L'ANALISI
08 Luglio 2025 - 16:33
CREMONA - "I quaranta sono i nuovi venti, si dice in gergo, e non c’è nulla di più vero pensando a Gionata Zampolli che i quarant’anni non se li sente per niente e si è tolto la soddisfazione di diventare campione del mondo over 40 con la nazionale italiana ai mondiali in Svizzera. Quarantenne solo all’anagrafe, come molti dei suoi compagni di viaggio – su tutti l’ex Milano e Siena David Moss (ndr) – Zampolli ha fatto valere in campo la propria freschezza atletica ed il proprio talento vestendo, per una volta, i panni del “giovane”."
«L’idea della nazionale over mi aveva già stuzzicato ma dovevo attendere di avere i requisiti di “anzianità” per accedere e quando è arrivata la chiamata sono stato subito contento di mettermi in gioco in questo contesto. Credo che se fisicamente si sta bene e si può dare un contributo si faccia bene a giocare ed il gruppo con cui abbiamo vinto il mondiale mi ha da subito dato ottime sensazioni».
In che senso?
«Nel senso che aldilà dell’esperienza cestistica, comunque davvero entusiasmante, i rapporti umani nati e coltivati fuori dal campo e lo spirito di gruppo che subito si è creato mi ha lasciato davvero qualcosa di importante. Ho avuto sempre un ottimo rapporto con gli under, lo scorso anno di fatto ho giocato con quasi tutti compagni ventenni o poco meno, ma è chiaro che con chi ha le tue stesse esperienze puoi confrontarti su temi più familiari».
In campo avete, di fatto, dominato la competizione.
«La squadra era davvero forte, composta da otto giocatori ancora in attività ed altri che o hanno giocato sino a poco fa o comunque si tengono in forma. Sapevamo di essere forti, questo perché in Italia c’è la cultura di giocare e tenersi in forma finché si può e perché le selezioni over italiane sono davvero selezioni nel vero senso della parola. Aggiungo che dato l’allungarsi della tenuta fisica e delle carriere le discipline “over” possono davvero diventare molto accattivanti».
Che sensazione si prova a sentirsi campioni del mondo?
«È una bella sensazione, un traguardo personale che gratifica ma soprattutto un’esperienza umana che mi lascia sempre qualcosa in più. E’ bello avere ancora obiettivi e traguardi non solo per il risultato fine a se stesso, ma anche come percorso di crescita personale».
Ora riposa un po’?
«Nemmeno per idea! Sono impegnato ai “gardens” il torneo dei Giardini Margherita, fulcro dell’estate cestistica che vedrà la finale in diretta su Sky. L’obiettivo è arrivarci anche se il percorso è davvero tosto. Poi si lavora già per la prossima stagione. Penso di restare ad Alba, dove mi sono trovato benissimo ed ho interessi personali. Mi chiedono quando smetterò. Rispondo sempre che finchè mi sento bene non ci penso…».
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