La Juvi a Brindisi punta tutto sulla prestazione

CREMONA - La capacità di tenere alto il ritmo unita alla comprensibile voglia di riscatto dopo il finale contro Forlì, gara dalla quale la Juvi Ferraroni è uscita con la consapevolezza che poteva anche togliersi una bella soddisfazione. Coach Luca Bechi adesso prova a rifarsi con la «trasferta a Brindisi, il primo dei due recuperi che ci vedranno impegnati lontano da Cremona».
Pochi giri di parole per descrivere il momento della squadra oroamaranto e l’importanza della partita.
«Non è solo un appuntamento per riequilibrare campionato come numero di gare, è soprattutto un’altra occasione per muovere classifica. Usciamo dalla gara di Forlì con buone indicazioni, ho visto la squadra migliorata ma è chiaro che sarebbe stato meglio uscire anche con i 2 punti. Come sempre in queste situazioni c’è da vedere le cose che dobbiamo migliorare, ma il bicchiere resta mezzo pieno. L'andamento è stato quello tipico di una gara combattuta, anche perché Forlì a detta nostra e loro si è dovuta impegnare a un ritmo forsennato. Sono stati bravi a starci dietro se mi passate il termine. Anche quando siamo andati in difficoltà abbiamo cercato di imporre il nostro gioco, quindi la squadra è viva, attenta e determinata».

Va da sé che l’appuntamento di Brindisi sia vissuto con «grande voglia di vincere e di competere, che alla fine è la cosa che conta di più. Ma ci sono anche gli avversari, che sono di tutto rispetto. Brindisi era partita male, poi ha trovato una bella striscia di risultati da gennaio in avanti che l’hanno portata ad avere la classifica che merita e ad avvicinarsi alle aspettative di inizio stagione. Non gli mancano talenti come Ogden per cui dovremo giocare un’altra gara aggressiva e attenta con l’idea di limitare le loro percentuali. Per noi è innegabile che nei momenti caldi della gara, le giocate difensive offrono la possibilità di aprire il contropiede. Chiudere con una vittoria sarebbe una soddisfazione e una cosa utile in questo momento del campionato».

Di fronte il fresco ex Brown. Quali saranno le contromisure per fermarlo?
«I compagni lo conoscono bene e non c’è bisogno di contromosse particolari».

Puntare sul ritmo è una delle chiavi.
«Non dimentichiamo che Forlì è stata la prima gara di Washington, che ha avuto poco tempo per adattarsi. In generale lo spirito è sicuramente la prima cosa importante; in secondo luogo la squadra ha vitalità e la si è percepita nei 40 minuti in cui abbiamo sempre tentato di giocare a prescindere dal punteggio. Siamo andati sotto all’inizio e alla fine ma siamo sempre stati in grado di rientrare».

Come ha visto Washington?
«Mi è piaciuto l’atteggiamento nei confronti della squadra, anche se è palese il ritardo di condizione e la mancanza di ritmo partita. Giocare subito può aiutare. Noi abbiamo sempre costruito una identità di squadra dove tutti sono titolari, a turno tutti si sono resi protagonisti di gare importanti. Conta fare sentire tutti coinvolti e tutti sentono di avere un ruolo decisivo per questa squadra».

Quanto ha pesato quell’ultimo possesso contro Forlì?
«Ha pesato nulla, perché chi non fa non sbaglia. Ci aspettavamo un epilogo diverso ma non è soltanto questione di ultimi venti secondi, dobbiamo avere la capacità di andare oltre gli errori. Ma più che errore nostro è stato un un intervento difensivo felice dell’avversario. La vita del giocatore è questa: saper gestire le vittorie e le sconfitte, saper gestire le prestazioni buone e quelle meno brillanti. Gli errori fanno parte del gioco non dobbiamo incastrarci in pensieri su quanto si poteva o non si poteva fare».

Infine un flash su Tortù.
«Sui tempi di Tortù avremo aggiornamenti la settimana prossima quando avrà effettuato un check. Poi valuteremo cosa fare».