L'ANALISI
PICK AND ROLL
08 Aprile 2025 - 08:52
Il capitano Trevor Lacey. Di fianco Eddy Polanco al tiro
CREMONA - Durezza mentale, esperienza e tanto, tantissimo cuore. È il sapiente mix di fattori che ha consentito alla Vanoli di uscire vincitrice dalla sfida diretta in scena sul sempre difficile campo di Varese. Un successo – secondo consecutivo, per la prima volta in stagione, dopo quello ottenuto la settimana prima al PalaRadi su Treviso – che consente ai biancoblù allenati da Gigi Brotto di fare un importantissimo passo in avanti verso la permanenza nella massima serie cestistica nazionale. Non si può ancora parlare di pericolo scampato, di certo però il blitz sul parquet varesino rimane di fondamentale importanza per quanto concerne la classifica. Sotto nel punteggio - a un certo punto anche pesantemente – in pratica per 39 minuti, capitan Trevor Lacey e compagni hanno ribaltato l’esito che sembrava portare a una sconfitta certa, grazie a un ultimo quarto imperioso (28 punti) e a quel 7-0 realizzato nell’ultimo giro di cronometro, rimandando l’assegnazione della posta in palio ai 5 minuti supplementari. Se nei primi trenta minuti di gioco la Vanoli aveva segnato soli 40 punti, nei 15 minuti successivi (quarto tempo e overtime) ne ha realizzati ben 47, trascinata dalle giocate pazzesche di Payton Willis e dal sostanziale contributo degli altri giocatori (decisiva la scelta di schierare contro Varese quattro guardie contemporaneamente), tanto che ben sei sono stati gli uomini in doppia cifra; oltre a Willis, anche Davis, Owens, Lacey, Christon e Jones. Una partita decisamente terribile per i biancoblù fino al 30’ inoltrato, poi trasformata in una prestazione di esaltazione collettiva, grazie ai giocatori più esperti e, non scordiamolo, ad una difesa che ha tenuto Varese (88.6 punti segnati di media tra le mura amiche) a 68 punti allo scadere del 40’. Questo giusto per ricordare che nella pallacanestro non conta solo infilare la palla nell’anello arancione... Con Gigi Brotto in panchina, la squadra di Aldo Vanoli ha conquistato 6 delle 12 partite giocate, mentre in precedenza si erano vinte due gare su 13 (a Napoli e con Varese in casa); insomma, il cambio di panchina che qualcuno ancora non ha digerito, pare evidente abbia portato un bel po’ di benefici alla squadra; soprattutto ha rasserenato l’ambiente, ha permesso ai giocatori di respirare sia in allenamento sia in partita un’aria meno pesante, sebbene si faccia un gran duro lavoro. Un’ultima annotazione, il successo ottenuto a Varese ha avuto sicuramente un gusto ancora più dolce per Andrea Conti, il sapore della rivincita visto il modo con il quale era stato liquidato dal club prealpino per dare pieni poteri a Scola, ora fortemente contestato da parte della tifoseria varesina.
Ma veniamo alla situazione della classifica quando rimangono cinque gare di stagione regolare da disputare. Grazie al blitz di domenica, la Vanoli riagguanta Napoli (nei confronti della quale vanta il 2-0 nello scontro diretto) a quota 16 per il virtuale 12º posto attuale; Varese rimane a quota 14, così come non si muovono Scafati (12) e Pistoia (10). Ricordiamo che la squadra di Brotto è messa bene negli scontri diretti con Napoli e Varese, potendo contare sul 2-0 con entrambe. Con Scafati la situazione è di 1-1, ma con i campani sono avvantaggiati nella differenza canestri; rimane Pistoia, vittoriosa di un punto all’andata al PalaRadi, con la quale si dovrà giocare il match di ritorno in Toscana alla penultima giornata, quando la corsa verso la salvezza potrebbe già essere archiviata (intanto la gara con Milano è stata anticipata a venerdì 18 alle 20.30). Il prossimo turno parte sabato alle 20 con l’ennesimo scontro diretto, quello che vedrà Napoli ospitare Varese; alle 21, invece, Scafati ospiterà Reggio, mentre domenica Pistoia farà visita al Milano. La Vanoli riceverà al PalaRadi (ore 20) Trento degli ex Paolo Galbiati e Andrea Pecchia, gara difficile ma da lottare con unghie e denti alla ricerca di un successo che avvicini ulteriormente il traguardo.
