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BASKET: PICK & ROLL

Vanoli unita verso la meta, Juvi troppo affamata per Orzinuovi

A Napoli il primo successo per i biancoblù nella nuova Serie A grazie allo spirito di gruppo. In A2, la Ferraroni è tra le big del girone

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

22 Ottobre 2024 - 10:24

Vanoli unita verso la meta, Juvi troppo affamata per Orzinuovi

Phil Booth in azione durante la sfida contro la Gevi Napoli, affrontato dal pivot Leonardo Totè. Nel riquadro, il bellissimo abbraccio finale tra Gianmarco Bertetti e Isiah Brown della Juvi

CREMONA - Mamma mia che pathos, che sussulti e che vittoria per la Vanoli a Napoli. È proprio vero, le forti emozioni che solo la pallacanestro sa regalare, sono assolutamente uniche. In un sabato sera che potrebbe cambiare, per i biancoblù cremonesi, le sorti della stagione, la squadra di coach Demis Cavina si è aggiudicata contro la Gevi l’interminabile (è durata più di due ore) ‘partita della paura’, lo scontro che vedeva opposte due tra le formazioni che dopo tre giornate del massimo campionato di serie A erano ancora bloccate sullo zero in classifica. Pensate al gravoso macigno portato sulle spalle dai giocatori di entrambi gli schieramenti, entrati sul parquet del PalaBarbuto con quell’ansia da prestazione che a questi livelli ti logora dentro.

Da una parte Napoli (già sul mercato di riparazione) con evidenti problemi di roster, un giocatore importante come Pangos ancora fuori per infortunio e un altro (Hall) che sarà ben presto sostituito. Dall’altra Cremona che si è presentata all’ombra del Vesuvio dopo aver gettato letteralmente al vento due gare (con Reggio Emilia e Pistoia) ‘quasi vinte’ e invece sciupate in malo modo causa infortuni più mentali che tecnici. In pratica, la somma delle problematiche attuali delle due formazioni ha quasi rischiato di... sfondare il parquet napoletano. Invece, il lavoro in palestra e nella testa dei giocatori, effettuato in settimana da Cavina e dal suo preziosissimo staff, ha di fatto sbloccato un gruppo che - come dice il tecnico - sta bene insieme, ma che dal punto di vista dei risultati ancora non era maturato. A Napoli si è potuta ammirare una squadra che, diciamo pure finalmente, ha trovato nei suoi giocatori statunitensi degli importanti punti di riferimento, attorno ai quali si sono mossi con raziocinio e incisività i vari Federico Zampini e Stefan Nikolic.


La gara, come detto, è stata un concentrato di emozioni, una ruota panoramica che nel suo girare in alcuni frangenti porta verso l’alto, ma subito dopo ripiomba verso il basso. La Vanoli ha iniziato bene, con autorità, poi però – nel terzo quarto e in avvio di ultimo parziale – è finita sul meno nove, rischiando di precipitare malamente. Un gruppo senza un’anima e privo di una forte identità, non ho dubbi, a questo punto sarebbe sprofondato agli inferi senza possibilità di risalita; invece, Corey Davis e compagni – «tutti hanno messo qualcosa, quel mattoncino per la vittoria», ha sottolineato Cavina nel post gara - nell’ultimo quarto di match hanno infilato un parziale di 30-16 che ha tagliato le gambe ai giocatori di casa.

Anche se, brivido finale, negli ultimi secondi i partenopei si sono fatti pericolosamente sotto ed è stato fondamentale, a quel punto, un canestro su rimbalzo offensivo di Nikolic che ha di fatto chiuso i conti. Se Tajion Jones è stato il faro vanolino sul golfo di Napoli – 29 punti con 2-2 da due e 8-11 da tre -, va detto che questo successo va ascritto alla squadra (ricordate? Insieme si vince, insieme si perde), capace stavolta di capitalizzare quanto di buono fatto in attacco, ma soprattutto di cambiare marcia negli ultimi 10 minuti, conquistando un successo che, oltre alla posta in palio, porta in dote al gruppo maggiore serenità, fiducia, consapevolezza nei propri mezzi.


Una bella iniezione di certezze – attenzione però, ora si deve continuare su questa strada - non solo per il raggiungimento dell’obiettivo finale (la permanenza nell’olimpo del basket nazionale), ma anche in vista del prossimo complicato impegno: sabato alle 19, infatti, al PalaRadi arriverà nientepopodimeno che la corazzata Segafredo Virtus Bologna, ancora imbattuta in campionato con tre successi (la gara di domenica con Tortona è stata rinviata a causa del maltempo che ha colpito il capoluogo emiliano), ostacolo che appare insormontabile, almeno sulla carta. Anche la scorsa stagione lo era, ma a Cremona la marcia felsinea si interruppe momentaneamente grazie all’impresa degli uomini del bolognese Cavina (nativo di Castel San Pietro Terme). Insomma, mai dire mai, ma soprattutto crederci sempre.

