Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

BASKET: PICK & ROLL

Vanoli: attacco sterile vero nodo da sciogliere, in A2 la Juvi paga gli errori

Al PalaRadi la squadra di Cavina segna meno canestri rispetto alle trasferte. Quella di Bechi contro Piacenza ha disputato una gara tanto brutta da non sembrare vera

Daniele Duchi

Email:

redazione@laprovinciacr.it

05 Novembre 2024 - 10:34

Vanoli: attacco sterile vero nodo da sciogliere, in A2 la Juvi paga gli errori

Tariq Owens della Vanoli impegnato durante il match contro Scafati. A fianco, Alessandro Morgillo prova a sfondare la difesa di Piacenza

CREMONA - Partiamo dalla notizia positiva, o almeno in questo momento di grave difficoltà vediamola come tale: ad esclusione di Scafati, tutte le altre concorrenti della Vanoli non hanno mosso la classifica, con Sassari, Treviso e Varese appaiate ai cremonesi a quota 2 e Napoli ferma ancora a zero dopo il clamoroso harakiri di domenica in casa con Venezia che ha piazzato il break di 9-0 negli ultimi 36 secondi di gara e vinto di uno (81-80). Certo, doversi attaccare alle disgrazie altrui dopo sole sei giornate di campionato è davvero preoccupante, anche perché non puoi certo andare avanti così per le prossime 24…

Ribadiamo, il momento della formazione cara ad Aldo Vanoli è davvero complicato, con una sola vittoria all’attivo e cinque sconfitte al passivo; soprattutto i ragazzi di coach Demis Cavina non riescono a sbloccarsi definitivamente in attacco (quello biancoblu, con 440 punti segnati, è il peggiore in serie A), viaggiando ad una media di 73.3 contro i 77.2 subiti. Il paradosso, poi, è che la Vanoli, nelle prime sei giornate, ha avuto una media peggiore di punti realizzati in casa con 69.3, contro i 77.3 segnati in trasferta.

Chiaro a tutti che in questa situazione pesa e non poco la mancanza dei punti che la Vanoli pensava di ottenere da Phil Booth, la guardia di Baltimora ‘scelto’ la scorsa estate dal general manager Andrea Conti e da coach Cavina grazie alle buone referenze e all’esperienza maturata in Europa negli ultimi anni; l’ex stella dei Villanova Wildcats in Ncaa, lo scorso anno allo Strasburgo ha viaggiato ad una media di 12 punti per gara, la stagione precedente all’Aliaga Petkim (Turchia) segnava 14.4 punti a partita, 13.7 invece nel 2021-22 a Ostenda (Belgio). Nel 2020 in G-League ha segnato 32 punti in una sola gara con 8 su 12 da tre e 2 su 3 da due, quest’anno alla Vanoli viaggia invece a 6.8 punti di media.

La domanda sorge spontanea: cosa ne è stato del Booth che avrebbe dovuto essere l’uomo in più della Vanoli? Evidentemente qualcosa non torna; eppure al palasport si allena duramente e sempre con il sorriso, non si lamenta mai, quando entra saluta tutti (anche chi è sugli spalti); si vede lontano un chilometro che è un bravo ragazzo, per questo la Vanoli lo sta aspettando. Il problema però non è solo il rendimento inferiore alle attese di Booth, e altrettanto si potrebbe dire di altri protagonisti biancoblu; il discorso pare più ampio, è l’insieme della squadra che fatica a trovare sul parquet i giusti equilibri, a far girare a dovere i necessari meccanismi (offensivi ma anche difensivi); manca quella continuità di rendimento che consenta alla Vanoli - che sin qui ha giocato alla pari con tutte le avversarie affrontate – di trovare il guizzo vincente nei finali punto a punto.

Forse, anzi certamente, manca il giocatore capace di prendersi le responsabilità nei momenti caldi, l’uomo dotato di ‘killer instinct’, della capacità di estrarre il 100% del potenziale nelle fasi che contano. Il problema della sconfitta di Scafati non è aver lasciato per strada due punti importanti per classifica e morale, è essere scesi in campo (per lo meno non tutti i giocatori) senza la necessaria determinazione, combattività e cattiveria sportiva fondamentali per una squadra che lotta per salvarsi.

Molti tifosi chiedono a gran voce un intervento del club sul mercato - è bene ricordare che la Vanoli è l’unica società di serie A ancorata alla formula (ormai penalizzante) del 5+5, tutte le altre hanno adottato il 6+6, ovvero sei italiani e sei stranieri -, ma è palese che non avrebbe alcun senso cambiare solo per cambiare, per farlo si dovrebbe trovare un giocatore che garantisca un deciso cambio di passo e in questa fase della stagione è difficile se non impossibile trovare il profilo adeguato. A meno che non si mettano sul piatto della bilancia tanti soldi; magari i tifosi potrebbero lanciare una colletta… Ironia a parte, la partita della possibile svolta per i cremonesi potrebbe essere il derby lombardo di domenica al PalaRadi (17.30) con la Germani Brescia degli ex Peppe Poeta, David Cournooh e Joseph Mobio; ma serviranno la Vanoli col coltello tra i denti e la partita perfetta.

