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Ellis non cancella una bella Vanoli. Juvi: ottanta minuti per crederci

La sconfitta al PalaRadi contro Trento a soli 8 decimi dalla fine lascia intatte le speranze di salvezza per il gruppo di coach Brotto. La vittoria della Ferraroni con Livorno tiene viva la rincorsa a Cento (per evitare i playout) a 2 gare dalla fine

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

15 Aprile 2025 - 12:09

Ellis non cancella una bella Vanoli. Juvi: ottanta minuti per crederci

Godwin Omenaka all’esordio in maglia Vanoli. A fianco, la gioia juvina a fine partita dopo il successo con Livorno

CREMONA - Impressa negli occhi e nella memoria rimarrà quella stilettata fatale (un’autentica prodezza, va riconosciuto) di Quinn Ellis, talentuoso cestista 22enne dell’Aquila Trento giunto dalla ‘perfida Albione’, il quale - con una tripla a 0.8 secondi dalla sirena finale - ha rifilato alla Vanoli una delusione cocente. Certo, questa è l’immagine di una beffa che, però, non può e non deve minimamente sminuire quanto di buono e apprezzabile ha messo in mostra la squadra di Aldo Vanoli.

Contro una delle migliori formazioni del campionato di serie A, attualmente terza in graduatoria (in coabitazione), capace di distinguersi anche nel difficile percorso europeo, la Vanoli ha regalato a lungo sprazzi di bellissima pallacanestro, sfruttando il potenziale offensivo (59% nel tiro da due, 45% da tre), partendo però dall’organizzazione difensiva che ha mandato fuori giri la manovra degli avversari guidati dagli ex Paolo Galbiati e Andrea Pecchia. Primo quarto equilibrato, poi il divario si è via via allungato sino al 65-50 del 25’.

Non piace mai parlare dell’arbitraggio, ma a un certo punto la formazione cremonese è stata bersagliata da un continuo susseguirsi di falli, alcuni davvero inesistenti (un paio a Nikolic e uno a Burns), fatto sta che la scena sul parquet è mutata, quella serenità che aveva accompagnato sino a quel punto i ragazzi di Gigi Brotto è svanita e, complice una ritrovata pericolosità dei trentini, la sfida si è riaperta, proseguendo per l’intero ultimo quarto sui binari dell’equilibrio, fino all’episodio finale.


L’unico appunto che si può fare alla Vanoli è quello di non essere riuscita a chiudere prima la gara («Ci è mancato il killer instinct», ha sottolineato Brotto nell’intervista del dopogara) e di essersi disunita proprio nel momento decisivo, pur tenendo il passo della forte avversaria. La sconfitta non deve intaccare, ripetiamo, la buonissima prova fornita da Davis e compagni, ai quali probabilmente per completare l’opera sono mancate le pennellate di tre giocatori importanti quali Lacey, Owens e Zampini, non tanto dal punto di vista dei punti segnati, quanto per la scarsa pericolosità messa in mostra sul campo.

In una gara così importante, ha fatto il suo esordio l’ultimo arrivato Omenaka dal fisico poderoso, del quale è piaciuto l’impatto avuto nei 6 minuti abbondanti di utilizzo. Il basket è condivisione, tutti devono essere coinvolti e partecipi nel progetto, e la Vanoli ha saputo in questa stagione mettere rimedio a quanto non andava bene e ora può fare affidamento su un gruppo vero, un gruppo che sa regalare emozioni anche nella sconfitta.


Archiviata la gara con Trento, si deve continuare a rimanere concentrati sull’obiettivo; il turno ha confermato le difficoltà di Scafati e Pistoia, distanti rispettivamente 4 e 6 punti dalla zona salvezza, dove siedono a braccetto Vanoli, Varese e Napoli (quest’ultima ha perso in casa nettamente contro Varese ed è in svantaggio negli scontri diretti con entrambe le concorrenti a quota 16); a quattro giornate dal termine, calendario alla mano, appare francamente difficile un recupero delle potenziali candidate alla retrocessione, anche se chi sta avanti – Vanoli in primis - non si può permettere di dormire sonni tranquilli.

