli anni le cose sono cambiate e la preparazione atletica è cambiata, ma tempo per arrivare pronti ne abbiamo. Condurremo una settimana di test fisici, tattici e attitudinali».


Franco Vazquez ha rinnovato. Che cosa può dare alla squadra?
«Credo che Franco sia un giocatore che si conosce anche se io non l’ho mai allenato. Un giocatore maturo che ha fatto la sua carriera ma ha l’ambizione di fare altra strada e sono d’accordo con la scelta della società di tenerlo. Non posso esprimere giudizi finché non lo conosco ma è un giocatore molto intelligente e abile nel vedere le linee di passaggio che nessuno vede, Inoltre ha acquisito duttilità tattica».


Si riparte dal modulo con cui la squadra ha vinto?
«Non sono schiavo di un sistema di gioco, ma ho utilizzato molto il 3-5-2 di Stroppa, che saluto calorosamente. Ho sempre valutato prima i principi i gioco, cioè quello che voglio in fase di possesso e non possesso, ma se vedete bene nel calcio di oggi si attacca in un modo e si difende in un altro. I giocatori impareranno un paio di modi di stare in campo. Bisogna avere la capacità di modificare qualcosa in corso d’opera».


Quanto sarà importante avere una identità tattica già dalle prime settimane visto che dopo il debutto contro il Milan il calendario offre scontri che conteranno molto?
«Non perdete tempo a pensare che col Milan non c’ speranza e che le gare successive siano quelle per fare punti perché non funziona così. Ogni singola gara va preparata, ma non pensate a gare impossibili e a gare abbordabili solo guardando il calendario. Ogni settimana va costruito il campionato senza perdersi d’animo, siamo convinti che a forza di insistere arriveremo dove vogliamo arrivare».

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