BASKET SERIE A2
Quello che per metà gara è sembrato essere l’ennesimo pentagramma zeppo di stonature, simbolo di una stagione complicata, si è invece trasformato in un esaltante crescendo rossiniano, una cavalcata trionfale che ha consentito alla JuVi Ferraroni di risalire dagli inferi verso il paradiso, con fermata intermedia in purgatorio visto che la salvezza diretta è ancora da raggiungere. Un successo, quello centrato su Pesaro dopo un tempo supplementare, dal sapore dell’esaltazione collettiva; quella che ha coinvolto all’unisono squadra, staff tecnico e pubblico, e che ha permesso di risalire dal -19 del secondo quarto e di centrare un risultato del quale tutto l’ambiente juvino sentiva un gran bisogno per risollevare spirito e morale. Coach Bechi e il suo staff hanno avuto il grande merito di trasformare in corsa quello che a un certo punto è sembrato un body language rinunciatario, rassegnato, con volti spenti e il solo Eric Washington a tentare di stimolare la reazione da parte dei compagni. Ed è stato proprio il 31enne play statunitense naturalizzato maltese (25 punti con 3 triple, 7 rimbalzi, 7 assist e 7 falli subiti), giocatore dalla classe cristallina, a prendere per mano il gruppo oroamaranto e rispondere colpo su colpo ai canestri della talentuosa guardia pesarese Khalil Ahmad (26 punti). Grazie alla tenacia e alla costanza di Washington, anche gli altri interpreti juvini hanno cambiato espressione, ritrovando la grinta delle giornate migliori, lottando in ogni angolo del campo, riaprendo un match che sembrava chiuso, facendo vedere i sorci verdi ai marchigiani che, forse, hanno pensato troppo presto di aver archiviato la pratica. Non è stato così, sulla spinta di Washington anche Polanco, Giombini, Barbante, Bertetti e soprattutto Massone (rigorosamente in ordine di apparizione a referto), ma anche Tortù e Morgillo, hanno preso consapevolezza del fatto che lottare alla pari con Pesaro era assolutamente possibile, così come cercare il successo. Ed ecco che la difesa si è fatta maggiormente aggressiva, mentre in attacco la manovra è stata decisamente più performante e concreta (9 falli subiti da Polanco, probabilmente erano di più ma gli arbitri non hanno sempre salvaguardato le iniziative offensive della guardia statunitense dominicana). Ci ha messo poco la JuVi Ferraroni a rimettere le cose a posto, raggiungendo gli avversari già nel terzo quarto (parziale di 27-17) e superandoli nel quarto tempo. La vera forza mentale e tecnica dei giocatori del presidente Enrico Ferraroni è emersa quando Pesaro ha provato a rimettere il naso avanti sia nel finale dei tempi regolamentari sia nell’overtime, ma la JuVi era ormai entrata in modalità 'questa gara non la perdiamo' e così è stato.
La vittoria su Pesaro ha permesso ai cremonesi guidati da Bechi di dimezzare lo svantaggio da quattro a due punti rispetto al 15º posto sul quale siede Cento, sconfitta in casa da Udine (ricordiamo che la JuVi Ferraroni vanta il vantaggio nello scontro diretto con i ferraresi; juvini che però condividono la posizione a quota 24 con Livorno (che vanta il +17 ottenuto all’andata), e per questo sarà fondamentale il risultato dello scontro diretto di sabato sera al PalaRadi (ore 20.30), terzultimo turno di stagione regolare che vedrà Cento giocare sul campo di Nardò (formazione penultima in graduatoria ma in cerca di una migliore posizione in vista dei playout), mentre Vigevano è attesa dalla trasferta a Brindisi. È del tutto evidente che per cercare di ottenere la permanenza diretta in A2, sabato sera per la JuVi Ferraroni c’è un solo risultato possibile, la vittoria nei confronti della Libertas Livorno.
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