Ad oggi la quota salvezza sicura rimane a 18 punti, anche se ad ogni fine di turno ci si potrebbe avvicinare ugualmente al traguardo. La prossima giornata di serie A (che saluta il ritorno nella massima categoria di Udine) vedrà la Vanoli affrontare venerdì (ore 20,30) al Forum di Assago l’EA7 Milano di Pippo Ricci; il giorno dopo, sabato, Napoli sarà di scena a Reggio Emilia e Varese riceverà la lanciatissima Sassari; in coda Pistoia dovrà vedersela tra le mura amiche con Bologna, mentre Scafati chiuderà il programma scendendo sul campo di Brescia. Per i cremonesi un turno che si prospetta, ai fini della permanenza nella categoria, positivo a prescindere.

SERIE A2

Alla fine, dopo una battaglia tecnica, fisica e psicologica, con estenuanti e continui ribaltamenti (e sofferenze atroci per chi era seduto sugli spalti), è mancata soltanto la ciliegina sulla torta, ovvero il ribaltamento del – pesante - meno 17 rimediato dalla JuVi Ferraroni all’andata in terra toscana. Ai fini della classifica e della ricerca della permanenza in serie A2 senza passare dal tritaghiaccio del playout - dove le formazioni classificate dal 16° al 19° posto si giocheranno due posti salvezza ed altrettante retrocessioni - era decisamente molto più importante, nello scontro diretto con la Libertas Livorno, conquistare la posta in palio, a prescindere dalla differenza canestri.

E francamente, per come si era messa nei primi dieci minuti, c’è solo da gioire per l’importantissimo successo che ha premiato la tenacia, il cuore, la determinazioni dell’intero gruppo juvino, capace di mettere sei uomini in doppia cifra a referto (Massone, Morgillo, Polanco, Tortù, Washington e La Torre) ma anche di ottenere mattoncini preziosi da ognuno dei giocatori sceso sul parquet. Coach Luca Bechi, pur in un match tiratissimo ed emozionante (anche troppo), ha voluto giustamente decretare la passerella finale ai suoi interpreti principali, senza tappeto rosso ma con tanti applausi scroscianti da parte di dirigenza e tifoseria.

Anche perché la vittoria su Livorno ha messo fine a 40 minuti vissuti pericolosamente, dove gli avversari letteralmente trascinati dall’evergreen Adrian Banks (39 primavere sul groppone e non sentirle, beato lui) hanno dimostrato di volersi prendere con tutte le forze possibili la posta in palio. La JuVi Ferraroni, però, è stata ancora più risoluta degli avversari e ha avuto la capacità e la fermezza di venire a capo dell’enigma livornese, grazie ad un parziale totale di 90-62 (+28), facendo il totale dei punteggi delle due squadre tra secondo, terzo e ultimo quarto.

Ecco che, alla luce di queste cifre, sarebbe interessante analizzare e magari capire il perché di queste partenze di gara ad handicap e da incubo, visto che il 17-33 di sabato sera nel primo quarto con Livorno, fa il paio con il 17-30 della sfida (poi vinta anche quella) della domenica precedente al PalaRadi contro Pesaro. Le partenze con il freno a mano tirato sono state una caratteristica abbastanza ricorrente nell’intera attuale stagione sportiva, ma non sempre si è riusciti poi a rimediare e rientrare in gara, perde ndo anche occasioni sulla carta favorevoli.


Il successo juvino di sabato non ha permesso di gioire sino in fondo, in quanto Cento (penalizzata nello scontro diretto con la JuVi Ferraroni) è andata a espugnare nettamente il campo del Nardò Basket, salendo a quota 28 punti in classifica, mantenendo così il quindicesimo posto e due punti di vantaggio proprio nei confronti di Eric Washington e compagni. Situazione che costringe, a questo punto, i ragazzi del presidente Enrico Ferraroni a vincere entrambe le ultime due sfide di stagione regolare per cercare di raggiungere Cento in questa corsa all’ultimo canestro.


Ora i fari sono tutti puntati sulle due ultime giornate di stagione regolare. Sabato prossimo (19 aprile, ore 20.30) la JuVi Ferraroni sarà di scena a Rieti, mentre Cento giocherà a Cividale e Livorno sarà ospite dell’Urania Milano. L’ultimo turno poi (domenica 27 aprile, ore 18.30) la squadra di coach Luca Bechi riceverà al PalaRadi l’Avellino dell’ex tecnico Alessandro Crotti, mentre a Cento andrà in scena il derby con Forlì ed a Livorno arriverà la Fortitudo Bologna. Mancano 80 minuti alla meta, fondamentale rimanere concentrati, uniti e connessi sino all’ultimo secondo. 

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