SERIE A2

La serata storta di mercoledì scorso a Livorno, dove non si è mai avuta la sensazione di essere in grado di poter ribaltare l’esito negativo del match; il tardo pomeriggio da riscossa al PalaRadi con il forte Gruppo Mascio Orzinuovi, contro il quale si è conquistata la vittoria grazie a una grande prova di carattere, determinazione, combattività e cuore da parte di tutti i giocatori schierati. È il bilancio della intensa settimana vissuta dalla JuVi Ferraroni, un bilancio parziale che si può estendere alle prime tre settimane di campionato di serie A2 che ha visto la squadra gigliata disputare (grazie anche a due turni infrasettimanali) già sei gare ufficiali, mettendo a segno il record di 4 vinte e 2 perse. Niente male per una formazione completamente rivoluzionata la scorsa estate (un solo giocatore confermato), e il cui obiettivo è quello di confermarsi nella categoria.

Ovviamente è troppo presto per dilungarsi in bilanci a lunga gittata, il torneo cadetto a girone unico – basta vedere i risultati di ogni turno – si conferma molto difficile e imprevedibile, mentre la strada da percorrere è ancora lunga, anche se va sottolineato l’ottimo lavoro svolto da coach Luca Bechi e dal suo staff. Lavoro che si è potuto apprezzare anche domenica quando una formazione di alta fascia come Orzinuovi è stata letteralmente ingabbiata dalla super difesa organizzata messa sul parquet la Lorenzo Tortù e compagni; fase difensiva nella quale si sono galvanizzati a turno tutti i ragazzi del presidente Enrico Ferraroni, compresi i due americani Isiah Brown ed Eddy Polanco.

E chi conosce la pallacanestro a questi livelli sa bene quanto sia merce rara vedere due giocatori d’oltreoceano applicarsi in difesa con lo spirito e l’abnegazione di Brown e Polanco, peraltro entrambi anche ottimi attaccanti (viaggiano rispettivamente a 16.3 e 16 punti di media a partita). Contro Orzi i primi 18 minuti di match (46-28 il parziale) sono stati un’autentica esaltazione collettiva per la prova gigliata, per la concretezza e la naturalezza con le quali i giocatori di Bechi si sono mossi sul parquet. Poi però la magìa si è interrotta bruscamente, trasformandosi in frenesia collettiva che ha contagiato un po’ tutti i gigliati (anche gli avversari in verità).

Approfittando infatti dell’insensato ‘festival della forzatura’ andato in onda dal 18° in poi sulle frequenze oroamaranto, la squadra ospite – roster ricco di gente esperta – si è pian piano avvicinata fino al meno 4 (79-75) a 32 secondi dalla sirena. È stato Polanco, dalla lunetta, a chiudere il discorso ma lo spavento è stato reale, anche perché è mancata totalmente la mentalità necessaria di alcuni giocatori nel momento in cui si doveva gestire il vantaggio. E invece si è entrati nel pericoloso vortice del ‘ciapa e tira’ che avrebbe potuto avere conseguenze poco piacevoli (due esempi: Tortù 20 punti, ma alcune conclusioni troppo affrettate appena passata la metà campo; Federico Massone 1 su 7 al tiro tra cui forzature non necessarie).

Fortunatamente non è stato così, tutto si è risolto al meglio grazie alla classe delle punte di diamante juvine e del gioco collettivo che ha permesso alla JuVi Ferraroni di mantenere il vantaggio per tutti i 40 minuti di gara, meritando ampiamente la conquista della posta in palio, nonostante la rivedibile gestione di alcuni momenti di gara e una certa sofferenza a rimbalzo (29 contro 39). La prestazione del gruppo ha permesso al tecnico juvino di dare minutaggi importanti (ben oltre la doppia cifra) a ben nove dei suoi giocatori a referto, a dimostrazione che la forza della JuVi è la coralità; non ci sono in oroamaranto accentratori del gioco ma tutto si svolge nel migliore dei modi grazie al coinvolgimento di ognuno.

È vero che è presto per fare bilanci, ma vedere la JuVi Ferraroni veleggiare al quarto posto in classifica (a due punti dalle prime) e giocare ogni volta con sempre maggiore autorevolezza, lascia davvero ben sperare per il prosieguo della stagione. Che, nel prossimo turno, vedrà la compagine cremonese scendere in campo domenica alle 18 a Verona (Pala Agsm Aim) attesa da una Tezenis annoverata tra le più accreditate pretendenti al salto di categoria. Un impegno sicuramente difficile, ma che va affrontato con grande intensità e forte determinazione. 

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