SERIE A2

Dolcetto o scherzetto? L’onda lunga di Halloween, celebrazione dalle sfumature horror nella notte più spaventosa dell’anno, ha fatto capolino sabato sera al PalaRadi, coinvolgendo le formazioni sul parquet – da una parte i padroni di casa della JuVi Ferraroni, dall’altra l’ex fanalino di coda solitario della serie A2 Assigeco Piacenza – in una di quelle prestazioni che, forse, al cinema avrebbe vinto un premio, ma che dal punto di vista meramente sportivo è stata una delle più brutte partite di pallacanestro (almeno per i padroni di casa, usciti sconfitti) viste negli ultimi anni. Un vero e proprio festival dell’orrore, cestisticamente parlando, quello portato sul parquet dal capitano Lorenzo Tortù e dai suoi compagni di squadra, tranne qualche rara eccezione; una sagra degli errori anche tra i più banali – 24 palle perse, 43% nel tiro dal campo con 7 su 22 (32%) dalla lunga distanza – che ha permesso ad una volitiva e nulla più Piacenza, di conquistare (meritatamente) il primo successo stagionale.

E di bloccare una JuVi Ferraroni che ha dovuto lottare più contro i propri demoni che non contro quelli degli avversari. La presenza-assenza, in panchina ma ancora inutilizzabile, del playmaker titolare Federico Massone, ha costretto coach Luca Bechi a concedere nuovamente ampio minutaggio a Gianmarco Bertetti (32 minuti) - e, in parte, ad Alfonso Zampogna (14 minuti) – ma si è avuta la conferma che la maggiore responsabilità (almeno in questo momento) non porta benefici nel gioco di Bertetti (e di conseguenza della squadra), abituato ad entrare in corso d’opera, spaccando le partite con le sue penetrazioni a canestro e il tiro dalla lunga distanza. Contro l’Assigeco il ragazzo nativo di Biella ha sì fornito 5 assist ai compagni, ma ha anche messo a statistica 5 palloni buttati e nessun canestro su azione, facendosi risucchiare dal frullatore del proprio gioco al limite del nevrotico (aspetto sul quale il forte ragazzo piemontese deve lavorare molto).

Intendiamoci, questa nuova battuta d’arresto va ascritta a tutta la squadra, incapace nell’occasione di uscire dalla palude delle sabbie mobili nella quale è stata attirata furbescamente dalla formazione avversari; sabbie mobili nelle quali sono finiti anche i tre direttori di gara che, ad un certo punto, hanno smesso di fischiare e lasciato correre molte azioni fallose (alcuni contatti davvero pesanti), penalizzando soprattutto i padroni di casa meno attrezzati fisicamente e forse non preparati mentalmente in quella che si è rivelata un’autentica battaglia non priva di colpi. E nel calderone è finito anche il tifo, mai così moscio da parte dei supporter juvini, sovrastati nei cori dai piacentini (non tantissimi) al seguito della squadra allenata da Alejandro Humberto Manzo.


Insomma, una gran brutta serata in tutti i sensi, che ha visto brillare in attacco Eddy Polanco, top scorer del match in fatto di punti segnati (22) ma anche di palle perse (6); così come Isiah Brown (16 punti), che si è perso per strada man mano che la gara scorreva verso i suoi momenti decisivi, troppo leggero (in altezza e chiliogrammi) per un pari ruolo come Desonta Bradford. Luca Bechi ha provato in tutti i modi a scuotere i suoi, che hanno avuto comunque le chances per vincere (29-21 il massimo vantaggio al 12’), ma non hanno avuto la necessaria lucidità prima per spaccare definitivamente la partita, poi per uscire indenni da una contesa brutta, sporca e cattiva, come del resto ce ne saranno parecchie altre in questa stagione di A2.


Una sconfitta pesante che rischia di offuscare quanto di buono fatto fino ad ora in campionato e che risucchia pericolosamente la JuVi Ferraroni al centro della graduatoria, anche se la stagione è ancora lunghissima. L’obiettivo immediato per i gigliati dev’essere quello di resettare il tutto e concentrarsi sulla gara di domani sera che vedrà arrivare al PalaRadi (ore 20.30) un’altra formazione in cerca di riscatto come la Valtur Brindisi, retrocessa lo scorso anno dal massimo campionato italiano, partita non benissimo in questa nuova stagione e reduce del match di domenica a Cento dove ha rimediato l’ennesima sconfitta al fotofinish. 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400